Dal 2035: stop alle auto a benzina e spazio all’elettrico

L’Europa apre le porte agli e-fuels e dice stop alle auto a benzina e diesel dal 2035

I ministri dell’energia UE hanno decretato il regolamento che vieta l’utilizzo di motori endotermici per le auto e i furgoni a partire dal 2035. Si potranno immettere sul mercato solo mezzi di trasporto alimentati con carburanti sintetici.

Lo stop ai motori diesel e benzina è stato annunciato dai ministri dell’UE e dà il via libera a un mondo sempre più green, con emissioni ridotte. L’Italia si astiene e spingerà per i biocarburanti, anch’essi bocciati dall’UE.

In questo articolo leggerai cosa cambierà e perché è importante virare verso una riduzione delle emissioni, soprattutto per la questione climatica. Per essere più specifici approfondiremo tali tematiche:

  • Cosa propone l’UE
  • Le varie tappe
  • La posizione dell’Italia
  • Differenza tra e-fuels e biocarburanti

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La decisione dell’UE

La questione è stata a lungo discussa in Commissione europea, infine il 28 marzo è arrivato l’accordo che fissa l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 seguendo varie tappe. L’UE ha stabilito alcuni standard di emissioni da rispettare che non potranno essere superati, fino ad arrivare nel 2035 alla riduzione del 100% delle emissioni.

Già dal 2021 la Commissione europea aveva avanzato l’ipotesi di vietare di commercializzare auto e furgoni con motore a combustione interna a partire dal 2035. Si potranno ancora produrre veicoli con motori termici ma superati gli obiettivi di emissioni fissati dall’UE si dovrà pagare una mora di 95 euro per grammo di CO2/km al di sopra degli standard prefissati.

Questo significa che tutti i veicoli immatricolati nei prossimi anni saranno sempre di più a emissioni ridotte, fino ad arrivare nel prossimo decennio ai veicoli a 0 emissioni. Se prima si pensava che l’UE avesse dato spazio alla vendita di sole auto elettriche, adesso la Commissione europea apre le porte anche ai veicoli con motori termici purché siano alimentati da carburanti neutri climaticamente. Si tratta di una misura importante per l’ambiente e significherà un grande cambiamento per il settore automobilistico.

Le tappe

Lo stop alle auto alimentate a benzina o diesel fa parte del pacchetto Fit for 55 che prevede varie tappe fino ad arrivare a 0 emissioni nel 2035.

  • Taglio del 15% delle emissioni entro il 2025, rispetto al 2021.
  • Entro il 2030 le auto immesse sul mercato dovranno avere emissioni ridotte del 55% e del 50% i furgoni, sempre rispetto al 2021.
  • Deroga Motor Valley: si tratta di una deroga per produttori di nicchia (da 1.000 a 10.000 auto nuove o da 1.000 a 22.000 nuovi furgoni) per continuare a produrre veicoli con motori termici fino al 2035. Un’eccezione favorevole per l’Italia poiché tutela i produttori di auto di lusso come Lamborghini, Ferrari e Maserati. Esentati da queste nuove disposizioni coloro che producono meno di 1000 veicoli l’anno.
  • Lo stop è per la vendita di nuovi veicoli quindi quelli con motori tradizionali potranno continuare a circolare.
  • Bonus Zlev: dal 2025 fino al 2029 ci sarà un incentivo per la produzione di auto a zero emissioni o ibride. Se una casa produttrice di veicoli rispetta gli standard di emissioni sarà ricompensata. Il parametro da rispettare è la riduzione delle emissioni del 25% per le auto e del 17% per i furgoni.
  • Anche autobus e camion dovranno avere emissioni ridotte: è presente un programma per questi veicoli. Riduzione delle emissioni del 40% a partire dal 2030, del 65% a partire dal 2035 e del 90% dal 2040. L’UE avanza inoltre l’ipotesi di non produrre più autobus urbani.

Il parlamento europeo sostiene che i finanziamenti europei debbano andare verso la produzione di veicoli ecosostenibili e tecnologie legate a essa.

L’Italia si astiene dal voto

Il nostro Paese non è d’accordo con questa decisione dei ministri dell’energia dell’UE poiché sostiene che tale riforma sia troppo restrittiva. Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, è intenzionato a proporre alla Commissione europea i biocarburanti e li sosterrà come soluzione tra i combustibili neutri.

Invece Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy, ha dichiarato che difenderà e tutelerà al parlamento europeo le case produttrici automobilistiche italiane. Nonostante questo disaccordo il governo italiano è fiducioso nel trovare un accordo che possa far incontrare le esigenze del Paese e le regole dell’UE.

Differenza tra e-fuels e biocarburanti

È importante spiegare la differenza tra gli e-fuels e i biocarburanti. I primi sono carburanti di origine sintetica con zero emissioni. Vengono prodotti dalla scissione dell’acqua in idrogeno e ossigeno, e la seguente combinazione dell’idrogeno ricavato da tale processo con l’anidride carbonica catturata dall’atmosfera.

Gli e-fuels prevedono emissioni neutre di anidride carbonica poiché si alimentano con energia elettrica rinnovabile. L’anidride carbonica che fuoriesce nell’aria dai motori alimentati da e-fuel sarebbe di fatto bilanciata da quella eliminata dall’aria per la composizione del carburante.

Molte aziende sono favorevoli agli e-fuels (Eni, Mazda, Neste, Bosh, ecc.) poiché i motori potrebbero essere da subito neutri e quindi resi facilmente disponibili, nel mondo già esistono alte quantità di energie rinnovabili che possono essere utilizzate e soprattutto sono facili da immagazzinare e trasportare. Invece i contro sono diversi, in primis gli impianti sono molto costosi e il loro impatto ambientale è maggiore rispetto alle auto elettriche.

I biocarburanti, come per esempio il bioetanolo e il biodiesel, sono prodotti da materie prime di scarto e residui vegetali di oli generati da colture non in competizione con la produzione alimentare. Questo tipo di carburante consente una potenziale riduzione dell’emissione di anidride carbonica che va dall’80 al 100%.

Il principale vantaggio dei biocarburanti è che sono reperibili dai rifiuti, grazie a una buona raccolta differenziata si possono ricavare miliardi di litri di bio olio. Quindi potremmo dare un grande contributo energetico e ridurre, al tempo stesso, la quantità di rifiuti e le emissioni di gas serra. I contro invece sono che non possono essere ricavati con attività a zero emissioni.


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