Fondo nuove competenze 2025: di cosa si tratta

Fondo nuove competenze 2025

Negli ultimi anni, il Governo italiano ha varato una serie di incentivi e agevolazioni mirati ad aiutare le aziende o le realtà imprenditoriali a nascere, crescere e consolidarsi nel mercato di riferimento. Tuttavia, per raggiungere tali obiettivi è senza dubbio cruciale contare su un personale altamente qualificato. Personale formato e con le idee chiare sulle strategie da seguire per mantenere la produttività aziendale su alti livelli.

In questo, la formazione gioca un ruolo assolutamente cruciale: consentire ai dipendenti di un’azienda di apprendere i segreti di marketing ed essere al passo con le linee guida tracciate è sempre più importante. Pertanto, è stato da poco rinnovato il cosiddetto Fondo Nuove Competenze 2025.

Misura tanto attesa dalle imprese poiché in grado di rappresentare un’opportunità molto concreta per investire sulla formazione dei propri dipendenti senza rinunciare all’innovazione e alla sostenibilità.

Ma di cosa si tratta? Come funziona, quali sono i requisiti da soddisfare per fruirne e che dire delle scadenze da rispettare?

Consideriamo ciò e molto altro in questo articolo!

Incentivi per la formazione dei lavoratori dipendenti

Innanzitutto, è opportuno partire chiarendo la definizione di Fondo Nuove Competenze 2025: si tratta di un’iniziativa che proviene direttamente dal Ministero del Lavoro. Sancita dall’articolo 88 del Decreto Rilancio del 2020, successivamente è stata rifinanziata dal Decreto Agosto dello stesso anno.

Sostanzialmente, la misura è stata ideata per rivolgersi alle aziende italiane con lo scopo di supportare l’aggiornamento e lo sviluppo di nuove competenze nei lavoratori. In questo modo è possibile rispondere in maniera appropriata alle trasformazioni sempre più rapide del mondo del lavoro.

L’edizione 2025 recentemente varata prevede tuttavia una novità, ossia l’estensione del fondo anche ai disoccupati. In questo modo, le opportunità di formazione vengono date anche a chi è alla ricerca di occupazione agevolandogli di fatto l’inserimento nel mondo del lavoro.

Inoltre, il Fondo Nuove Competenze ha anche l’obiettivo di guidare le aziende e le imprese ad effettuare la cosiddetta transizione digitale ed ecologica, vera e propria priorità al giorno d’oggi.

La dotazione finanziaria di cui dispone il Fondo Nuove Competenze 2025 è di circa 730 milioni di euro, con la possibilità di integrazione di altre fonti di finanziamento. Ad ogni modo, le aziende che possono beneficiarne hanno altresì l’opportunità di combinare il Fondo con altri stanziamenti professionali, ottenendo un finanziamento adeguato alla retribuzione oraria dei dipendenti che saranno impegnati nel processo di formazione.

Ma che dire del reale funzionamento di tale misura?

Fondo nuove competenze 2025: come funziona e cosa copre

Il supporto che il Fondo Nuove Competenze fornisce alle imprese e alle aziende per la formazione dei dipendenti è concreto poiché copre una parte notevole dei relativi costi.

Il meccanismo, infatti, implica l’erogazione di contributi a fondo perduto che possono arrivare a coprire il 60% della retribuzione oraria di ciascun lavoratore e l’80% nel caso di sistemi e filiere formative.

Inoltre, è altresì previsto il rimborso totale di tutti gli oneri previdenziali.

Dato che tale misura è integrabile con qualsivoglia altro Fondo Interprofessionale, le aziende possono accedere alla formazione in modo completamente gratuito.

Il contributo subisce un’ulteriore maggiorazione nel caso dei disoccupati o di apprendisti assunti in azienda prima dell’avvio della formazione.

Ovviamente, solo dopo la concessione dei contributi può iniziare l’effettivo processo di formazione per i dipendenti.

Che dire della ripartizione delle risorse del Fondo in base alle categorie di imprese?

La suddivisione del Fondo è stata così ideata:

  • un 25% del Fondo è destinato ai Sistemi Formativi, ossia ai gruppi di imprese che vedono la presenza di Big Player, grandi datori di lavoro veri e propri punti di riferimento;
  • un 25% si rivolge alle Filiere formative, ossia micro, piccole e medie imprese che operano sul territorio e che possiedono specializzazioni di produzione con una base economica abbastanza stabile;
  • il restante 50% è destinato ai datori di lavoro.

I programmi di formazione devono soddisfare alcuni requisiti per poter essere parte del beneficio

  • La presenza di un programma basato sull’innovazione tecnologica, ossia sulle competenze che i dipendenti dovrebbero acquisire legate alla digitalizzazione, all’automazione e all’uso di strumenti tecnologici;
  • la presenza di percorsi di formazione sostenibili, ovvero basati sull’insegnamento delle principali pratiche di transizione ecologica, di promozione dell’economia circolare, di riduzione degli sprechi e del trattamento corretto di scarti e rifiuti;
  • la presenza di lezioni basate sulle innovazioni aziendali per l’efficientamento energetico e l’utilizzo di fonti sostenibili e sulle innovazioni finalizzate alla produzione e alla commercializzazione di beni che richiedono un aggiornamento delle competenze digitali.

Inoltre, ad essere compresa nei requisiti vi è anche la durata dei progetti formativi, la quale dev’essere tra le 30 e le 150 ore di formazione per ciascun lavoratore.

Ad ogni modo, si tratta di un ventaglio abbastanza ampio che permette all’azienda di personalizzare l’offerta formativa a seconda delle proprie specifiche esigenze.

Veniamo a questo punto alle modalità di presentazione delle domande per fruire del Fondo Competenze 2025.

