Superbonus 2024: le novità nel settore edilizia

Quali sono le novità nel settore dell’edilizia e come cambierà il Superbonus nel corso del 2024? Queste sono le domande che molti si pongono, specialmente chi ha intenzione di ristrutturare casa approfittando delle agevolazioni ancora attive. Vediamo, qui di seguito, quello che bisogna sapere sull’argomento.

Superbonus per il 2024: quali sono le novità

Negli ultimi anni è stata introdotta un’agevolazione volta a riqualificare gli edifici. Si tratta del Superbonus che, nel corso del tempo, ha subito diverse modifiche. Lo scopo della misura è stato quello di migliorare l’efficienza della propria casa, così da renderla anche più confortevole e sicura. Una volta ottenuto il beneficio fiscale, si potrà poi fare apposita richiesta in sede di dichiarazione dei redditi per recuperare le spese sostenute. La detrazione viene ripartita in quote annuali di uguale importo.

Disciplinato dal Decreto Rilancio del 2019, il Superbonus 110% ha riguardato non solo la realizzazione di strutture finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento, ma anche al contenimento dei rischi sismici. I lavori agevolati sono stati numerosi, fra cui l’installazione degli impianti fotovoltaici e delle stazioni di ricarica per i veicoli alimentati elettricamente.

A partire dal 2021 il Superbonus è stato previsto pure per gli interventi trainanti, quali l’isolamento termico, la sostituzione dell’impianto di riscaldamento e altri lavori antisismici. La platea dei beneficiari dell’incentivo comprende non solo le persone fisiche e i condomini, ma anche le case popolari, le cooperative, le organizzazioni senza scopo di lucro e le associazioni sportive.

Dal 30 dicembre troverà applicazione il Decreto legge 212/2023, che ha riformato in maniera importante la norma sul Superbonus 110%. Ma quali sono le novità maggiormente importanti da conoscere? Come verrà modulata l’aliquota?

Per prima cosa si assisterà a una riduzione graduale di questa misura, in quanto a partire dal 2024 il Superbonus arriverà alla soglia del 70%, per poi scendere al 65% nel corso del 2025. Più nello specifico, il decreto prevede che la detrazione pari al 110% sarà mantenuta soltanto per gli interventi che si riferiscono al 2023.

Occorre poi segnalare tutta una serie di ulteriori limitazioni che riguardano l’eliminazione delle barriere architettoniche. Stavolta la detrazione scatta soltanto a fronte di spese documentate che riguardano rampe, scale, ascensori, piattaforme elevatrici e servoscala. In ogni caso bisogna rispettare i rigorosi requisiti previsti dal decreto 236/1989.

C’è poi una novità molto importante in merito alla sanatoria per i lavori completati entro il 31 dicembre dell’anno precedente. Sono inoltre esclusi dalla cessione del bonus le ricostruzioni e le demolizioni in aree sismiche di tipo 1, 2 e 3, salvo che non sia stato richiesto il titolo abilitativo entro il 30 dicembre del 2023.

Il Decreto legge del 2023 ha infine istituito il fondo povertà, a cui possono accedere coloro che hanno redditi ISEE sotto 15.000 euro. Questo fondo ha lo scopo di compensare la differenza di aliquota passata, cioè del 110%, con quella attuale pari al 70% e solo per gli interventi che hanno uno stato di avanzamento del 60% alla data del 31 dicembre 2023.

L'importanza della riqualificazione energetica

L’importanza della riqualificazione energetica

Alla luce di quanto spiegato, siamo di fronte a una totale assenza di proroga per quanto riguarda il Superbonus 110%. A partire dal primo gennaio del 2024, infatti, le spese che si affronteranno diminuiranno bruscamente, arrivando al 70%, per poi passare al 65%.

In ogni caso, riqualificare il proprio immobile, anche al fine di metterlo in vendita a un prezzo più alto, conviene ancora. Sarà comunque possibile ammortizzare l’investimento nell’arco di pochi anni, mentre il valore di mercato della casa aumenta sin da subito.

Non bisogna dimenticare che gli edifici rappresentano uno dei principali responsabili del riscaldamento globale, non a caso l’Unione Europa ha delineato un obiettivo assai ambizioso, ovvero quello di portare gli stabili residenziali alla classe energetica E e poi a quella D entro il 2033. Per cui, a prescindere dalle riflessioni sui potenziali vantaggi del bonus adesso in vigore, siamo costretti a intervenire sulle nostre dimore.

Bisogna valutare attentamente cosa si può migliorare e modificare per rendere l’abitazione più confortevole, nonché allo scopo di limitare drasticamente i consumi, specie quelli del riscaldamento e del raffrescamento, che incidono molto sul budget di ogni famiglia.

Si fa presente che il passaggio dalla classe E a quella D non è particolarmente dispendioso. A differenza di quello che erroneamente si pensa, il più delle volte possono essere sufficienti piccoli lavori di ristrutturazione, come ad esempio la sostituzione del generatore di calore, dei serramenti oppure potrà tornare utile l’installazione di termostati smart, grazie ai quali monitorare e regolare in tempo reale i consumi, così da evitare inutili sprechi.

A tal riguardo può tornare utile un esempio: in un appartamento condominiale di 100 metri quadrati si stima che la spesa complessiva per il riscaldamento ammonta a circa 2000 euro all’anno. Effettuando lavori di riqualificazione si ottiene un risparmio medio per 12 mesi pari a 500 euro, sempre che il costo dell’energia non continui a lievitare.

