Settore enogastronomia: nuovo bonus per i contratti di apprendistato
C’è un nuovo bonus che riguarda il settore dell’enogastronomia, un’agevolazione che le imprese aspettavano con urgenza. Si aggiunge quindi ai nuovi bonus per i lavoratori previsti per il 2023, in particolar modo per coloro che operano nel settore della ristorazione e nell’enogastronomia possono approfittare di una nuova agevolazione.
Che cos’è il bonus assunzione?
Parliamo di un bonus assunzione per tutte le aziende che lavorano nell’enogastronomia e che prevedono un 70% di contributi fino a un massimo di 30.000€, solo per chi assume giovani diplomati di età inferiore ai 30 anni per un contratto di apprendistato. I contratti in questione devono avere una durata minima di 12 mesi ed è dedicato a tutte le aziende del settore alberghiero, agroalimentare ed enogastronomico. Lo scopo di questi incentivi è quello di valorizzare i settori sopracitati e di facilitare l’assunzione di giovani diplomati. I fondi stanziati verranno utilizzati per i pagamenti degli stipendi al lordo della cifra, ovviamente tutte le operazioni dovranno essere tracciabili e dichiarate al fine di evitare frodi.
Il Fondo è stato previsto dalla Legge di Bilancio del 2022 perciò le aziende lo aspettavano già da qualche mese e finalmente è realtà. Il totale donato per l’anno 2022 è di 6 milioni di Euro mentre per il 223 sarà d ben 14 milioni, con queste somme si spera di poter ridare il giusto slancio ai lavoratori che operano nei settori ospitalità alberghiera ed enogastronomia.
Come richiedere l’incentivo
Naturalmente per poter richiedere l’incentivo ci sono dei requisiti da rispettare e una certa quantità di documentazione da presentare. In primis va specificato che ogni azienda potrà presentare una sola domanda di erogazione dei fondi e per farlo dovrà presentare domanda e allegare necessariamente il piano di formazione degli apprendisti perché questa venga presa in considerazione. Dopo 30 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento verrà seguito da un’altra indicazione che spiega i termini e le modalità di presentazione delle domande, quindi bisognerà attendere questo termine per poter procedere alla richiesta dei fondi. Per l’accettazione delle domande verrà seguito un ordine strettamente cronologico. Invitalia provvederà al controllo e solo con l’esito positivo le aziende potranno inviare la richiesta di erogazione (che avverrà entro 90 giorni).
I requisiti per l’accoglimento della domanda
Per essere sicuri di rientrare tra le aziende beneficiarie è necessario rispettare alcune regole:
- il contratto apprendistato venga fatto a soggetti under 30;
- i soggetti devono essere diplomati presso un istituto professionale a indirizzo ospitalità alberghiera o enogastronomia da non più di 5 anni;
L’erogazione del contributo segue la richiesta formale dell’impresa beneficiaria corredata da un elenco dei soggetti assunti, una relazione tecnica con obiettivi raggiunti, copia delle buste paga, documenti che dimostrano la tracciabilità dei pagamenti e la copia del diploma per ogni risorsa.
Le tipologie di apprendistato sono essenzialmente tre: primo livello, professionalizzante e alta formazione.
Chi può richiedere l’incentivo?
Possono richiedere l’incentivo queste imprese:
- Codice Ateco 56.10.11 ovvero tutte quelle del settore ristorazione e somministrazione. Le aziende devono essere iscritte nel Registro delle Imprese da almeno 10 anni o da chi (almeno un anno prima) ha acquistato un 25% di prodotti IGP, DOP, SQNZ, ecc.
- Codice Ateco 10.71.20 ovvero laboratori di produzione di pasticceria fresca. Iscritte al Registro delle Imprese da 10 anni o che abbiano acquistato il 5% di prodotti certificati.
- Codice Ateco 56.10.30, parliamo quindi di gelaterie e pasticcerie. Iscritte al Registro delle Imprese da 10 anni o che abbiano acquistato il 5% di prodotti certificati.
C’è quindi un forte desiderio di spronare il settore enogastronomico ma anche la volontà di supportare i prodotti e le eccellenze italiane. Tutte dovranno essere in regola con i contributi e i vari adempimenti fiscali per cui le imprese in liquidazione non potranno aderire al bonus. Per mostrare la situazione fiscale, alla domanda va allegata una Dichiarazione Sostitutiva dell’Atto di Notorietà.
Il contributo può essere revocato?
La risposta è sì. Il Ministero effettuerà dei controlli a campione sulle aziende beneficiarie con lo scopo di accertare che tutti i requisiti siano soddisfatti. In caso contrario, l’agevolazione dovrà essere immediatamente restituita. Un altro fattore che potrebbe indurre la revoca è il licenziamento anzitempo delle risorse, in un periodo inferiore alla clausola dei 12 mesi. Così come l’aver inviato una documentazione falsa, aver richiesto una procedura di liquidazione, aver ostacolato i controlli del Ministero e spostato la sede dell’impresa in uno stato non europeo. Chi ha intenzione di richiedere il bonus dovrà quindi pensarci bene e preventivare un periodo sotto controllo di 12 mesi. Questa dinamica è però importante con il fine di evitare richieste truffaldine che renderebbe vano l’obiettivo di supportare le aziende italiane meritevoli.
Perché il contributo è così importante?
La pandemia mondiale ha causato un grave danno a vari settori, tra questi anche l’enogastronomia. In più, il recente rincaro dei prezzi ha peggiorato ulteriormente le cose. Il Governo ha sentito quindi la necessità di dare una grossa spinta al mercato, offrendosi di formare giovani diplomati che così non saranno un peso per le aziende che non hanno abbastanza liquidità per sostenerne le spese. Il primo sostanziale obiettivo quindi è permettere alle aziende di ritornare ai livelli pre-Covid19. Il secondo è formare giovani leve del settore e, infine, premiare le aziende che acquistano le eccellenze italiane. Ricordiamo infatti che il contributo è diretto alle aziende iscritte al Registro delle Imprese da 10 anni ma anche a quelle nuove che hanno acquisto prodotti certificati e biologici negli ultimi 12 mesi.
C’è anche una quarta dinamica che è più una conseguenza che un obiettivo specifico. Con il denaro risparmiato, le imprese potranno andare a colmare alcuni gap aziendali come la mancanza di macchinari o aggiornare quelli già esistenti. Un’idea, ad esempio, è acquistare beni strumentali all’asta che renderanno l’operato molto più competitivo a livello nazionale e non solo. In un periodo storico così duro dal punto di vista professionale, è bene cogliere ogni occasione per migliorare l’azienda, risparmiare denaro senza sacrificare la qualità e portare avanti la propria missione aziendale nel settore riservato all’enogastronomia e all’ospitalità alberghiera.