Smart working: come cambierà dopo l’emergenza Covid-19?
L’emergenza sanitaria ha rivoluzionato il mondo del lavoro introducendo tante novità che a lungo erano state auspicate. La diffusione dello smart working è diventata capillare e si è rivelata l’unica possibilità per assicurare la continuità dei servizi e la permanenza dei lavoratori al loro posto.
Lavorare da casa non rende meno produttivi: è servita una pandemia per diffondere anche in Italia nuove modalità di lavoro che nel resto d’Europa, per esempio, sono ampiamente praticate. Secondo un’analisi dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, soltanto in Lombardia 1 milione e 600 mila lavoratori hanno adottato nuove modalità di servizio e in Italia sarebbero 8 milioni i cittadini (contro i 570 mila del 2019) che hanno abbandonato la propria scrivania per allestire una postazione domestica di lavoro. Infatti, l’87 % delle aziende ha scelto, durante l’emergenza Covid-19, smart working e lavoro a distanza per tutelare la salute dei propri dipendenti e adeguarsi alle misure di prevenzione disciplinate dal decreto Cura Italia. Questo provvedimento permette alle aziende di ricorrere al lavoro agile per ben sei mesi.
Come sono cambiate le modalità di lavorare
L’emergenza Covid-19 ha modificato tutte le nostre abitudini e gli approcci alla quotidianità. Il mondo del lavoro, tra chiusure forzate e nuove modalità di erogazione dei servizi, ha subito un duro colpo e soltanto il sostegno della tecnologia ha permesso, a molti uffici pubblici e privati, di continuare a garantire servizi e posti di lavoro. Sono soprattutto le aziende impegnate nel settore bancario, assicurativo, delle comunicazioni e dell’assistenza, gli studi professionali e la pubblica amministrazione ad aver fatto ricorso alla modalità di lavoro a distanza. La diffusione della modalità telematica, che prima che scoppiasse la pandemia era riservata a pochi lavoratori e richiedeva una procedura di attuazione estremamente complessa, è divenuta la forma privilegiata per garantire continuità imponendo un drastico cambiamento della quotidianità. In tempo di quarantena e di distanziamento sociale non si può più andare in ufficio, scambiare una chiacchiera con il vicino di scrivania, confrontarsi con i colleghi per trovare una soluzione. Tutto avviene online, in diretta dalla propria casa.
Questo nuovo stile di vita richiede un impegno costante per organizzare le proprie giornate e ridefinire le priorità quotidiane, in un difficile momento storico durante il quale la casa è il luogo in cui si lavora, si studia, ci si allena e ci si annoia. Lavorare da casa significa imparare ad interagire a distanza, attraverso i mezzi della tecnologia, autogestire le proprie attività anche in considerazione dei mezzi: la connessione casalinga non è efficiente come quella aziendale e, soprattutto in questo periodo in cui tutti siamo iperconnessi, l’idea di vedere andare in fumo il lavoro di una giornata fa balzare dalla sedia.
Al di là delle soluzioni pratiche per cui bisogna ingegnarsi a trovare dei correttivi, lo smart working pone dei quesiti anche sul piano burocratico. In materia di telelavoro, i contratti aziendali erano estremamente complessi e sono stati semplificati con il decreto emergenza. Infatti, è sufficiente che il datore comunichi al Ministero del Lavoro quanti e quali dipendenti esercitano da casa le proprie mansioni bypassando tutta una procedura che prevedeva la sottoscrizione di accordi.
I vantaggi dello smart working
Il lavoro agile non ha abbassato il livello di produttività delle aziende o dei lavoratori. Per ottenere i risultati, a cui aveva abituato il lavoro in presenza, è richiesta maggiore flessibilità e uno studio più mirato degli obiettivi. Questi aspetti si sono rivelati molto vantaggiosi e questa fase di emergenza sta costituendo una specie di sperimentazione: molte aziende hanno tratto beneficio anche in termini di produttività e non è escluso che conserveranno queste modalità di servizio anche quando l’emergenza sarà finita.
Le aziende attente ai temi dell’eco-sostenibilità e del rispetto per l’ambiente non potranno fare a meno di notare i dati positivi che riguardano il livello di inquinamento delle città. Evitare gli spostamenti quotidiani di milioni di lavoratori significa ridurre in maniera sostanziale il tasso di emissioni di anidride carbonica.
Gli svantaggi dello smart working
Non dover uscire la mattina di corsa, prendere mezzi pubblici o imbottigliarsi nel traffico, non doversi preoccupare della camicia stirata male e poter lavorare dal soggiorno della propria casa sembrano trasformare la prospettiva del lavoro agile in un paradiso… ma non è così. Anche questa soluzione, che in questo periodo, appare come la migliore praticabile, nasconde delle insidie:
- alcuni costi, normalmente a carico dell’azienda gravano sul lavoratore: lavorando da casa, le aziende sono sollevate dai costi di igiene e manutenzione degli uffici, connessione internet, elettricità ed eventuale riparazione dei dispositivi;
- si passa da una retribuzione oraria ad un retribuzione che tiene conto dell’obiettivo: la maggior parte delle persone che in questi giorni lavora da casa avranno sicuramente notato che la quantità di tempo trascorso davanti al pc è sicuramente superiore al tempo passato dietro la scrivania in ufficio;
- riduzione dei legami sociali: trasferire il sistema lavorativo in una sfera individuale ha delle ricadute sul piano psicologico. Il luogo di lavoro è un ambiente in cui si costruiscono legami interpersonali che il lavoro a distanza elimina, chiudendo il lavoratore in una sorta di “isolamento sociale”.
Come sostenere la diffusione dello smart working
Il nuovo assetto lavorativo imposto dall’emergenza Covid-19 lascerà sicuramente un segno indelebile nella modalità di gestione dei rapporti di lavoro e non è escluso che si diffonda in molte aziende. Tuttavia, passata l’emergenza bisognerà ripensare anche questo sistema e dotare aziende e lavoratori degli strumenti idonei. In particolare le aziende dovranno garantire:
- infrastrutture informatiche: l’efficienza della rete internet è un aspetto fondamentale. La diffusione di Internet veloce e della fibra può, senza eccezioni, condizionare positivamente il lavoro a distanza. Molte aziende dovranno ricorrere ad un upgrade dei software dei sistemi informativi e gestionali;
- alfabetizzazione informatica: il lavoratore deve acquisire la piena autonomia per gestire autonomamente tutti gli imprevisti tecnici;
- organigramma aziendale e pianificazione degli obiettivi: l’organizzazione della squadra aziendale, la definizione dei ruoli e la razionalizzazione del lavoro richiedono una strategia basata sulla fiducia;
- potenziare l’accesso da remoto tutelando la privacy e la sicurezza.