Migliorare la vita quotidiana con energy storage e bio-plastiche

Il problema dello sfruttamento delle materie prime e del riciclo della plastica è quanto mai attuale in questo momento storico, in quanto l’approccio adottato dal nostro Paese è rivolto a un’ottica più green e sostenibile rispetto al passato, cercando di eguagliare alcune delle realtà più virtuose d’Europa.
In particolare, negli ultimi giorni si è parlato molto di energy storage e bio-plastiche, grazie al lavoro svolto da Further e O-Damp, due gruppi di lavoro con sede presso l’Università di Bologna, e Highverter, con sede a Parma, i quali hanno partecipato alla Start Cup annuale con lo scopo di migliorare la qualità della vita pratica delle persone tramite le più attuali scoperte tecnologiche.
In questo articolo abbiamo deciso di capire bene di cosa si tratta, pensando già ai vantaggi che si possono trarre dalla competizione positiva delle migliori menti accademiche dell’Emilia Romagna, capaci di focalizzarsi sulla tecnologia avanzata applicata al benessere delle persone.

In cosa consiste la Start Cup e quali sono i vantaggi apportati nel corso del tempo

La nascita della Start Cup deriva dall’esigenza di mettere a confronto i principali centri di ricerca della regione, che ogni anno cercano di proporre soluzioni interessanti per unire innovazione e qualità della vita.
Quello che ne deriva è la creazione di aziende interessanti e moderne, che la Regione e Er-Art promuovono per il loro valore di pubblica utilità per ambiente e cittadini.
Grande attenzione è data all’impatto ambientale e all’ecosostenibilità, due tematiche che stanno molto a cuore alla commissione e ai team di esperti che partecipano alla gara.
Le start up provenienti da questa iniziativa annuale sono realtà attuali, che permettono ai giovani di esprimere le proprie competenze e capacità, mettendole al servizio della regione e del Paese in maniera produttiva e immediata.
Una volta che queste attività sono state ben avviate e hanno attecchito sul mercato, possono essere trasformate in piccole e medie imprese, godendo delle agevolazioni per un tempo massimo di 5 anni.
Il fatturato delle start up deve essere inferiore a 5 milioni di euro ogni anno e se si supera la soglia si passa di diritto al titolo di impresa vera e propria.
Le spese sostenute dalle start up devono riguardare per il 15% lo sviluppo e la ricerca, pertanto i fondatori e dirigenti sono dottorandi o ricercatori, con due terzi dell’organigramma che deve essere in possesso di almeno una laurea magistrale.
Sono ormai ben 11 anni che si cerca di agevolare la nascita di queste società stimolanti per l’economia italiana e globale, che generano posti di lavoro per moltissime persone e immettono sul mercato idee interessanti e utili, proprio come quelle legate agli energy storage e alle bio-plastiche vegetali.
Vediamo quindi nel dettaglio in cosa consistono e perché hanno primeggiato nell’ultima Start Cup che si è tenuta.

Le Energy storage: cosa sono e come possono essere usate

Per Energy Storage si intendono in generale tutti quei sistemi che sono in grado di raccogliere energia e immagazzinarla per usi futuri.
Questo servizio può essere fatto sia in grande, con veri e propri impianti capaci di sfruttare le energie rinnovabili e produrre una notevole quantità di energia per vari usi, sia in piccolo, con dispositivi disseminati in città e nelle aree di maggiore aggregamento per aumentare la longevità delle batterie e limitare il loro consumo.
In questo modo non solo si risparmia denaro nell’acquisto di nuove batterie, favorendo l’uso delle stesse per un periodo molto maggiore, ma si preserva anche l’ambiente dal loro errato smaltimento.
Si tratta infatti di rifiuti altamente inquinanti, che vengono gettati senza preoccupazione una volta esausti, non considerando i danni terribili che possono derivarne per l’ambiente.
Il team di esperti dell’Emilia Romagna che ha partecipato alla Start Cup ha considerato quanto possa essere utile applicare la tecnologia alla vita quotidiana sotto questo aspetto, insegnando ai cittadini a non gettare le vecchie batterie e a riutilizzarle, nell’ottica del riciclo consapevole.
Gli Energy Storage sono a loro volta dispositivi green, che hanno un ridotto impatto ambientale e che non pregiudicano l’estetica del luogo nel quale sono posizionati, in quanto costruiti con criteri moderni e attuali.

bio plastiche

Le bio-plastiche e i loro campi di applicazione: come si creano e quali sono gli utilizzi principali

La plastica è un materiale fortemente impiegato in diverse tipologie di industrie, essenziale sia per il packaging sia per la realizzazione di manufatti semilavorati e contenitori.
Il problema del suo uso così diffuso è l’impatto ambientale che il polimero ha, derivando dal gas e dal petrolio e soprattutto richiedendo lunghi processi di estrazione e lavorazione per prendere la forma che attualmente conosciamo.
Il trasporto e la logistica aumentano i livelli di inquinamento dell’aria e del terreno e l’errato smaltimento della plastica è capace di alterare interi ecosistemi.
In questo quadro di ricerca dell’ecosostenibilità si collocano le bio-plastiche, che derivano da sostanze vegetali di facile reperimento e mantengono simili caratteristiche positive rispetto alla plastica tradizionale, aggiungendo un minore impatto ambientale.
La derivazione di simili prodotti risiede nelle risorse rinnovabili come l’amido di mais e la canna da zucchero che, se lavorate nella maniera giusta, generano semilavorati in plastica di ottimo livello, compostabili e biodegradabili al termine del loro utilizzo.

