Green New Deal: a favore delle imprese che adottano processi di economia circolare
Il futuro verde è alle porte
Il termine “Green New Deal” è stato usato per la prima volta dal premio Pulitzer Thomas Friedman nel gennaio 2007. In quel momento l’America stava vivendo l’anno più caldo mai registrato (anche se da allora ce ne sono stati altri cinque ancora più caldi). Friedman si rese conto che la soluzione facile al cambiamento climatico auspicata dai politici non era possibile. Ci sarebbero voluti soldi, sforzi e l’intervento di molteplici interlocutori.
Al giorno d’oggi ci si sta sempre più rendendo conto che una serie d’interventi strutturali sia necessaria e relativamente poco rimandabile. Ognuno può fare la propria parte per la tutela ambientale, partendo dalla raccolta differenziata eseguita con attenzione, fino ad arrivare all’adozione di processi di economia circolare e green. Ma se il contributo del singolo è comunque essenziale, quello delle imprese lo è in misura ancora maggiore. La crescita sostenibile non è un’utopia, ma un traguardo raggiungibile grazie agli sforzi congiunti della collettività.
Alla guida di questa transizione ecologica le istituzioni hanno logicamente un ruolo chiave; devono gestire passo dopo passo una serie di cambiamenti complessi, ma necessari e urgenti.
Ad esempio, un obiettivo come la riduzione dell’utilizzo dei combustibili fossili, richiede che il governo aumenti i prezzi di queste materie prime per disincentivarne l’utilizzo, introduca standard energetici più elevati e intraprenda un massiccio progetto industriale per lo sviluppo di tecnologie verdi.
Il Green New Deal
Se di recente avete sentito parlare molto del Green New Deal, ma non siete ancora sicuri di cosa sia, non siete i soli. Dopotutto, i suoi sostenitori l’hanno presentato come il modo per evitare la distruzione del pianeta, mentre gli oppositori l’hanno diffamato come un complotto contro la collettività. Quindi è normale che la situazione sia un po’ confusa.
Il Green New Deal è una risoluzione internazionale che definisce un grande piano per affrontare il cambiamento climatico. La proposta invita i governi mondiali a disintossicare il pianeta dai combustibili fossili e a ridurre le emissioni di gas serra che riscaldano il globo nella sua interezza. Inoltre, mira a garantire nuovi posti di lavoro ben retribuiti nelle industrie dell’energia pulita e una serie corposa d’incentivi utili per favorire un serio percorso di modifica delle abitudini legate ai processi di produzione industriale.
L’obiettivo del Green New Deal è quello di ridurre le emissioni nocive per evitare le peggiori conseguenze del cambiamento climatico, cercando al contempo di risolvere problemi sociali come la disuguaglianza economica e la mancanza di posti di lavoro.
Questo nuovo approccio internazionale alla soluzione del problema del riscaldamento globale si basa su due importanti rapporti pubblicati l’anno scorso dalle Nazioni Unite e da scienziati federali che hanno lanciato un avvertimento preoccupante: hanno infatti avvisato il mondo intero che se le temperature globali continueranno ad aumentare, siamo destinati a sperimentare ondate di calore, incendi e siccità più intense. La ricerca mostra che l’economia mondiale potrebbe perdere miliardi di dollari entro la fine del secolo a causa dei cambiamenti climatici. Attualmente le emissioni di carbonio stanno aumentando del 2,7% a livello globale, secondo le prime stime.
Le misure proposte dal Green New Deal italiano
Passiamo a vedere all’atto pratico quali sono i passi previsti dal governo in questo momento storico e quali saranno i benefici per le imprese.
L’incentivo del piano italiano Green New Deal vuole sostenere la transizione ecologica orientata allo sviluppo di modelli basati sull’economia circolare. Per ottenere questo obiettivo sono state stanziate agevolazioni finanziarie a sostegno della realizzazione di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione green.
La misura è stata pensata al fine di supportare progetti di aziende che hanno già ottenuto l’ammissione ai contributi agevolati previsti dal FRI (Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca). La data di scadenza per presentare la domanda di accesso ai finanziamenti è il 17 novembre 2022. Il bando prevede la partecipazione d’imprese di ogni dimensione; si richiede che queste ultime esercitino attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e di ricerca e che presentino progetti individuali o collaborativi. I fondi consistono in 600 milioni di euro sotto forma di finanziamenti agevolati e con differenti destinazioni. Per approfondire queste informazioni vi invitiamo a visitare il link del Ministero delle Imprese e del Made in Italy: https://www.mise.gov.it/it/incentivi/green-new-deal
Quali sono gli obiettivi del piano verde
L’intervento del governo vuole sostenere progetti coerenti con il raggiungimento di numerosi obiettivi relativi a:
- Limitare progressivamente l’utilizzo di combustibili fossili.
- Sviluppare processi a economia circolare.
- Ridurre l’uso della plastica e implementare l’utilizzo di materie prime alternative e sostenibili.
- Rigenerare le aree urbane nelle quali si rilevano importanti criticità ecologiche.
- Promuovere il turismo sostenibile.
- Ridurre il cambiamento climatico e l’aumento delle temperature.
Per accedere ai finanziamenti è necessario che le attività di ricerca industriale e quelle relative alle nuove sperimentazioni siano orientate alla realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi in linea con le idee ecologiche del piano, o anche alla modifica e all’implementazione ecologica di attività industriali già in corso.
I finanziamenti andranno a premiare le PMI che dimostreranno avere un elevato contenuto d’innovazione e sostenibilità e le cui attività siano destinate a modificare in maniera radicale i processi produttivi attualmente esistenti. Insomma, si cercherà di premiare tutti coloro i quali dimostreranno un interesse alla tutela ambientale e che propongano soluzioni orientate al bene della collettività.
Altre caratteristiche da tenere in conto riguardano elementi tecnici e burocratici; infatti, le imprese che faranno richiesta dei finanziamenti dovranno soddisfare alcune condizioni specifiche, come avere la sede legale e produttiva in Italia, richiedere somme comprese tra 3 e 40 milioni di euro e prevedere piani d’azione di durata non inferiore a 12 mesi e non superiore a 36.
Per finire, i progetti presentati non devono essere stati avviati prima della richiesta dei finanziamenti, ma solo a seguito dell’eventuale erogazione di questi ultimi.
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