Bonus agricoltura 2025, contributi a fondo perduto e tariffe agevolate

Sono sempre più numerose le persone che scelgono di cogliere le opportunità offerte a livello statale per attuare scelte sostenibili nel corso dell’attività e della vita quotidiana.

Gli imprenditori agricoli si trovano di fronte a una nuova occasione per migliorare i processi produttivi, aumentare la sostenibilità della propria attività e ottenere un sostegno cruciale in termini economici.

Fino alla fine del mese di giugno 2025, infatti, è possibile presentare domanda per avere accesso ai contributi a fondo perduto previsti per l’installazione di impianti agrivoltaici.

Si tratta della nuova edizione di un bonus rivolto esclusivamente agli operatori del settore.

Nei paragrafi seguenti potrai:

  • esplorare tutti gli aspetti da tenere in considerazione
  • se sei in possesso dei requisiti per presentare la richiesta
  • quali sono le spese ammissibili per l’erogazione del contributo a fondo perduto.

Quali sono i vantaggi apportati dal Bonus Agricoltura 2025?


Nei vari bandi destinati alle imprese per l’anno fiscale 2025 rientrano alcune misure che presentano vantaggi per gli imprenditori che desiderano ammodernare i propri spazi. Gli incentivi previsti dal PNRR prevedono dunque diverse misure relative alla riduzione dell’impatto ambientale dei processi produttivi.

L’iniziativa Sviluppo Agrivoltaico, determina un contributo fino alla copertura di una quota pari al 40% dei costi ammissibili per le imprese che rientrano nelle linee guida che esploreremo di seguito.

Tra i lati positivi più importanti sono compresi i piani tariffari agevolati per quanto concerne la vendita di energia. In tal senso gli imprenditori agricoli possono integrare una fonte di reddito essenziale, ricavandone un asset senza diminuire in alcun modo la superficie coltivabile.

Dal punto di vista concreto ciò si traduce in un notevole risparmio sui costi produttivi e in una migliore programmazione delle attività. Dall’energia prodotta e non autoconsumata che viene venduta derivano entrate extra che possono essere reinvestite ulteriormente in un’ottica di sviluppo.

Gli agricoltori che installano pannelli solari per produrre energia elettrica hanno la possibilità di sfruttare una fonte rinnovabile e pulita per alimentare i sistemi di irrigazione, gli impianti di illuminazione e il riscaldamento delle stalle e delle serre. Nel momento in cui l’energia accumulata tramite il sistema supera il fabbisogno necessario per sostenere l’attività produttiva, il Gestore dei Servizi Energetici (noto con l’acronimo GSE) propone tariffe vantaggiose per acquistare il surplus. Il prezzo di vendita risulta appetibile per l’impresa, che riesce così a ritagliare a ritagliarsi un’entrata fondamentale da integrare a quella proveniente dalla coltivazione agricola.

L’intento è diffondere sempre più i sistemi di approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili, riducendo al contempo quelle che sfruttano fossili e producono un elevato livello di inquinamento.


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Spese ammissibili per ricevere i contributi previsti nell’ambito del bonus agrivoltaico


Gli operatori del settore che possono accedere all’erogazione dei fondi devono aver installato impianti di produzione per l’energia elettrica in linea con determinati requisiti.

Secondo quanto previsto, l’impianto di produzione di energia elettrica deve essere di nuova costruzione, nonché di potenza nominale superiore a un kilowatt.

I costi sostenibili comprendono tutte le operazioni inerenti alla progettazione. Sono comprese anche le indagini geologiche mirate a determinare le caratteristiche fisiche e meccaniche del terreno. Gli esperti coinvolti in questa fase del processo devono presentare una regolare e dettagliata documentazione che serve di fatto a giustificare le spese sostenute.

In termini pratici l’iniziativa fornisce un supporto economico per quanto concerne la realizzazione di impianti agrivoltaici tecnologicamente avanzati. Ciò comprende l’implementazione di moduli fotovoltaici, con relativi sistemi di orientamento, componenti elettrici e inverter. Quest’ultimi sono dispositivi che si rivelano essenziali per riuscire a completare il processo di trasformazione dell’energia accumulata in corrente alternata, rendendola in tal senso perfettamente compatibile con la rete elettrica, così come con le strumentazioni e i macchinari utilizzati nei processi produttivi.