Quali sono i vantaggi delle bio-plastiche: sfruttarle per il benessere del pianeta

Le bio-plastiche producono una serie di vantaggi sia per quanto riguarda ambiente e territorio, sia nella vita pratica dei singoli cittadini.

– Minore dipendenza dai combustibili fossili come il gas e il petrolio

La dipendenza dal gas e dal petrolio da parte di molte delle potenze europee si traduce in prezzi davvero elevati quando si parla di acquistare prodotti realizzati con questi elementi.
Pensiamo ad esempio alla benzina e al gasolio, ma anche alla plastica creata dagli stabilimenti proprio attingendo a materie estere e costose.
Scegliere consapevolmente le bio-plastiche permette di smettere di dipendere dagli altri per le proprie produzioni, sfruttando vegetali che crescono sul territorio e realizzando prodotti più sostenibili per quanto concerne l’inquinamento.

– Impatto ambientale decisamente ridotto sia per la lavorazione sia per il trasporto

L’impatto ambientale che deriva dall’uso della plastica tradizionale è tanto più diffuso e radicato di quello che si possa pensare.
Non si parla solo del modo errato che hanno molte persone di smaltire i prodotti, ma anche di tutta la logistica, l’estrazione e il trasporto che si cela dietro al sacchetto di plastica che ogni giorno utilizziamo per portare la spesa.
I mezzi utilizzati per raggiungere le raffinerie dal luogo di estrazione inquinano l’aria, così come i macchinari impiegati per la lavorazione finale consumano energia e quindi risorse non rinnovabili.
La scelta delle bio-plastiche ha quindi una conseguenza decisamente più ampia rispetto a quello che si può pensare, così come testimoniato dall’arduo lavoro fatto congiuntamente dai team dell’Università di Bologna e Parma per proporre un prodotto di alta qualità.

– Ridurre le emissioni dei gas serra, nemici della salubrità dell’aria e dell’ambiente

I gas serra sono colpevoli dell’inquinamento dell’aria e in parte anche del progressivo allargamento del buco dell’ozono.
La scelta delle bio-plastiche elimina del tutto l’emissione di gas, essendo la loro realizzazione ad esclusiva opera di risorse rinnovabili.
Se la maggior parte delle aziende convertisse la propria produzione in tal senso, la situazione ambientale sarebbe decisamente meno allarmante e alcuni ecosistemi non risentirebbero troppo dell’inquinamento dovuto alla plastica tradizionale e all’aumento della temperatura generato dal riscaldamento globale.


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Quali sono le difficoltà del mercato delle bio-plastiche: creazione di impianti e macchinari appositi

Il futuro del pianeta passa dall’utilizzo di risorse rinnovabili, evitando lo sfruttamento intensivo di quelle non rinnovabili e tutto il lavoro di raffinamento che viene messo in atto per trasformarle.
Le bio-plastiche sono quindi la strada giusta per diminuire l’impatto ambientale, ma la loro diffusione risulta più difficile del previsto in Italia.
Questo è dovuto alla necessità di realizzare degli impianti ad hoc per lo stoccaggio e la raccolta di materie prime, che devono essere compattate e trattate nella maniera giusta per risultare funzionali una volta divenute un semilavorato o un manufatto finito.
I macchinari utili al riciclo e al compostaggio hanno dei costi onerosi che non sempre le aziende possono sostenere, continuando quindi con l’impiego della plastica tradizionale sfruttando i sistemi già presenti da decenni.
Nel corso degli ultimi anni si stanno comunque elaborando progetti per superare questa empasse, passando anche la palla alle start up dei giovani per accogliere proposte innovative.
In particolare, si cerca di creare bio-plastiche con gli scarti organici e agricoli, realizzando un circolo virtuoso e un’economia circolare della quale possano beneficiare sia le società sia il territorio.

L’educazione alla sostenibilità per migliorare la qualità della vita delle generazioni future

Le bio-plastiche e le energy storage sono parte di un processo di crescita del paese verso un approccio più sostenibile ed ecologico.
Impossibile però avviare una modernizzazione così importante senza educare correttamente i cittadini e in particolare le nuove generazioni.
Promuovendo iniziative come quella della Start Cup si offre appunto la possibilità alle menti universitarie di entrare nell’ottica di un mondo meno legato alle materie non rinnovabili, capace di usare gli scarti e i prodotti di riciclo per creare valore.
L’educazione deve passare per le scuole e iniziare sin dalla più tenera età, così da stimolare le iniziative positive in tal senso e formare degli studenti consapevoli del benessere del pianeta e delle sue esigenze.
Le sfide da affrontare sono davvero molte, tuttavia l’aria che si respira è positiva e gli sforzi che si stanno producendo a livello regionale ma anche nazionale sono abbastanza significativi.
Speriamo che a beneficiarne saranno le generazioni a venire, con un’attenzione sempre maggiore per l’inquinamento dell’aria e lo sfruttamento intensivo del territorio.