Libero professionista o ditta individuale: quali differenze?

Libero professionista o ditta individuale: quali differenze esistono tra le due forme giuridiche

La prima domanda a cui dobbiamo rispondere è quali sono le differenze tra libero professionista e ditta individuale, in questo modo sarà facile capire qual è la forma giuridica più in linea al tipo di lavoro che si svolge. Le attività di lavoro indipendente vengono suddivise dalle norme civilistiche e fiscali in due grandi categorie che sono:

  • la ditta individuale, di cui è titolare l’artigiano o il commerciante;
  • il lavoro autonomo intellettuale legato alla libera professione.

È importante non sbagliare perché adottare una formula giuridica errata comporterebbe forme contributive e fiscali non idonee all’attività che svolgi. La categoria di appartenenza, inoltre, comporta specifici adempimenti che riguardano l’apertura della Partita Iva, i contributi e la possibilità di fallire nel caso si tratti di una ditta individuale. Ma vediamo nel dettaglio quali sono le attività che determinano l’appartenenza a una o all’altra categoria.

Il libero professionista e l’attività intellettuale

Ti dedichi alla libera professione se svolgi un’attività autonoma in cui prevale il lavoro intellettuale: in questo caso non fornisci beni ma solo servizi. Entrando più nello specifico è necessario dire che sono due le categorie di liberi professionisti: una è quella che comprende coloro che sono iscritti ad un Albo o all’ordine (commercialisti, avvocati, giornalisti, medici, notai ecc). In questo caso ci riferiamo alle cosiddette professioni protette dove ogni gruppo di professionisti ha una Cassa di riferimento. L’altra categoria, invece, accoglie tutti i lavoratori intellettuali che non hanno un ordine di riferimento, tra questi gli amministratori di condominio e i consulenti.

La ditta individuale e il titolare

L’impresa individuale comprende lavoratori che svolgono una attività prevalentemente manuale, come gli idraulici, i muratori, gli imbianchini, gli elettricisti e i commercianti sia all’ingrosso che al dettaglio. Si tratta quindi di una attività economica finalizzata alla produzione di beni o servizi che deve essere abituale e quindi non attuata in maniera sporadica. Questa forma giuridica richiede l’iscrizione al Registro delle Imprese. Il titolare può essere coadiuvato da dipendenti o da collaboratori e risponde con il suo patrimonio dei rischi di impresa. Sia per il professionista che esercita una attività intellettuale che per la ditta non si fa alcun riferimento ad eventuali collaboratori o alle dotazioni possedute perché l’unica discriminante è data dalla tipologia di lavoro. Non puoi quindi decidere arbitrariamente quale formula giuridica adottare perché è il tipo di attività che la determina.

Il libero professionista: come aprire la partita Iva

Se sei un libero professionista che desidera avviare la sua attività ed aprire la Partita Iva devi trasmettere alla Agenzia delle Entrate il modello AA9/12 debitamente compilato e iscriverti alla gestione separata Inps per il versamento dei contributi. Se invece sei iscritto all’Ordine devi iscriverti alla Cassa previdenziale di riferimento, come accade nel caso dei giornalisti o di altre categorie di professionisti. Per farlo puoi affidarti ad un commercialista ma puoi anche svolgere autonomamente la procedura online servendoti delle credenziali date dall’Agenzia delle Entrate e dall’Inps. Ricorda però che la dichiarazione si considera inoltrata solo nel momento in cui l’Agenzia delle Entrate conclude la ricezione dei dati. La procedura eseguita in modo autonomo, senza avvalersi quindi di un professionista, non ha costi ma dovrai presentare il modello AA9/12 entro 30 giorni dall’inizio della tua attività. Nel caso si decida di eseguire una variazione o di chiudere una Partita Iva già esistente, dovrai sempre compilare il modello AA9/12 e presentarlo entro 30 giorni dalla data di variazione o cessazione dell’attività adottando le modalità richieste per l’inizio dell’attività.

Ditta individuale: come aprire la Partita Iva

In questo caso devi iscriverti al Registro delle Imprese della Camera di Commercio compilando la Comunicazione Unica con cui la tua impresa assume una forma giuridica. Questa pratica informatica rende più semplice e veloce il rapporto con la Pubblica Amministrazione grazie ad una sola procedura che riepiloga le richieste ai diversi Enti (Camera di Commercio, Agenzia delle Entrate, INAIL, INPS) ed è costituito da modelli che riguardano tutti gli adempimenti e quindi:

  • gli atti amministrativi per l’iscrizione al Registro delle Imprese;
  • i documenti fiscali per l’apertura della Partita Iva
  • gli adempimenti assistenziali e previdenziali (Inps e Inail)

Si tratta di una procedura semplificata che si rivolge ad uffici differenti e che puoi inoltrare  telematicamente attraverso il sito del Registro delle Imprese.

Differenze previdenziali

Tra il libero professionista e il titolare dell’impresa individuale sussistono altre importanti differenze a livello previdenziale. Infatti i contributi che il professionista deve versare variano a seconda che si tratti di un professionista con “Cassa” o senza Cassa previdenziale di riferimento. Inoltre ogni “Cassa” dispone di regole differenti attraverso cui vengono determinati i contributi da pagare. La regola generale, comunque, vede la determinazione dei contributi stabilita in base al volume di affari annuale. Se invece sei un libero professionista iscritto alla gestione separata Inps, sarà considerato il reddito imponibile ai fini Irpef. Nel caso dell’ impresa individuale sussiste l’obbligo di iscriversi all’Inps, Gestione  IVS artigiani/commercianti, a cui si versa una quota fissa annuale indipendentemente dal reddito. A questa bisogna aggiungere i contributi circa il reddito eccedente il minimale.

I vantaggi e gli svantaggi della ditta individuale

I vantaggi della ditta individuale sono molti e comprendono la presenza di vincoli minimi legati alla sua costituzione, la possibilità di non dover tenere i libri sociali e, in caso di liquidazione della ditta, è sufficiente comunicare la chiusura agli enti (Camera di Commercio, Inps e Inail) e chiudere la partita Iva che avviene velocemente attraverso ComUnica. Anche se la ditta individuale rappresenta la formula giuridica più semplice ed è anche poco onerosa, bisogna ricordare che il titolare ha una responsabilità illimitata e, come già detto, il suo patrimonio è a rischio di impresa. Dovrai quindi preferirla solo se non sono necessari onerosi investimenti e se i rischi di impresa  non sono eccessivi.