Finanziamenti a fondo perduto per chi ha partita IVA, tutti i consigli utili

Va dapprima fatta luce sul concetto di contributo a fondo perduto come strumento tra i finanziamenti partita iva. Esso è sostanzialmente un prestito di danaro che non prevede alcun obbligo di restituzione, sia per quanto attiene il capitale, sia per gli interessi che maturerebbero. Altresì non viene richiesto un garante né un sistema di garanzia. Il prestito può essere concesso a chiunque fa richiesta, senza una prima valutazione del reddito disponibile. I finanziamenti sono in genere erogati da enti quali l’Unione Europea, i Comuni, le Regioni, lo Stato per favorire lo sviluppo dell’imprenditorialità. I destinatari possono essere molteplici, ma in particolare i giovani disoccupati, le donne e chi sta avviando una start up.

Caratteristiche del finanziamento

Tali finanziamenti sono, quindi, aiuti economici concessi a soggetti che non saranno obbligati a restituire l’importo. Questo è un elemento significativo se si pensa al fatto che sono spesso e soprattutto i giovani, a rinunciare a un idea imprenditoriale a causa della mancanza di fondi oppure perché realizzano di non poter restituire l’importo che hanno ricevuto in prestito. In genere è possibile ricevere finanziamenti a fondo perduto partecipando a bandi emessi dagli enti, preparando in dettaglio una serie di documenti e un business plan da inviare, in cui si mostra in dettaglio il progetto che si intende realizzare. Si evince, che non vi è un unica procedura di presentazione della domanda, ma dipende da cosa il bando richiede.

Di conseguenza anche le procedure possono variare in relazione ai requisiti e le fasi da rispettare. Esse indicano la somma totale finanziabile per ogni singola azienda con partita iva. Il primo step consiste nel ricercare e analizzare i bandi di finanziamento, cioè gli strumenti chiave per conoscere e capire quale di essi può aiutare a realizzare il progetto imprenditoriale. Fin da queste prime fasi, il supporto di un professionista può essere d’aiuto per capirne la reale fattibilità, evitando di perdere tempo e magari concentrarsi su un progetto maggiormente fattibile. Chi intende chiedere un finanziamento a fondo perduto deve presentare prima di tutto un business plan, ossia un progetto dettagliato dell’idea. Di seguito, gli obiettivi che si intende raggiungere, e la stima della spesa.

Attenzione a seguire le procedure

La richiesta contenente progetto e le spese va inoltrata all’ente nei tempi e termini previsti. Anche in questo caso è sempre consigliato partire per tempo in quanto è sempre possibile andare incontro a imprevisti e tempi lunghi quando si ha a che fare con procedure burocratiche. L’ente promotore si occuperà poi di analizzare la domanda e relativa documentazione, accettandone la fattibilità, richiedendo eventuali correzioni o integrazioni, oppure rifiutandola. Ecco perché sempre meglio procedere per tempo, in quanto le possibili richieste di correzioni potranno essere gestite dall’azienda con partita iva attiva, nei tempi giusti. Ogni bando ha delle caratteristiche specifiche che riguardano la richiesta, e che dipendono dall’ente promotore. Ecco perché ogni singola caso va analizzato separatamente.

È sempre consigliato presentare un totale delle spese di progetto che non sia in prossimità del tetto massimo concesso. Questo per evitare che la richiesta incontri ostacoli nell’ammissibilità. La parte del business plan è fondamentale. In essa viene comunicato la propria idea progettuale. Da una esposizione chiara, ma anche una concreta fattibilità tecnica dipenderà l’esito dell’approvazione. Di conseguenza in questa fase il contributo di un esperto che può essere un commercialista o altro professionista è molto importante. Non importa se la sua parcella sarà tra le spese a carico del richiedente, ma meglio individuare una persona competente e che abbia anche esperienza nella presentazione di richieste di finanziamento a fondo perduto.

Occhio ai requisiti

Ogni tipo di finanziamento può avere diversi modi di richiesta: ad esempio attraverso la creazione di una graduatoria, o una procedura valutativa da sportello, oppure prevedendo il raggiungimento del tetto massimo di finanziamenti erogabili. Proprio perchè gli iter sono spesso diversi, si va incontro a difficoltà nel riuscire ad ottenere il contributo. Inoltre altro elemento da considerare è che i contributi a fondo perduto hanno spesso una limitata disponibilità e piuttosto lunghi sono i tempi di attesa. Anche per tale motivo viene fortemente consigliato il ricorso a società specializzate in grado di offrire un servizio completo dall’esame della fattibilità fino alla compilazione della domanda. La stessa società avrà cura di seguire l’avanzamento dell’iter in corso.

All’interno del bando o nel testo dell’avviso sono sempre riportati i requisiti specifici. Ma in linea di massima possiamo dire che i più comuni sono: il titolo di studio o le competenze tecniche correlate all’obiettivo del bando; la forma societaria (se richiesta); alcuni requisiti specifici come ad esempio la territorialità entro la quale è circoscritta la misura; o ancora la capacità di elaborare un idea strategica di marketing per inserire la propria attività. Un suggerimento è quello di essere continuamente aggiornati sui nuovi bandi in uscita e sulle manovre finanziarie in quanto sono sempre presenti incentivi legati alla partita iva e allo sviluppo dell’imprenditorialità. Anche gli uffici Informa Giovani o i comuni possono dare info utili.

Alcuni esempi di finanziamenti a fondo perduto

È utile ricordare alcuni finanziamenti a fondo perduto attivi per dare qualche spunto o idea. Ricordiamo il progetto “Resto al Sud”: sostegno a fondo perduto fino a € 40.000 per la costituzione di nuove aziende al Sud da parte di giovani imprenditori. I settori di attività coinvolti sono il turismo, l’artigianato, l’agroalimentare e l’industria. C’è poi il Microcredito: misura di contributo a sostegno di piccole imprese e start up. Anche qui i settori interessati sono l’industria, il commercio, il no profit, l’artigianato e i servizi. Da tener presente anche il progetto di Invitalia ON come sostegno a fondo perduto per la creazione di nuove imprese soprattutto al femminile e guidate da giovani disoccupati.

Considerazioni finali su finanziamenti per la partita iva.

Si può concordemente sostenere che i finanziamenti a fondo perduto sono un ottima opportunità e uno strumento valido per far crescere le imprese. L’importante è però avere le idee chiare almeno in partenza, per ciò che riguarda il progetto da realizzare, gli obiettivi che si vogliono raggiungere e un minimo di conoscenze tecniche da mettere in campo. D’altro canto, se consideriamo gli effetti del duo pandemia-lockdown, non possiamo non evidenziare l’utilità di questi finanziamenti a fondo perduto. E’ altresì evidente che per avere possibilità di ottenere un finanziamento di questo genere, l’interessato deve essere veloce, ma anche attento a interpretare bene il funzionamento del bando. Non si può improvvisare, insomma, ma pianificare e lavorare bene.