Imprese agricole: contributi, fondi e tutti gli aiuti per l’emergenza coronavirus

In questo periodo di grave difficoltà economica e sanitaria, il Decreto Rilancio prevede una serie di aiuti alle imprese utili a risollevarsi dopo il coronavirus. Nel decreto legge sono previsti numerosi aiuti statali anche per le imprese agricole; oltre alle agevolazioni fiscali, sono disponibili interventi a fondo perduto per garantire liquidità immediata. Vediamo, ora, quali sono gli aiuti disponibili per la tua impresa agricola, come richiederli e quali sono i requisiti per accedervi.

Aiuti alle imprese agricole: le novità nel decreto Rilancio

Iniziamo parlando degli aiuti PAC, ossia i fondi provenienti dall’Unione Europea per incentivare l’agricoltura. I fondi derivanti dalla politica agricola comune, quest’anno, potranno essere anticipati con versamento diretto all’agricoltore. L’importo massimo dell’anticipo è pari al 70% del dovuto per l’anno 2020. La domanda per l’anticipo PAC doveva essere presentata alle autorità competenti entro il 15 Giugno 2020; con il Decreto Rilancio, viene resa possibile la richiesta dell’anticipo, con una formula di richiesta semplificata, anche a tutte quelle aziende che a causa del coronavirus non sono state in grado di rispettare le scadenze burocratiche previste.

Contributi statali a fondo perduto

Anche il governo italiano offre alle imprese agricole degli interventi a fondo perduto. L’accesso a questi aiuti è possibile solo per le aziende che sono ancora in attività al momento della richiesta, e che hanno un ricavo annuale (riferimento 2019) inferiore ai 5 milioni di euro. Inoltre, è necessario dimostrare di aver perso, nel mese di Aprile 2020, almeno il 33% del fatturato rispetto ad Aprile 2019.

Se questi requisiti vengono soddisfatti, l’impresa agricola potrà richiedere il bonus direttamente online, da Entratel o tramite piattaforma “Fatture e corrispettivi” di Agenzia delle Entrate. La procedura di compilazione della domanda è semplificata: il titolare dell’azienda dovrà inserire il proprio codice fiscale, l’iban su cui ricevere il versamento e, infine, i ricavi di Aprile 2019 e Aprile 2020. L’aiuto versato corrisponderà a una certa percentuale della perdita rilevata: fino al 20% della differenza tra Aprile 2020 e Aprile 2019 per imprese il cui ricavo annuale non supera i 400 mila euro, fino al 15% della differenza per imprese con ricavi fino a 1 milione di euro, fino al 10% della differenza per imprese con ricavi fino a 5 milioni di euro. Il versamento minimo è di 1000 euro per le imprese individuali, di 2000 euro per le società.

Contributi per sanificazione e adeguamento alle normative

Anche l’impresa agricola può godere dei contributi statali per la sanificazione e l’adeguamento alle nuove normative sul distanziamento sociale. Questi contributi sono erogabili con versamento diretto una tantum, oppure come credito d’imposta, per un ammontare pari al 60% delle spese di adeguamento già sostenute. Il totale del bonus erogato non può superare i 60 mila euro; il credito d’imposta è trasferibile a banche e istituti finanziari.

I fondi emergenziali per le filiere in crisi

Il governo italiano ha stanziato 500 milioni di euro per l’aiuto diretto alle filiere agricole che più hanno risentito dell’emergenza coronavirus, come ad esempio le imprese agricole, di acquacoltura, florovivaismo, di allevamento ovino, o impresa casearia. Per poter richiedere gli aiuti da questo fondo speciale, gli imprenditori (purché operanti nei settori interessati) dovranno inoltrare all’Agenzia delle Entrate una specifica richiesta danni.

Latte, prodotti caseari, carne e uva: che fare quando la filiera si interrompe?

Per limitare i danni causati dal blocco del circuito Ho.Re.Ca., e il crollo dei prezzi che potrebbe verificarsi a causa dell’improvvisa sovrabbondanza sul mercato di prodotti agrari appartenenti alle categorie di cui sopra, il governo italiano ha autorizzato una serie di aiuti per sostenere l’ammasso privato. Il fondo per l’ammasso privato ammonta a 45 milioni di euro per il latte di bovino, di bufala e ovicaprino, e i relativi prodotti caseari. Un aiuto proveniente da questo fondo potrà essere richiesto anche sostenere le spese per l’ammasso privato di carni bovine e suine.

Il settore vitivinicolo è stato uno di quelli più duramente colpiti dal virus. Alcuni dati stimano una diminuzione delle vendite dei prodotti vinicoli, a livello europeo, attorno al 50%. Con oltre metà del giro d’affari “bruciato”, le cantine italiane straripano d’invenduto: una situazione pericolosa per l’intera filiera, che rischierebbe di far crollare i prezzi dei vini al di sotto del margine di profitto. Per questa ragione, il governo italiano ha previsto 2 misure: la vendemmia verde e la distillazione volontaria di crisi. Entrambe le misure mirano a diminuire la quantità di vino sul mercato, regolando così i prezzi.

  • La vendemmia verde (ossia la distruzione delle uve ancora immature, da effettuarsi entro il 30 Luglio) dovrà essere effettuata su almeno il 20% delle viti dell’impresa agricola per poter accedere agli aiuti. Per la vendemmia verde, sono stati stanziati 100 milioni di euro.
  • La distillazione volontaria di crisi prevede la trasformazione del vino invenduto in alcool puro da destinare, ad esempio, al settore sanitario, o alla produzione di igienizzante. Il produttore che opterà per la distillazione di crisi otterrà un contributo per la lavorazione.

Lavoro familiare

I parenti dell’imprenditore, fino al sesto grado, possono prestare servizio occasionale in azienda a titolo gratuito, senza necessità di adempiere a particolari vincoli burocratici. Questa misura è stata ideata per sopperire, almeno in parte, al blocco delle frontiere e alla conseguente irreperibilità di manodopera straniera in agricoltura.

Estensione dei permessi di soggiorno per i lavoratori migranti

Per le ragioni illustrate qui sopra, il governo ha istituito una proroga dei permessi di soggiorno, e un rinnovo agevolato per i lavoratori presenti (anche irregolarmente) sul territorio italiano. Per poter richiedere la proroga, il rilascio ex novo o il rinnovo del permesso di soggiorno, il datore di lavoro del migrante dovrà recarsi presso le autorità competenti ed effettuare la richiesta. Il permesso di soggiorno ottenuto tramite proroga o rinnovo in questo periodo avrà una durata di soli 6 mesi.

Per maggiori informazioni su tutti i bonus e le agevolazioni a disposizione degli imprenditori agricoli, consigliamo di rivolgersi direttamente all’ufficio territoriale di competenza di Agenzia delle Entrate.