Sostegno alle imprese femminili: vento in poppa al Sud Italia
Da anni ormai, Confcommercio è interessata al ruolo delle donne nel settore terziario. In particolare, l’obiettivo è quello di prestare attenzione alle difficoltà e alle sfide che esse devono affrontare per affermarsi da un punto di vista lavorativo.
Gli organi statali, negli ultimi anni, hanno deciso d’intervenire con delle misure per sostenere le imprese femminili, soprattutto al Sud.
Per impresa femmnile si intendono, così come previsto dall’articolo 5 della misura ON – Nuove imprese a tasso zero, tutte le imprese in cui almeno la metà dei soci e delle quote di partecipazione sono o appartengono a donne. In questo articolo scoprirai:
- maggiori informazioni sulle misure attuate dal Governo;
- la situazione attuale delle imprese femminili in Italia e soprattutto nel meridione.
I fondi per il sostegno delle imprese femminili
Recentemente, sono stati erogati tre fondi principali. Si tratta di:
- Fondo impresa femminile;
- Smart & Start Italia;
- misure per l’autoimprenditorialità.
Il Fondo impresa femminile, attualmente conclusosi perché terminata l’erogazione dei fondi, era previsto per sostenere la nascita, lo sviluppo e il consolidamento delle imprese femminili. Per farlo, ha utilizzato due mezzi, ovvero dei contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati. Il totale delle risorse era di 200 milioni di euro, di cui 160 di risorse PNRR e 40 stanziati dalla Legge di bilancio 2021.
Il Fondo era previsto per quattro tipi di impresa femmnile:
- le cooperative o le società in cui almeno il 60% dei soci è donna
- le società di capitale in cui le quote e gli organi di amministrazione per due terzi appartengono a o sono donne
- le imprese individuali con titolare donna
- lavoratrici autonome con partita IVA.
Il sostegno alle start up innovative
Un’altra misura destinata a fornire aiuti alle imprese, anche femminili, è Smart & Start Italia. Si tratta di una serie di incentivi previsti per la nascita e la crescita di imprese innovative ad alto contenuto tecnologico. A questa misura saranno destinate anche delle risorse provenienti dal Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza (PNRR) pari a 100 milioni di euro, che saranno utilizzati esclusivamente per le imprese femminili.
Si rivolge principalmente a start up innovative:
- localizzate su tutto il territorio italiano e iscritte al registro delle imprese;
- costituite da non più di 60 mesi alla data di presentazione della domanda;
- di piccola dimensione.
Inoltre prevede che anche le persone fisiche possano presentare domanda di finanziamento. Devono però impegnarsi a costituire l’impresa entro 30 giorni se la domanda è accettata. Anche le imprese straniere possono usufruire dell’incentivo. Per poterlo fare, devono istituire almeno una sede operative in Italia.
Che cosa finanzia?
Il piano Smart & Start Italia può finanziare i beni materiali, come gli impianti o i macchinari tecnologici necessari per il funzionamento dell’impresa; i beni immateriali, tra cui rientrano i brevetti, i marchi e le licenze; i servizi utili per lo sviluppo dell’impresa, come la progettazione, lo sviluppo e la personalizzazione; e infine il personale dipendente e i collaboratori.
Le agevolazioni che le start up possono richiedere sono:
- il finanziamento agevolato, senza interessi, pari al 90% delle spese ammissibili se l’impresa è stata costituita da donne o giovani fino ai 35 anni di età;
- il servizio di tutoraggio per lo sviluppo tecnico, che ammonta a un valore pari a 15 000 euro per le start up localizzate in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, mentre nel resto del territorio italiano ammonta a 7 500 euro;
- la conversione del finanziamento già ottenuto in contributo a fondo perduto, fino a un massimo del 50% delle agevolazioni ricevute.
Per presentare la domanda, è sufficiente collegarsi al sito e inviare la propria richiesta tramite la procedura elettronica fornita dal gestore dell’intervento, che è Invitalia S.p.A.
Misure per l’autoimprenditorialità
Queste misure sono previste per la creazione e lo sviluppo d’imprese. L’obiettivo è quello di sostenere la creazione di aziende micro e di piccole dimensioni su tutto il territorio italiano. In particolare, quelle a prevalente o totale partecipazione giovanile o femminile.
Sono destinate principalmente alle imprese costituite da meno di 60 mesi alla presentazione della domanda. Inoltre, almeno la metà delle quote o dei soci devono essere giovani tra i 18 e i 35 anni, oppure donne.
I settori a cui si rivolge sono:
- l’industria, l’artigianato e la trasformazione dei prodotti agricoli;
- i servizi alle imprese e alle persone;
- il commercio di beni e servizi;
- il turismo, incluse le attività di accoglienza e quelle ricettive.
La situazione delle imprese femminili nel Sud Italia
Lo stanziamento di fondi dà la possibilità di creare nuove società, soprattutto femminili o a maggioranza femminile, per ridurre il cosiddetto gender gap. Si tratta della differenza tra l’uomo e la donna sul lavoro. Ad esempio, può riguardare il salario, che nella maggioranza dei casi, a parità di mansioni, è più alto per gli uomini. Oppure ancora i loro compiti. La tendenza crescente è infatti quella di prevedere mansioni che richiedono maggiori responsabilità per i candidati uomo, piuttosto che per le donne.
Per questo motivo, lo Stato stesso si attiva perché un numero sempre maggiore di donne possa affermarsi nel mondo del lavoro. Particolare attenzione è prestata soprattutto alle regioni del Sud Italia. In queste zone, infatti, per una donna è ancora più complicato affermarsi nell’ambito lavorativo, rispetto a un uomo. Di conseguenza, gli aiuti previsti spesso sono più sostanziosi per le aziende con sede nel meridione.
Nel 2019, il 36% delle aziende in Italia a maggioranza femminile si trovavano al Sud. Fin dal 2003, l’Osservatorio Imprenditoria Femminile di Unioncamere e Infocamere ha l’obiettivo di registrare i dati sull’imprenditoria suddivisi per genere. Nel 2021, l’Osservatorio ha registrato alcuni dati particolarmente positivi per le regioni meridionali. Qui infatti l’incidenza del numero di aziende a conduzione femminile è molto alta, raggiungendo quasi il 30% di quelle presenti in regioni come la Sicilia, la Calabria e la Campania. Nell’anno 2022, invece si è assistito a un aumento dello 0,1% delle aziende femminili nell’intero territorio italiano.
Un possibile investimento per le imprese femminili potrebbe essere l’acquisto di beni all’asta. Guarda il nostro sito per ulteriori dettagli sull’argomento. Se vuoi ricevere maggiori informazioni su questo tema e sui fondi stanziati per l’imprenditorialità femminile, visita il sito ufficiale del Governo italiano.