Fondo Nuove Competenze 2025: come e quando fare domanda

Tra le novità di maggior rilevanza della nuova edizione del Fondo Nuove Competenze vi è sicuramente la scadenza ufficiale per la presentazione delle domande.

L’apertura è stata il 10 febbraio, mentre la chiusura è prevista per il 10 aprile. Esattamente 2 mesi di tempo massimo sul quale le aziende possono contare per organizzare la pratica.

L’unica modalità di presentazione delle domande è per via telematica mediante il portale riservato a tale scopo. I richiedenti dovranno anche fornire alcuni documenti e delle specifiche informazioni che verranno richieste loro in fase di compilazione della domanda.

Tra di esse figurano:

  • l’anagrafica del datore di lavoro;
  • il progetto di formazione che assicura l’incremento delle competenze ai lavoratori;
  • l’accordo collettivo di rimodulazione;
  • il numero eventuale di disoccupati selezionati preventivamente dal datore di lavoro;
  • il numero di ore di formazione e il quantitativo di dipendenti che fruiranno della stessa.

Il portale dedicato è il sito dell’ANPAL al quale il richiedente dovrà accedere con SPID, CNS o CIE. Nel caso in cui non si abbia mai effettuato l’accesso, si dovrà necessariamente procedere con la registrazione al portale.

La piattaforma di presentazione delle domande è situata nella sezione Materiali Utili alla voce Piattaforma Fnc3, nella quale è altresì disponibile un manuale d’uso.

Le varie domande verranno valutate secondo l’ordine cronologico di presentazione. Ciò si traduce nell’assegnazione delle risorse stanziate fino all’esaurimento dei fondi disponibili sulla base della data e dell’ora di inoltro della domanda.

Le tempistiche previste per l’erogazione dei contributi sono di circa 10 mesi con l’aggiunta di altri 2 mesi per la rendicontazione. Come già menzionato precedentemente, la formazione potrà avviarsi solo dopo l’approvazione della domanda.

Ma quali sono i requisiti che le aziende devono soddisfare per poter accedere al Fondo?

Fondo Nuove Competenze 2025: i requisiti da soddisfare

Le aziende e i datori di lavoro privati possono essere idonei a ricevere i contributi previsti dal Fondo Nuove Competenze 2025 solo se rispetteranno i seguenti requisiti:

  • la conformità alle normative relative ai versamenti dei contributi, dei tributi e alle prestazioni sociali;
  • la totale assenza di controversie legali, giudiziarie o extragiudiziarie in relazione ai finanziamenti pubblici;
  • l’avvenuta stipula di accordi collettivi per la riorganizzazione dell’orario di lavoro tenendo conto dei programmi di formazione professionale dei dipendenti;
  • l’assenza di stati di liquidazione, fallimento, interruzione delle attività produttive o procedure che potrebbero portare alla definizione di tali condizioni;
  • l’iscrizione al Registro delle Imprese;
  • la dimostrazione di stabilità finanziaria che scongiuri un ipotetico stato di insolvenza.

Solo con l’idoneità a tali requisiti sanciti anche dal Decreto che ha varato il Fondo Nuove Competenze 2025 si può avere accesso alle risorse stanziate per la formazione dei dipendenti.

Che dire dell’aspetto contabile da considerare delle aziende che riusciranno a beneficiare della misura?

Fondo Nuove Competenze 2025: la contabilità

In base alle normative vigenti circa i contributi a fondo perduto, le aziende che potranno contare sul fondo per la formazione dei dipendenti dovranno registrare tali importi nelle proprie scritture contabili come riduzione dei costi di formazione.

Ovviamente, per far sì che il processo venga gestito al meglio, sarà necessario che l’ufficio delle Risorse Umane o il responsabile della contabilità dell’azienda ricorra all’ausilio di un esperto capace di rendicontare la formazione effettuata.

Inoltre, anche la tassazione dei contributi erogati segue le norme fiscali vigenti. Pertanto, sarà cruciale affidarsi ad un consulente fiscale interno o esterno in modo da garantire il pieno rispetto delle disposizioni in vigore.

L’attestazione delle competenze acquisite dai lavoratori

L’obiettivo dei vari percorsi formativi destinati ai dipendenti è quello di condurre al conseguimento di una qualifica con il minimo livello accettato, ossia l’EQF 3 o in alternativa alle competenze riconosciute nel Repertorio nazionale.

La formazione, quindi, terminerà con il rilascio di un attestato finale che certificherà la trasparenza, il riconoscimento e la validazione dell’intero percorso formativo effettuato.

Qualora i corsi non siano direttamente collegati ad una qualifica specifica, sarà comunque necessario rilasciare un attestato finale che garantisca gli apprendimenti acquisiti dal dipendente.

I risultati formativi raggiunti da ciascun lavoratore devono essere validati da un organismo qualificato che opera nel settore dell’istruzione professionale o da un ente designato per questo scopo, nel rispetto del Decreto Legge n.13 del 2013.

Insomma, il Fondo Nuove Competenze 2025 è sicuramente un ottimo modo per investire nella formazione dei propri dipendenti beneficiando del ritorno dei costi sostenuti.

Avere chiaro in mente il funzionamento di base di tale misura, i requisiti da soddisfare, la documentazione da allegare in fase di presentazione della domanda, le modalità di richiesta e le scadenze da rispettare permetterà ai datori di lavoro e ai proprietari delle aziende di procedere senza intoppi nel richiedere tale agevolazione.

La formazione del personale resta cruciale: poter contare su dipendenti altamente qualificati e col giusto bagaglio di competenze acquisite. E’ senz’altro fondamentale per aumentare la propria produttività aziendale e per elevarsi al di sopra della concorrenza, raggiungendo così quel tanto agognato successo a lungo inseguito!


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