Partite IVA ed emergenza Coronavirus: cosa potrà succedere?

Il decreto legge Cura Italia e la tutela dei lavoratori autonomi: ecco gli aiuti per chi ha la partita IVA

L’emergenza sanitaria causata dal contagio dilagante del virus COVID-19 ha costretto il governo ad adottare misure sempre più restrittive per preservare la salute di tutti i cittadini. L’obbligo di tenere una distanza fisica di almeno un metro tra le persone e la chiusura inderogabile di attività non ritenute necessarie, hanno costretto molti lavoratori autonomi ad interrompere la propria occupazione. Ci si chiede dunque quali saranno i rischi per i lavoratori a partita IVA e quali sono in concreto gli aiuti già messi in atto con il decreto legge Cura Italia. Analizzando l’argomento più nel dettaglio scopriamo:

  • La differenza legislativa tra lavoratore autonomo e lavoratore subordinato
  • Gli aiuti destinati ai lavoratori autonomi nel decreto legge Cura Italia
  • Bonus 600 euro: di cosa si tratta, come funziona e come farne richiesta

La differenza legislativa tra lavoratore autonomo e lavoratore subordinato

Nel mondo del lavoro quando si parla di ” lavoratore a Partita IVA” ci si riferisce normalmente ad un contratto di lavoro stipulato con un prestatore d’opera, ovvero un lavoratore autonomo che offre, a fronte di un corrispettivo economico, un servizio di tipo materiale o intellettuale. Non esiste in questo caso un vincolo di subordinazione tra il committente e il prestatore d’opera, che sarà libero di operare quando preferisci purché resti nelle tempistiche convenute.  Tale precisazione si rende necessaria poiché spesso si suole mascherare un lavoro subordinato facendolo passare per autonomo grazie all’apertura di una partita IVA. Il governo aveva già posto un freno a questo malcostume con il Decreto Legislativo 81/2015 nel quale specifica che appartengono ai lavori subordinati tutti quelli che prevedono delle prestazioni personali, ripetitive, continuative nel tempo e soprattutto organizzate, per quanto riguarda luoghi e orari di lavoro, dal committente stesso. La differenza tra un libero professionista  e un dipendente è nuovamente sottolineata nel DL Cura Italia poiché gli aiuti stabiliti per ogni categoria sono ovviamente diversi.

Gli aiuti destinati ai lavoratori autonomi nel decreto legge Cura Italia

Per contrastare i danni economici causati dall’emergenza COVID-19 il Governo ha varato un decreto che prevede lo stanziamento di 25 miliardi di euro destinati a tutti i cittadini. Spiccano i provvedimenti presi in favore dei lavoratori autonomi, che più di altri stanno subendo il peso di questa terribile situazione.

Riassumendo, Il decreto legge Cura Italia per le partite IVA prevede :

Per contrastare i danni economici causati dall’emergenza COVID-19 il Governo ha varato un decreto che prevede lo stanziamento di 25 miliardi di euro destinati a tutti i cittadini. Spiccano i provveddimenti presi in favore dei lavoratori autonomi, che più di altri stanno subendo il peso di questa terribile situazione.

Riassumendo, Il decreto legge Cura Italia per le partite IVA prevede :

  1. La sospensione di tutte le scadenze fiscali, contributi, IVA e ritenute relative al mese di marzo dovute dai contribuenti con un fatturato uguale inferiore a 2 milioni di euro. Coloro che non rientrano nella sospensione potranno usufruire dello slittamento per il pagamento dal 16 marzo al 20 marzo.
  2. Lo stop al pagamento del mutuo sull’abitazione principali grazie all’adesione al Fondo solidarietà mutui prima casa, detto anche fondo Gasparrini. L ‘ammissione a tale beneficio può essere richiesta da fine marzo e ha 9 mesi di validità, ed è rivolta a tutti gli autonomi che autocertifichino un considerevole calo del fatturato, superiore al 33%, nel trimestre successivo al 21 febbraio 2020, giustificando tali perdite come conseguenze dell’epidemia di Coronavirus. Per ottenere l’aiuto del fondo non è necessario presentare la certificazione ISEE.
  3. Il voucher baby sitter del valore di 600 euro o di 1000 per le famiglie monogenitoriali destinato agli autonomi che hanno figli con meno di 12 anni. Il voucher può essere utilizzato solo per pagare il servizio di babysitteraggio, quindi la baby-sitter dovrà essere assunta in regola, e per utilizzarlo è necessario acquistare il libretto famiglia 2020 INPS.
  4. La disapplicazione della ritenuta d’acconto per i liberi professionisti senza dipendenti relativa alle fatture di marzo e aprile, purché questi non abbiano ottenuto ricavi superiori a 400.000 euro nel periodo di imposta precedente.
  5. Un’indennità di 600 euro su base mensile.

Bonus 600 euro: di cosa si tratta, come funziona e come farne richiesta

Tra i provvedimenti per gli autonomi quello che merita una nota particolare è il bonus di 600 euro mensili.  I legislatori hanno supposto che i destinatari di questo beneficio saranno circa 5 milioni. L’ indennizzo non è tassabile e tale misura è stata estesa ai lavoratori stagionali, al settore del turismo, al settore agricolo e a quello dello spettacolo. Per ora è specificato che il provvedimento è valido per il mese di marzo, ma si evidenzia che in caso di necessità sarà prorogato mediante l’emanazione di nuovi decreti. Il testo di legge specifica espressamente che l’indennità è rivolta anche ai liberi professionisti come avvocati, ingegneri, geometri o altre tipologie di lavoratori autonomi che risultano iscritti a casse previdenziali diverse dall’INPS. Questa estensione infatti è ben esplicitata nell’articolo relativo a quello che è stato chiamato “reddito di ultima istanza”, legiferato dall’articolo 44 del DL Cura Italia.

I lavoratori autonomi potranno richiedere all’INPS il sussidio. La domanda potrà essere fatta per via telematica ma sarà necessario aspettare che il DL Cura Italia diventi attuativo e che l’ istituto di previdenza sociale emetta la circolare ad hoc.

I requisiti poter richiedere il bonus sono:

  • risultare pienamente attivi in data 23 febbraio 2020;
  • essere scritti alla Gestione separata non titolari di pensione;
  • non essere iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie.

La manovra specifica che per coprire questo provvedimento è stata destinata la cifra di 1. 800 milioni di euro per quanto riguarda l’anno 2020. All’INPS spetta non solo il compito di erogare l’indennità, ma anche di monitorare il rispetto del limite di spesa.

Benché non si tratti di cifre esorbitanti, le indennità sembrano in grado di far tirare un sospiro di sollievo a tutti i lavoratori autonomi. Ci si augura che la situazione si risolverà presto e che “Tutto andrà Bene”!