Cuneo fiscale e bonus Renzi: cosa cambia in busta paga con il Decreto Rilancio?
Il Decreto Rilancio permette anche agli incapienti di ottenere il bonus di 80 euro e il bonus in busta paga di 100 euro . Tutte le novità che tutelano i redditi di chi è in cassa integrazione o di chi ha perso il lavoro.
Il testo del nuovo decreto n.34, promulgato in piena fase 2 dell’emergenza coronavirus, punta a preservare i redditi dei lavoratori che a causa della pandemia si trovano in stato di cassa integrazione, eliminando il rischio per questi soggetti di dover restituire gli 80 euro del bonus Renzi. Il problema che si vuole scongiurare riguarda tutti i contribuenti che a causa del Covid 19 hanno visto il proprio reddito ridursi scendendo al di sotto della soglia degli 8.174 euro, definita no tax area. L’importanza di questa precisazione legislativa, che non riguarda solo la fruizione del bonus Renzi ma anche del nuovo bonus per il taglio del cuneo fiscale che entrerà in vigore dal primo luglio 2020, sta nel fatto che deroga alla norma generale che prevede la restituzione dell’indennità contribuenti incapienti, per quelli che superano i limiti di reddito e per coloro che l’hanno ottenuto sbagliando la compilazione della dichiarazione dei redditi. Cerchiamo dunque di capire cosa cambierà nella busta paga degli italiani dal primo luglio 2020 analizzando:
- Chi otterrà maggiori vantaggi?
- Bonus Renzi: i cambiamenti dal 1 luglio 2020
- Chi resta escluso dall’agevolazione?
- Modalità di erogazione del nuovo bonus IRPEF 2020
Chi otterrà maggiori vantaggi?
Il primo luglio 2020 entrerà in vigore il nuovo contributo che permetterà ai lavoratori di avere una busta paga più sostanziosa. Il beneficio viene erogato tramite la modalità del cuneo fiscale. Questo intervento porterà grandi vantaggi a circa 16 milioni di contribuenti, tutti i lavoratori dipendenti che percepiscono redditi compresi tra 8.174 euro e 40.000 euro. Per la maggior parte di questi si tratterà di un piccolo cambiamento poiché già da qualche anno beneficiano del bonus, che di fatto viene aumentato di circa 20 euro. Le modalità di assegnazione di tale agevolazione saranno diversificate in base al reddito:
- tutti i lavoratori che percepiscono un reddito fino a 28.000 euro otterranno un bonus di 100 euro sotto forma di credito IRPEF direttamente in busta paga;
- i lavoratori che invece rientrano nella fascia di reddito che va da 28.001 euro fino a 35.000 euro guadagneranno 80 euro al mese sotto forma di detrazione fiscale sui redditi da lavoro dipendente;
- la terza fascia copre i redditi da 35.001 fino a 40.000 e prevede come forma di erogazione sempre la detrazione fiscale sui redditi da lavoro dipendente ma differisce per l’importo del bonus che spazierà da 80 euro a 0 euro, decrescendo ovviamente all’aumento del reddito.
Considerando che oggi i redditi fino a 26.600 euro percepiscono 80 euro di bonus , bisogna tenere presente che la nuova indennità costituirà un aumento di soli 20 euro esclusivamente per una parte di questi. Infatti il preesistente bonus erogava 80 euro per i redditi fino a 24.600 euro, per i quali appunto l’aumento effettivo in busta paga sarà esattamente di 20 euro, mentre l’aumento sarà sicuramente maggiore per i redditi da 24.601 euro a 26.600 euro che fino a oggi percepivano sì il bonus, ma rimodulato funzione alla quota del loro reddito. Il nuovo bonus farà aumentare il netto della busta paga di 100 euro anche per loro. Sempre di 600 euro sarà dunque l’aumento complessivo per le mensilità che vanno dal primo luglio al 31 dicembre 2020 per tutti quei lavoratori che percepiscono redditi da 26.601 euro a 28.000 euro e che fino a adesso non hanno beneficiato di nulla.
Bonus Renzi: i cambiamenti dal 1 luglio 2020
Come detto prima, il decreto numero 3 del 5 febbraio 2020 in cui si legifera il taglio del cuneo fiscale, abroga di fatto il comma 1-bis dell’articolo 13 del testo unico delle imposte sui redditi, ovvero il bonus dell’ex Presidente del Consiglio Renzi, entrando in vigore dal 1 luglio 2020. Per attuarlo, in pratica, vengono utilizzate le medesime risorse già stanziate per il precedente bonus alle quali si aggiungono diverse altre garanzie, e se ne cambia anche il nome. All’atto pratico in realtà, l’unica cosa che cambiano sono solo gli scaglioni di reddito poiché il bonus verrà sempre ricevuto in busta paga o come detrazione.
Chi resta escluso dall’agevolazione?
Tra i cambiamenti più eclatanti di questa nuova agevolazione c’è sicuramente la platea dei fruitori. Non si tratta solo della aumento della soglia di reddito, che permette a tutti coloro che percepiscono al massimo 39.999 euro l’anno di ottenere un aumento, seppur piccolo, ma perché il beneficio è esteso anche alla gran parte dei dipendenti pubblici. Ovviamente anche quest’ultimi sono sottoposti ai medesimi limiti reddituali. In tutta la Pubblica Amministrazione si conta che restino esclusi meno di 100.000 persone impiegate nella Presidenza del Consiglio, in carriere diplomatiche, il magistratura, in carriere prefettizie, in dirigenza e nell’ Authority.
Tra gli esclusi ci sono anche i lavoratori che rientrano nella no tax area, circa 4 milioni di contribuenti.
Modalità di erogazione del nuovo bonus IRPEF 2020
Il decreto legge sul taglio del cuneo fiscale precisa anche quale deve essere il comportamento dei datori di lavoro. L’articolo 3 al comma 1 prevede che i sostituti di imposta ripartiranno il trattamento integrativo tra le varie retribuzioni, verificando la spettanza dello stesso al momento del conguaglio. Qualora ci si accorgesse della non spettanza del trattamento integrativo, I sostituti di imposta provvedere impero del relativo importo. in quest’ultimo caso gli importi superiori ai 60 dovranno essere recuperati rate di identico valore. L’onere di erogazione e verifica costante spetta quindi sempre al datore di lavoro che dovrà quindi attrezzare la sua contabilità in merito. Anche da questo punto di vista per il dipendente non ci sarà alcun cambiamento.