Le spese sostenibili includono inoltre la fornitura e la posa in opera di sistemi di accumulo. Tali elementi sono indispensabili, poiché creano un vero e proprio stock dell’energia, immagazzinandola onde evitare sprechi. Quel che non riesce a essere consumato immediatamente viene di fatto accumulato per poi essere utilizzato quando necessario oppure venduto a tariffe vantaggiose.

Gli imprenditori agricoli possono inoltre sostenere spese relative all’implementazione di attrezzature per il monitoraggio del corretto funzionamento dell’impianto, nonché quelle che si devono mettere in preventivo per connettere il sistema alla rete elettrica nazionale. Gli oneri relativi ai collaudi tecnici e amministrativi, così come quelli per le consulenze, rientrano nelle spese ammissibili sovvenzionate dal bando. Lo stesso vale per la direzione dei lavori, l’assistenza programmata e la contabilità. Inoltre, il Bonus copre i costi da affrontare per portare a termine l’edificazione di eventuali opere in muratura, necessarie esclusivamente a ospitare e mettere in funzione l’impianto fotovoltaico. Tutti i costi connessi all’acquisto, al trasporto e all’installazione dei macchinari e alla loro successiva messa in esercizio sono dunque interamente coperti dall’iniziativa.

Chi può partecipare al bando per lo Sviluppo Agrivoltaico?


Gli imprenditori agricoli registrati con relativi codici Ateco non sono gli unici a poter trarre beneficio dagli incentivi inerenti al Bonus Agricoltura 2025. Tra i potenziali beneficiari rientrano infatti anche le associazioni temporanee di imprese agricole. L’aspetto essenziale, è la dichiarazione d’impegno a installare in azienda dei sistemi fotovoltaici che permettono di non ridurre la superficie coltivabile.

Per comprendere meglio passiamo agli esempi concreti. Nell’ambito di questa iniziativa vengono stanziati contributi a fondo perduto per tutti coloro che decidono di installare pannelli sui capannoni usati per immagazzinare merce e attrezzatura. In alternativa è possibile puntare su sistemi verticali particolarmente innovativi che, sfruttando la dimensione dell’altezza, non compromettono in alcun modo la superficie destinata a ospitare le diverse colture. Grazie alla sinergia tra tecnologia e agricoltura, viene promosso un concetto di sfruttamento simultaneo del terreno sia per la coltivazione sia per l’agrivoltaico. Nel decreto ministeriale si fa riferimento nello specifico al montaggio di moduli elevati da terra e alla rotazione dei moduli stessi.

Secondo quanto previsto dal bando, l’impianto fotovoltaico deve comprendere un meccanismo di monitoraggio. L’obiettivo è quello di valutare in maniera facilmente comprensibile l’effettivo impatto ambientale, concentrandosi sull’analisi di determinati fattori. Dal risparmio idrico fino al recupero della fertilità del suolo: questi sono solo alcuni dei criteri che devono essere costantemente tenuti sotto osservazione. I sistemi di monitoraggio consentono di determinare la produttività agricola delle diverse colture, controllare i dati relativi al microclima e di fatto favorire la continuità delle aziende agricole.

Quali sono le modalità a cui attenersi per presentare correttamente la domanda


Gli operatori del settore hanno recepito con enorme entusiasmo l’introduzione del Bonus Agricoltura, come dimostrano i risultati della precedente edizione. L’ente di competenza è stato chiamato, infatti, a valutare quasi 650 richieste. Alla scadenza del bando, sono state approvate le domande presentate da 540 imprese. Ciò si è tradotto a livello concreto nella produzione di oltre 1547,9 MW derivanti da energia pulita, riducendo così gli sprechi e l’inquinamento che derivano dall’impiego di carburanti di origine fossile.

Chi opera nel settore agricolo ed è interessato a trarre beneficio dalle opportunità offerte dallo Stato deve seguire alcuni passaggi formali. La pratica può essere presentata fino al 30 giugno 2025. Il portale al quale fare riferimento è proprio quello di GSE. Sul sito del Gestore Energetico dei Servizi è possibile effettuare l’accesso tramite identità digitale, come lo SPID. In fase di compilazione della domanda è molto importante agire con precisione, controllando i dettagli specificati nelle istruzioni per la procedura affinché la richiesta non venga invalidata per vizi di forma.


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