Il passaggio dalla classe G alla D molte volte comporta necessariamente l’isolamento termico dell’involucro, senza però provvedere al cappotto. Basta solo isolare le pareti esterne per cui, grazie all’incentivo attuale del 70%, con al massimo 12000 euro si potrà accrescere l’efficienza energetica.

Se ci riferiamo sempre all’appartamento condominiale di 100 metri quadrati, all’anno si riesce a risparmiare 1000 euro, di conseguenza, nell’arco di 10 anni, si ammortizza l’investimento. Dando comunque per scontato che le tariffe energetiche non aumentino ancora.

Superbonus 2024 per ONLUS e APS

Sappiamo che il mercato immobiliare italiano è in costante sviluppo, non solo dal punto di vista abitativo, ma anche commerciale. Sono tanti i privati che scelgono di effettuare lavori di riqualificazione, così da rendere l’edificio residenziale o commerciale davvero efficiente.

Su tutto il territorio nazionale ci sono tante case e numerosi uffici di pregio, allestiti nel migliore dei modi, al fine di attirare i potenziali interessati. Del resto, chi intende comprare un immobile inizia a concentrare la scelta su proposte non solo in linea con le specifiche esigenze, ma anche che garantiscano un certo risparmio energetico.

Il 2024 sarà l’anno in cui non si potrà più accedere al precedente Superbonus 110, agevolazione a suo tempo voluta dal governo Conte e oggi abrogata dalla Meloni. Con l’avvento del nuovo anno il rimborso delle spese sostenute scenderà al 70% e per il 2025, l’aliquota sarà del 65%.

La possibilità di ottenere ancora un beneficio del 110% resta attiva solo per gli investimenti sostenuti dai condomini fino al 31 dicembre 2023. Occorre poi la presentazione delle stato di avanzamento dei lavori entro l’anno precedente.

Cosa succede a coloro che non hanno ancora ultimato i lavori? Questi possono beneficiare dello sconto del 70% oppure accedere alla sanatoria. C’è poi il fondo di povertà per Isee sotto i 15000 euro. In buona sostanza gli interessati potranno ottenere un supporto da parte del governo per le spese effettuate entro il 31 ottobre 2024. Il fondo si rivolge unicamente a chi ha portato a termine e asseverato almeno il 60% dei lavori entro il 31 dicembre 2023.

Esistono poi specifici enti a cui spetta ancora il Superbonus, ovvero le ONLUS classiche e le APS, altrimenti note come associazioni di promozione sociale. Le prime, in particolare, possono ancora usufruire del Superbonus 110% fino al 31 dicembre 2025, ma occorre che siano rispettati due presupposti: si deve trattare di immobili appartenenti alle categorie B1, B2 e D4 e i membri del consiglio di amministrazione non devono percepire indennità o altri compensi.

Occorre poi prestare attenzione, come già accennato, ai lavori di demolizione e costruzione degli edifici in zone sismiche 1, 2, e 3, perché non è più possibile cedere l’agevolazione.

Altre cose da sapere sul Superbonus 2024

Altre cose da sapere sul Superbonus 2024

Il Superbonus 110% ha subito numerose modifiche dalla sua entrata in vigore. Basti solo pensare al meccanismo di cessione del credito, alle continue proroghe oppure alla fine dell’utilizzo del beneficio per le unifamiliari.

Giunti ormai al 2024, si delinea una sola prospettiva: il governo non ha alcuna intenzione di concedere ulteriori nuove proroghe, ma allo stesso tempo non vuole nemmeno prendere atto di una situazione abbastanza critica che riguarda soprattutto l’ambito della cessione del credito.

Come noto, tantissimi cantieri presenti su tutto il territorio nazionale sono stati avviati sulla base di alcune disposizioni che oggi non trovano più applicazione. Almeno fino alla fine del 2021 vigeva il sistema della cessione, che ha consentito di intraprendere svariati interventi. Più nel dettaglio erano ammessi lo sconto in fattura da parte delle imprese e la cessione indiretta del credito.

Una volta bloccato il mercato le imprese non potevano più farsi carico dei lavori, perché impossibilitate a pagare le retribuzioni degli operai e l’acquisto dei materiali. Queste motivazioni hanno portato all’inevitabile sospensione di tanti cantieri, con le difficoltà che ne sono derivate a carico dei committenti.

Alla fine del 2023 il mercato della cessione non si era ancora ripreso completamente e quindi il Superbonus vivrà nuove dinamiche. Da gennaio 2024 l’aliquota diminuirà, per arrivare al 70% e poi al 65% nel 2025.

Quali sono le sorti per i cantieri avviati sulla base dello sconto in fattura rimasti poi bloccati? Questi, nel corso del 2024, si troveranno a fare i conti con l’abbattimento dell’aliquota, per cui si delineano all’orizzonte dei contenziosi fra committenti e imprese.

In merito alle prospettive future non c’è tanto da aspettarsi. Sul tavolo del governo sono state presentate svariate soluzioni, ma che non hanno avuto seguito. La prima delle quali sarebbe straordinaria, ovvero un SAL che permetta ancora di usare il Superbonus 110% a ridosso dei due anni. Altra ipotesi è poi quella di ammettere una proroga nei confronti dei condomini.

Siamo di fronte a proposte completamente inutili in mancanza di un’intesa fra le forze politiche. Bisogna capire come poter sbloccare i crediti rimasti sospesi, a prescindere o meno dalle proroghe.

Infine, per coloro che intendono comunque richiedere il Superbonus 2024, le modalità da seguire sono sempre quelle che erano state indicate nel Decreto Rilancio. Per cui occorre inoltrare l’istanza tramite il sito istituzionale dell’ENEA rispettando il termine di 90 giorni dalla fine dei lavori.


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