Stato dell’industria manifatturiera in Italia a seguito della pandemia

Tra i primi ad aver accusato i colpi della crisi sanitaria scatenata dalla pandemia covid-19, l’ industria manifatturiera Italia ha subito ingenti danni. Tuttavia a un anno e mezzo dall’esplosione della crisi pandemica, s’incominciano a scorgere importanti segnali di ripresa. Trainata da innovazione tecnologiche e da analisi predittive dei dati, il settore manifatturiero sta lentamente tornando ai valori precedenti alla diffusione del covid 19. Infine è bene ricordare che la crisi attraversata dal Manufacting italiano è legata, a doppio filo, con quella del settore manifatturiero globale. In prima fila la crisi delle manifatture cinese, prime a essere colpite dalla crisi sanitaria scatenata dal corona virus. Per orientarci meglio è necessario comparare i dati antecedenti e posteriori alla crisi sanitaria.

La situazione delle manifatture prima e dopo la crisi sanitaria

A chiusura del 2019, poco prima della crisi pandemica, le manifatture italiane avevano fatto registrare un positivo +2.1 % del valore aggiunto, con stime di crescita previste per il 2020-2021 di 1.3%. Con lo scoppio della pandemia su scala globale, nell’arco del 2020, il calo della produzione industriale manifatturiera italiana si attesta tra il 7.4% e il 13 % del valore aggiunto. Con un conseguente e precipitoso calo del fatturato del 32.6%. Confindustria, che ne primi mesi di crisi ha commissionato diversi studi di settore, ha rilevato una progressiva flessione del mercato manifatturiero. Infatti, se ne primi mesi del 2020 solo il 14.4 % degli industriali italiani dichiarava di essere in difficoltà, con il passare del tempo la percentuale è arrivata a toccare il 43%.

Sempre secondo Confindustria con il proseguire dello stato di crisi dovuto alla pandemia covid-19, il 36.5% delle industrie manifatturiere ha dovuto fermare completamente la produzione. Il peggio, tuttavia sembra essere passato anche grazie al lento ritorno alla produzione delle manifatture nazionali. Tuttavia è necessario segnalare che la crisi sanitaria ha portato a galla i problemi di affidabilità di alcune filiere di produzione. Sia in termini qualitativi che quantitativi. Infine bisogna dire che la crisi scatenata dalla diffusione del corona virus ha, in parte, accelerato il processo d’innovazione tecnologica dei processi produttivi dell’industria manifatturiera, non solo italiana ma europea, e in prospettiva, anche di quella mondiale. Di seguito vedremo meglio la situazione italiana nell’era post covid.

La situazione della Manifattura italiana dopo il covid

Secondo alcuni studi di settore, il nostro paese è secondo in Europa per crescita dell’export di manifatture, rispetto ai dati del 2019. Dietro alla Spagna e davanti a Francia e Germania, il manufacting italiano, trainato da innovazione digitale e dai fondi del PNRR, incomincia a dare segnali di una buona ripresa. Diversi sono i fattori alla base di questa ripresa dell’industria manifatturiera italiana nell’epoca post pandemia covid-19. Il commercio mondiale, per esempio, ha recuperato e superato i livelli precedenti alla crisi sanitaria. La ripresa economica, d’altro canto, unita alla necessità di approvvigionamento dei magazzini, ha stimolato una rapida crescita della domanda. Tuttavia aumento della domanda ha causato la mancanza di materiali e prodotti reperibili sul mercato non solo nazionale ma globale.

Una tendenza che ha causato, anche, un forte aumento dei prezzi delle materie prime. In più possiamo affermare che, in Italia, il successo della campagna vaccinale e i progressi del sistema bancario hanno sicuramente stimolato la crescita della produzione manifatturiera nazionale. Tuttavia non bisogna tralasciare il ruolo dei finanziamenti europei nel processo di crescita economica dell’Italia nel periodo successivo alla crisi del corona virus. Alcune stime, infatti, attestano che, nei primi otto, nove mesi del 2021, il settore delle manifatture italiano ha ripianato le perdite causati dalla pandemia. Sembra probabile che la fase di ripresa possa continuare. Consentendo, in questo modo, al fatturato manifatturiero di portarsi, a fine 2021, su livelli maggiori di quelli del 2019.

La competitività della manifattura italiana

La competitività dell’export manifatturiero nazionale, nel mondo post covid, fa segnare risultati significativi. Infatti nella nuova realtà post pandemia, l’Italia si piazza seconda tra le prime quattro, grandi, economie continentali per crescita delle esportazioni manifatturiere. Con un +4.6% l’Italia segue la Spagna (9.9%) e precede Germania (3.9%) e Francia (+2.4%), nella classifica di crescita dell’export manifatturiero rispetto alle stesse stime effettuate nel 2019. Per alcuni analisti, infine, la ripresa e la competitività della manifattura italiana è dovuta anche grazie alle brillanti performance fatte registrare dalla filiera metallurgica. Performance imputabili principalmente dalla spinta dei prezzi. Infine anche il cambiamento delle abitudini dei consumatori, indotti dalla pandemia, ha sostenuto la ripresa del settore immobiliare, degli elettrodomestici e degli alimentari e bevande.

Infine va segnalato il competo recupero dei livelli pre pandemia covid-19 delle esportazioni italiane di moto e auto. Inoltre un contributo rilevante per la ripresa del settore manifatturiero nazionale, è arrivato dalla forte ripresa degli scambi all’interno del mercato comune europeo. Infine i livelli di export nei mercati asiatici e del NAFTA hanno superato quelli precedenti la crisi sanitaria. Tuttavia non bisogna dimenticare che il 2020, l’annus horrbilis del covid, ha inevitabilmente fatto segnare un crollo vertiginoso del fatturato e della redditività delle aziende manifatturiere italiane. Malgrado ciò, la crisi economica scatenata dal corona virus, è stata molto meno drammatica e profonda di quella verificatasi durante il primo decennio del nuovo millennio.

I settori più colpiti dalla crisi economica

La crisi economica seguita alla crisi sanitaria causata dalla diffusione del corona virus ha colpito in maniera piuttosto forte alcuni settori dell’industria manifatturiera italiana. Il calo maggiore lo ha registrato il comparto della moda, che nel 2020 ha segnato un -23.7%, seguito a ruota dal settore metallurgico con un saldo negativo di -14.6%. In negativo anche le imprese della media -alta tecnologia e le PMI del settore elettronico. In conclusione si può affermare che nei settori della moda, dei beni di largo consumo e dell’Automotive la flessione è stata piuttosto forte. In questi comparti, quindi, si è registrato un forte deterioramento della redditività operativa. Tuttavia anche in queste aree si incominciano a registrare dati positivi di ripresa, rispetto ai livelli precedenti al 2019.

Previsioni post pandemia covid-19

Molti dati e molte stime effettuate indicano che la crescita proseguirà a buon ritmo per tutto il 2021 e per il biennio successivo. Grazie anche e soprattutto all’impulso fornito dall’arrivo della prima tranche dei fondi europei. Un ruolo importante è poi giocato al ciclo d’investimenti che riguardano il processo di digitalizzazione dell’Italia e all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Infine possiamo affermare che nel secondo trimestre del 2021, anche i consumi hanno cominciato far registrare una notevole inversione di tendenza. Infatti si è vista una crescita del +5.2% rispetto al trimestre precedente. Insomma se per il 2021 la crescita c’è ma stenta per moda e altri settori, tuttavia il futuro per la manifattura italiana sembra essere in crescita e ripresa.