Coronavirus: cambierà il mondo dell’edilizia?

La pandemia da coronavirus ha stravolto il pianeta, e sta costringendo sempre più persone a ripensare al proprio modo di vivere. Ma cambierà anche il mondo dell’edilizia? La risposta è un netto sì: vediamo ora quali sono i principali cambiamenti nell’approccio alla pianificazione e alla costruzione urbana che potremo aspettarci, e quali potrebbero essere gli investimenti immobiliari produttivi più sicuri dopo il 2020.

Nuove esigenze ridisegneranno le aree urbane: l’edilizia post coronavirus

Il prolungato lockdown ha avuto un forte impatto, non solo a livello economico. La chiusura totale ha trasformato il concetto di casa: non si tratta più solo di uno spazio in cui dormire e poco altro, ma di un luogo dove svolgere il proprio lavoro da remoto, dove dedicarsi ai propri hobby e alle proprie passioni, dove studiare a distanza. È nata una vera fame di spazio: i favoriti sul mercato immobiliare sono, al momento, i trilocali o i bilocali con balconi o terrazze. Naturalmente, questo nuovo modo di concepire la casa avrà un deciso impatto sulle nuove costruzioni di unità abitative: gli spazi tenderanno ad aumentare o, quantomeno, ad essere ottimizzati; le costruzioni verranno concepite per essere, nel loro complesso, il più autonome possibile, con giardini e spazi di svago a disposizione dei condomini.

Parole d’ordine: autonomia e sostenibilità

L’idea di autonomia non è però limitata al singolo appartamento, né al singolo complesso residenziale. La pandemia da Covid-19 ha evidenziato una necessità impellente: quella di tornare a vivere i quartieri, con la possibilità di usufruire di tutti i servizi principali con uno spostamento limitato, a piedi o in bicicletta. Alcune associazioni di costruttori, per questo motivo, stanno richiedendo un maggior intervento centralizzato in termini di pianificazione urbana, in modo da poter costruire nuovi quartieri residenziali in maniera organica, con spazi verdi e servizi a portata di mano.

In questo panorama di profondo cambiamento e responsabilizzazione, anche la sostenibilità è tornata alla ribalta. Gli edifici diventano sempre più green: non solo a basso impatto in termini di consumi energetici, ma anche a zero emissioni di CO2. Con un pizzico di tecnologia: la linea 5G è ormai imprescindibile per la realizzazione di smart home funzionali, capaci di monitorare il sistema domestico limitandone gli sprechi. Ma non solo: l’accesso ad una linea internet veloce sarà ancora più importante nell’edilizia civile post pandemia, considerando la probabile diffusione di massa dello smart working come modalità di lavoro permanente.

L’edilizia commerciale e industriale: quale futuro per questi settori?

Sia il commercio che l’industria hanno subito dei gravissimi danni economici a seguito del lockdown, e si ritrovano ora costretti ad adeguare i luoghi di lavoro e le aree aperte al pubblico secondo le nuove normative anti contagio, per garantire il rispetto del distanziamento sociale.

Anche le nuove costruzioni commerciali dovranno essere progettate secondo i nuovi canoni di distanziamento sociale. Ogni edificio e spazio comune dovrà essere accuratamente realizzato o ristrutturato in modo da garantire la sicurezza di lavoratori e clienti, rendendo più rapido e agevole l’accesso ai controlli, consentendo nel contempo il mantenimento delle distanze. Inoltre, i sistemi di areazione dovranno, con ogni probabilità, essere completamente ripensati: si tratta di un problema difficile da risolvere in molte tipologie di strutture, come ad esempio i grandi centri commerciali o i cinema.

Si profila, così, un periodo di profondo rinnovamento, che impegnerà grandi quantità di energie creative ed economiche. Si potrebbe obiettare che, data la transitorietà della pandemia da Covid-19, l’investimento in adeguamenti edilizi o in costruzioni capaci di garantire il distanziamento sociale può risultare fondamentalmente inutile. Purtroppo, non è così: alcuni studi hanno già evidenziato come, in futuro, la frequenza di eventi epidemiologicamente rilevanti tenderà inesorabilmente ad aumentare. Per questo motivo, investire in un’abitazione più idonea ad affrontare nuove eventuali epidemie, o in edifici produttivi capaci di garantire la sicurezza sul lavoro anche durante eventi eccezionali come una pandemia, può rivelarsi un’idea vincente.

Spazi rinnovati e alta tecnologia

Anche gli uffici dovranno necessariamente adeguarsi alle nuove esigenze di connessione imposte dallo smartworking, e dalla mobilità limitata dei lavoratori. Le sale riunione? Forse diventeranno virtuali. Anche i grandi open space, con numerosi lavoratori fianco a fianco su scrivanie condivise, probabilmente tenderanno ad essere eliminati. Tra le alternative finora identificate, ricordiamo ad esempio quella che prevede la presenza di metà dei dipendenti al lavoro in ufficio, con l’altra metà presente in “versione digitale”, tramite streaming video.

Quali saranno gli investimenti immobiliari produttivi dal 2020 in avanti?

Consideriamo l’insieme delle tendenze e dei nuovi usi di cui abbiamo parlato poco sopra: quello che salta subito all’occhio è il massiccio uso della rete Internet, soprattutto per il lavoro da remoto. Inoltre dobbiamo ricordare che durante il lockdown Internet è stato ampiamente utilizzato anche per scopi educativi e di intrattenimento. L’epoca post coronavirus ha sì fame di spazi, ma anche (e soprattutto) di dati.

In questo panorama non stupisce il fatto che gli immobili (sia a scopo abitativo che commerciali) già predisposti al 5G o con fibra ottica di ultima generazione siano i più richiesti dagli investitori. È interessante notare che non sono sfuggite all’attenzione degli investitori immobiliari le strutture adatte ad essere convertite in server farm, ossia luoghi fisici dove ospitare server capaci di gestire parte dell’immensa (e sempre in crescita) mole di dati Internet. Le “fattorie di server” si riveleranno, infatti, sempre più decisive nei prossimi anni, a causa del progressivo consolidamento delle modalità di lavoro smart e della sempre maggiore richiesta di dati per scopo ludico, educativo e professionale.

Infine, una menzione va dedicata anche all’e-commerce. Durante il periodo di lockdown, perfino i negozi di quartiere più impermeabili all’innovazione hanno proposto servizi di consegna a domicilio, pubblicizzati tramite social media. Il vertiginoso aumento degli acquisti online non finirà: ed è per questa ragione che i siti di immagazzinamento, stoccaggio e consegna merci (intesi come proprietà immobiliari) stanno attirando sempre più investitori.

Il mondo dell’edilizia è destinato a cambiare profondamente: gli acquirenti richiedono soluzioni abitative più smart e spaziose, mentre gli stili di vita, i metodi di lavoro e le modalità di acquisto diventano sempre più digitali. Siamo solo all’inizio di ungrande cambiamento generalizzato nel modo di vivere; e con questo, cambierà anche il modo di pensare (e creare) la città.