Speciale agricoltura: quali sono le coltivazioni più redditizie?

È risaputo che il successo in ambito agricolo richiede molto duro lavoro, tanta lungimiranza e un pizzico di astuzia. Prima d’ investire nell’agricoltura è fondamentale informarsi su quali siano le coltivazioni redditizie su cui puntare. Per considerare se una coltura sia ad alto reddito o meno, ci sono vari parametri da considerare. Primo fra tutti, le caratteristiche del singolo prodotto e della sua, specifica, coltivazione. Inoltre è essenziale studiare bene il rapporto che esiste tra domanda e offerta sul territorio di riferimento. Oltre a queste considerazioni è bene valutare con particolare attenzione anche il metodo di produzione della coltura. Infine la rarità del prodotto è un altro fattore da considerare quando si vuole investire nel Primo Settore.

Il ritorno dell’agricoltura nel panorama imprenditoriale.

La coltivazione di particolari prodotti della terra ad alto rendimento economico sta attirando, sempre più spesso, l’attenzione d’imprenditori che si affacciano per la prima volta al mondo dell’agricoltura. Queste figure imprenditoriali vedono nel Primo Settore una valida fonte di reddito, e sono quindi disposti a investire nella produzione di nuove colture che garantiscano un alto rientro economico. In questo caso, i nuovi imprenditori che si affacciano per la prima volta sul mercato agricolo sono portati a considerare fattori quali: l’accessibilità del mercato, il clima e il terreno che si hanno a disposizione nonché il capitale che si vuole investire. Inoltre manifestano la tendenza a investire in prodotti che si discostano dalle tradizionali colture italiane.

In effetti in Italia, negli ultimi tempi, accanto alle tradizionali colture dei cereali, dell’olivo, della vite, degli alberi da frutta (mele, pere, agrumi, ciliege, pesche, albicocche) o degli ortaggi, si assiste alla diffusione di nuovi prodotti agricoli. Colture quali: la canapa industriale, lo zafferano, il ginseng, il tartufo, le erbe officinali, il bambù e le coltivazioni di piante proteiche si stanno diffondendo rapidamente nella nostra penisola. Queste nuove colture, considerate coltivazioni redditizie, attraggono sempre più spesso capitali ed energie. Inoltre questi prodotti rispondono a specifiche esigenze di molteplici mercati: da quello agroalimentare, a quello dei prodotti cosmetici. Dal mercato dell’arredamento eco sostenibile a quello delle forniture per il comparto tessile e nautico.

Cosa s’intende per coltura redditizia ?

A rigor di logica una coltura si considera redditizia quando esiste un ampio margine di differenza tra i costi di produzione e il prezzo di vendita. Come ben si comprende questo è un dato difficilmente quantificabile in maniera univoca. Ovviamente ogni situazione è unica e ha le sue particolarità. Da un lato i costi di produzione sono strettamente vincolati al tipo di azienda agricola, dall’altro il prezzo di vendita è influenzato dalla domanda del mercato e dai canali di distribuzione e vendita. In base a queste considerazioni, in alcuni casi è possibile produrre coltivazioni redditizie e in alcuni casi no. Come detto i metodi di produzione e l’accessibilità sono due parametri fondamentali per stabilire il grado di redditività.

Tuttavia, malgrado le differenze di ogni singolo caso, si può determinare la redditività di una singola coltura considerando alcuni parametri generali. Per cui possiamo affermare che una coltura è redditizia se: si punta alla qualità e non alla quantità. Soddisfa la domanda e le necessità della comunità locale. È possibile automatizzarne la produzione. Siccome non è facile rispettare tutti questi parametri di base, risulta chiaro che oggi, in Italia, non tutte le colture possono considerarsi redditizie. Anzi solo un’esigua minoranza di prodotti agricoli riescono a produrre introiti elevati. Il segreto per avere delle colture redditizie risiede, dunque, nel trovare un giusto equilibrio tra costi di produzione e prezzi di vendita diretta.

Alcuni esempi delle migliori colture ad alta redditività

In ogni caso possiamo facilmente individuare alcune colture che presentano un buon compromesso tra i parametri prima elencati. Queste colture offrono, quindi, la possibilità di generare elevati introiti. Tra i prodotti agricoli che hanno attirato più investimenti nel 2020 troviamo: la canapa industriale, lo zafferano, il ginseng, il tartufo, le erbe officinali, il bambù e le colture proteiche vegetali. Quest’ultime, ad esempio, rispondendo alla diffusione di filosofie alimentari che sostituiscano le proteine animali con quelle vegetali, hanno stimolato la domanda di piselli, fagioli fave e riso integrale. L’interesse per queste materie prime è dimostrato dall’investimento di 100 milioni di dollari che la multinazionale statunitense Cargill ha stanziato per la produzione di proteine dai piselli.

Con la diffusione massiccia del caffè al ginseng, questa radice esotica si è trasformata in una delle coltivazioni redditizie con il più alto impatto economico. Infatti un acro di terreno coltivato a ginseng, può arrivare a rendere anche 100.000 €. Tuttavia se si decide d’investire nel ginseng dobbiamo essere consapevoli che la crescita della pianta e della sua radice è molto lenta. Un raccolto non può avvenire prima di 6 – 7 anni. Il bambù, al contrario, è una pianta molto pregiata. Cresce rapidamente, non ha bisogno di particolari cure e trova applicazione in molti ambiti: dalla produzione di materiali d’arredamento eco sostenibili, all’uso in campo tessile, cosmetico e ornamentale. La sua versatilità rende la coltura del bambù particolarmente redditizia.

Come abbassare i costi di produzione.

Come abbiamo visto prima, per guadagnare in agricoltura è necessario avere dei costi di produzione i più bassi possibile. Nel settore agricolo una delle principali voci nel capitolo di spesa è il costo della manodopera. Alcune produzioni agricole hanno bisogno di poche ore lavorative e di poca forza lavoro. D’altra parte, hanno però bisogno d’impiegare costosi macchinari. Un buon metodo per abbassare i costi di manodopera, e quindi quelli di produzione, è quello di ricorrere a dei volontari che, in cambio del loro lavoro, riceveranno insegnamenti utili per avviare un’attività agricola. Inoltre la modifica di alcune tecniche di coltivazione può ridurre notevolmente i costi di produzione e del numero di lavoranti utilizzati.

Le coltivazioni redditizie. Agricoltura 2.0

In questi ultimi anni la figura dell’imprenditore agricolo si è trasformata radicalmente. Dalla classica figura dell’agricoltore si è passati a quella del giovane connesso con internet e attivo su i social media. Il moderno imprenditore agricolo, infatti, condivide tramite web il frutto del suo lavoro e trova, in questo, nuovi canali di vendita diretta. Possiede un sito internet dove pubblicizza e vende i suoi prodotti. Sa usare bene i social media. L’imprenditore agricolo 2.0 è abile nell’organizzare eventi dove far conoscere i suoi prodotti. Il web e le sue potenzialità offrono, quindi al moderno agricoltore tutta una serie di strumenti che lo agevolano nell’accesso al mercato e che gli permettono di elevare gli introiti delle sue produzioni.