Impresa e Covid-19: quali altri aiuti arriveranno dallo Stato Italiano?

L’andamento della curva epidemiologica all’inizio di quest’anno ha confermato la necessità di intervenire in ogni modo possibile per cercare di contenere la pesante crisi economica causata dalla pandemia. Il governo italiano ha firmato così la cosiddetta Legge Bilancio 2021, che prevede una quantità di aiuti covid-19 imprese che verranno resi disponibili in diversi ambiti: partendo dalla sanità, ovviamente, ma è previsto anche un sostegno ai lavoratori e alle imprese. La “Manovra dei bonus”, come è stata ribattezzata questa legge, prevede un programma di investimenti di oltre 50 miliardi in 15 anni, con l’aggiunta ulteriore delle risorse del Recovery Plan. Un’attenzione particolare è stata rivolta alle donne e ai giovani. Ecco un elenco dei principali bonus e di cosa prevedono.

Il bonus per l’assunzione di giovani e donne

Il cosiddetto Bonus Lavoro Giovani è stato introdotto in seguito alla crisi economica innescata dal nuovo coronavirus, ed è già possibile farne domanda. Grazie a quest’aiuto dello stato, tutte le aziende che nel 2021 e 2022 assumeranno lavoratori sotto i 35 anni (che non hanno mai avuto un contratto a tempo indeterminato in precedenza), vedranno una detrazione totale dei contributi da versare a favore dei dipendenti per un periodo di 3 anni. Come vedremo più avanti, questo bonus è esteso invece alla durata totale di 4 anni per i datori di lavoro che possiedono un’azienda nel Sud Italia. È importante sottolineare che per poter usufruire del bonus il datore deve verificare che il lavoratore non abbia già goduto di agevolazioni fiscali per l’assunzione in precedenza.

Tra gli aiuti covid-19 imprese della nuova manovra finanziaria troviamo anche il Bonus Assunzione Donne, per promuovere l’occupazione femminile. Il bonus funziona più o meno come il precedente: il datore di lavoro che assume una donna disoccupata da almeno 6 mesi può godere di uno sgravio totale dei contributi da versare in favore di quest’ultima. Anche in questo caso, il bonus può già essere richiesto e ha una durata di 3 anni fino a un importo totale di 18.000 euro (per l’esattezza 6.000 euro l’anno). Per le assunzioni di donne nel Mezzogiorno, il periodo di decontribuzione è di 4 anni. Il bonus è previsto sia per una nuova assunzione a tempo indeterminato, sia per il passaggio a tempo indeterminato di un contratto a termine esistente.

Decontribuzione Sud e Bonus “Resto al Sud”

Già presente nel decreto di agosto, la cosiddetta Decontribuzione Sud riconferma ora gli aiuti covid-19 imprese per gli anni a venire. L’obiettivo è quello di favorire i livelli occupazionali nelle regioni del Mezzogiorno, grazie a una riduzione del costo di lavoro per i titolari di imprese che decidono di assumere. Per l’esattezza, il bonus si applica ad aziende presenti nelle regioni Campania, Abruzzo, Basilicata, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna, e prevede un esonero del 30% dei contributi da versare in favore dei dipendenti fino al 2025. Negli anni successivi sono ancora previste delle decontribuzioni, ma saranno rispettivamente del 20% per il biennio 2026-2027 e del 10% per il biennio 2028-2029.

Il Sud Italia è protagonista anche di un altro bonus chiamato “Resto al Sud”. Di questo aiuto potevano già usufruire i soggetti di età compresa tra i 18 e i 45 anni, ma la fascia di età è stata ora estesa fino ai 55 anni. Possono già fare domanda tutti coloro che desiderano avviare una nuova impresa nelle regioni del Mezzogiorno, godendo di finanziamenti che prevedono un massimo di 50.000 euro per richiedente, e che arrivano fino a 200.000 euro nel caso di imprese formate da almeno 4 soci. Tra le aziende finanziabili troviamo il settore industriale, l’artigianato, l’agricoltura e l’acquacoltura e infine la pesca. Sono inoltre contemplati i settori dei servizi, tra cui il turismo, e le attività professionali libere.

Il Superbonus 110%

Con il sostegno alle aziende in questo momento di crisi arriva anche il cosiddetto Superbonus 110%, ottenibile già dallo scorso luglio 2020. Gli obiettivi del Superbonus sono principalmente due: alleggerire i costi di restauro da un lato, e favorire l’adeguamento energetico e sismico dall’altro. In questo modo, oltre che aiutare i cittadini privati, questa manovra facilita la ripartenza del settore edilizio, grazie alla riapertura dei cantieri. Il bonus prevede la detrazione fiscale del 110% dei costi d’opera. La grossa novità è che, come confermato dall’Agenzia delle Entrate, ora anche le aziende potranno usufruire del Supebonus per lavori effettuati da luglio 2020 a dicembre 2021, indipendentemente dalla destinazione d’uso, ovvero l’immobile non dovrà per forza essere un bene strumentale per l’impresa.

Per poter ottenere il Superbonus 110%, è necessario richiedere all’azienda che effettua i lavori tutta la documentazione necessaria, e conservarla con cura. È importante inoltre precisare che l’agevolazione fiscale non verrà riconosciuta per immobili in costruzione, bensì solo per immobili pre-esistenti, ovvero già iscritti al catasto e con pratica già avviata. Inoltre, se tra gli aiuti covid-19 imprese hai già ottenuto il Bonus Ristrutturazioni 50%, devi sapere che questi due bonus non sono cumulabili, e di conseguenza uno esclude l’altro. Tra le opere riconosciute nel progetto troviamo: sostituzione impianti di climatizzazione, abbattimento barriere architettoniche, adeguamento della classe energetica, cappotto termico, installazione di pannelli solari e installazione di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici.

Bonus Quotazione PMI

È stato prorogato fino a dicembre 2021 anche il credito d’imposta in favore di imprese di piccole e medie dimensioni che decidono di quotarsi, e hanno quindi delle spese di consulenza per ottenere la quotazione in un mercato regolamentato. Il bonus prevede un credito del 50% dei costi totali sostenuti dalla PMI, fino a un massimo di 500.000 euro. Possono presentare domanda tutte le aziende con meno di 250 dipendenti, con ricavi inferiori ai 50 milioni e con un attivo patrimoniale che non superi i 43 milioni. Ricordiamo inoltre che il bonus potrà essere riconosciuto solo a imprese che abbiano iniziato la procedura di ammissione alla quotazione dopo il 1 Gennaio 2018, data di prima entrata in vigore della legge.

Aiuti covid-19 imprese: agevolazioni anche per i liberi professionisti

La manovra di bilancio non si è dimenticata dei liberi professionisti e degli autonomi danneggiati dagli effetti della pandemia da covid-19: è previsto un esonero dei contributi previdenziali per tutto il 2021. Possono fare domanda i lavoratori autonomi con partita IVA che non abbiano superato i 50.000 euro di reddito nel 2019, e che abbiano registrato un calo del 33% minimo nel fatturato del 2020 rispetto all’anno precedente. Inoltre, tutti i titolari di partita IVA hanno accesso a un sostegno economico che varia dai 250 ai 600 euro per la durata totale di 6 mesi. Quest’agevolazione è disponibile per coloro che nell’anno precedente alla domanda abbiano registrato un fatturato inferiore di almeno 50% rispetto alla media dei 3 anni precedenti.