Vertical Farming: la nuova risposta hight-tech

Sull’ agricoltura verticale ci scommettono in tanti. Alcune stime sostengono che entro il 2026 potrebbe addirittura raggiungere 20 miliardi di valore di mercato. La vertical farming è la risposta high-tech agli urgenti problemi della coltivazione tradizionale. Questo tecnologico alleato può infatti ridurre i consumi energetici, oltre allo spreco di acqua e di sostanze quali fertilizzanti e antiparassitari. Non a caso, si tratta di una tecnica di coltivazione che sta prendendo sempre più piede nel nostro paese. Continua a leggere questa guida per saperne di più su questa innovativa modalità di agricoltura e scoprire come può contribuire al futuro del nostro pianeta. In particolare, si parlerà di:

  • cos’è la vertical farming;
  • cosa si può coltivare;
  • vantaggi dell’agricoltura verticale.

Cos’è l’agricoltura verticale

La vertical farming è una pratica che consente di coltivare specie vegetali su più livelli sovrapposti. Perché farlo? Perché ogni anno per la produzione mondiale di cibo si utilizza una porzione di terreno grande quanto il Sud America. Coltivare verticalmente permette di risparmiare suolo e risorse naturali. Inoltre, questa tipologia di agricoltura si basa su ecosistemi chiusi. Ciò significa che le coltivazioni sono in grado di autoalimentarsi e che nulla viene sprecato.

Parlando di agricoltura verticale ci si riferisce a edifici in grado di contenere al loro interno l’intera filiera alimentare. Essi sono generalmente situati presso i centri urbani. L’ambiente in cui le piante vengono coltivate presenta caratteristiche ideali create artificialmente. Gli elementi essenziali quali luce, temperatura, umidità e nutrienti vengono forniti seguendo le precise esigenze delle piantagioni. L’illuminazione viene generata tramite energie rinnovabili.

L’aspetto caratteristico di questa agricoltura verticale è che non utilizza la terra. Vediamo quali sono le possibili tecniche di coltivazione:

  • idroponica – la più utilizzata. Consiste nell’irrorare le radici con un composto di acqua, minerali e sostanze nutrienti. Per questa tecnica si possono usare alloggi a canaline, sistemi galleggianti o l’irrigazione a goccia. Questa coltivazione permette di risparmiare un’ingente quantità di acqua e velocizza la crescita delle piante;
  • acquaponica – si realizza un ambiente in cui convivono piante e pesci. Tecnica simile all’idroponica, ma in questo caso l’acqua che irrora le radici è direttamente collegata a quella delle vasche dei pesci. Mentre quest’ultimi donano nutrienti alle piante, esse purificano l’acqua. Questa tecnica produce risparmio idrico e diminuisce l’utilizzo di fertilizzanti;
  • aeroponica – si nebulizzano le radici con una miscela di acqua e sostanze nutritive. In questo caso c’è un maggiore risparmio d’acqua, ma anche una maggiore spesa iniziale.

Cosa si può coltivare

In questo tipo di coltura si può coltivare praticamente di tutto, bisogna però tenere conto delle dimensioni. Tendenzialmente si prediligono piante piccole e con un ciclo di vita breve. Gli esempi più tipici sono l’insalata e i pomodori. Due varietà vegetali che si prestano bene per via della loro crescita rapida e della buona resa in rapporto allo spazio. Non si coltivano solo ortaggi, ma anche erbe aromatiche, funghi e germogli. Nello specifico, gli alimenti coltivabili nella vertical farming sono:

  • ortaggi da foglia e da frutto (pomodori, peperoni, cetrioli ecc);
  • erbe aromatiche e officinali (basilico, menta e prezzemolo);
  • frutti piccoli (fragole);
  • microgreens;
  • tuberi.

Tutti gli alimenti prodotti in agricoltura verticale godono di alta qualità e degli stessi valori nutrizionali di quelli coltivati tradizionalmente. Inoltre, a differenza delle coltivazioni classiche, gli alimenti sono totalmente privi di residui chimici. I cicli di coltivazione possono variare in base a numerosi fattori, ma spesso è possibile realizzare più di 10 cicli di coltivazione all’anno. In alcuni casi si possono raggiungere anche i 15 cicli.

Con un impianto dotato di caratteristiche particolari, la piantina può essere venduta viva, ossia senza che venga recisa dalle radici. In questo modo si allunga la vita del prodotto, allontanando la data di scadenza. È necessario sottolineare che al momento ciò che viene realizzato in coltura verticale non si può categorizzare come biologico in quanto non coltivato nel terreno. Un simbolo della vertical farming è sicuramente la struttura di Cavenago, vicino Milano. Esso è il più grande edificio di agricoltura verticale d’Europa, grazie ai suoi nove mila metri quadrati in cui si coltivano insalata ed erbe aromatiche. Anche in Puglia si stanno iniziando a produrre pomodori con questa modalità. I dati dimostrano che dopo cinque anni si è ottenuta una produzione con zero residui e senza nichel.

Vantaggi dell’agricoltura verticale

La vertical farming è un’innovazione che può rendere la nostra agricoltura ancora più sostenibile ed ecologica. In particolare, i vantaggi che può apportare sono:

  • risparmio del suolo – questo tipo di coltura permette innanzitutto di utilizzare meno terreno. Contribuisce così a contrastare fenomeni come la deforestazione o lo sfruttamento di ambienti non agricoli per le coltivazioni;
  • biodiversità – l’agricoltura verticale contribuisce a preservare la biodiversità. Essa, infatti, riduce lo sfruttamento di ecosistemi naturali e quindi tutela maggiormente la flora e la fauna locale;
  • purezza – le piante, essendo coltivate in ambienti chiusi e controllati, sono meno soggette alla presenza d’infestanti e agenti patogeni. Per questo motivo, non vengono trattate con pesticidi e diserbanti;
  • sostenibilità – la coltura verticale è in grado di produrre tutto l’anno e anche in ambienti urbani. Così facendo, si riducono le emissioni di gas serra generalmente causate dal trasporto degli alimenti.

Grazie ai numerosi benefici che la vertical farming può apportare alle nostre vite, essa sta vivendo uno sviluppo non indifferente in Italia. In particolare, si punta notevolmente sulle coltivazioni idroponiche che permettono un notevole risparmio d’acqua. Grazie a questa tecnica, nel nostro paese è possibile avere un risparmio idrico fino al 90% rispetto alle colture tradizionali.

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