Ripresa economica post Covid-19, quali prospettive?

La crisi da coronavirus non è stata solo di tipo sanitario: oltre alle migliaia di vite perse, anche l’economia ne ha risentito. E parliamo di un impatto davvero pesante: secondo l’ISTAT, nel 2020, il calo complessivo del PIL si aggirerà tra il – 7,5% e il -12,5%. Ciò nonostante, alcuni indicatori segnalano ottime prospettive di ripresa a partire dal 2021, anche grazie all’arrivo di consistenti aiuti economici dall’Unione Europea. In questo articolo, parleremo più estensivamente della crisi da Covid, e delle possibilità per la ripresa economica in Italia.

Il reale impatto della crisi da Covid-19: difficile da stimare ancora oggi

Come accennato prima, il calo del PIL atteso per il 2021 si aggira tra il -7,5% e il -12,5%. È una forbice molto ampia, che delinea le difficoltà oggettive degli economisti di stimare il reale impatto del coronavirus sull’economia italiana. Il motivo è intuitivo: questa pandemia ha letteralmente messo in ginocchio tutte le nazioni con cui l’Italia intrattiene il maggior volume di scambi commerciali, e bloccato gli scambi di persone e merci nel difficile periodo tra Marzo e Maggio 2020, oltre a causare una netta diminuzione della domanda interna e della produzione industriale. Ad oggi, inizio Ottobre 2020, l’Italia gode di una relativa tranquillità in termini di gestione dell’epidemia, cosa che purtroppo non accade in altri paesi europei e del resto del mondo. Questo potrà portare a un nuovo blocco degli scambi commerciali, a un’ulteriore diminuzione della domanda estera, a un abbassamento dei prezzi in Italia? In questa situazione in continua e rapidissima evoluzione, non è dato saperlo.

Anche sul fronte interno persistono delle evidenti incertezze che rendono molto complicata una stima precisa sia del calo del PIL che della ripresa post covid. È vero: per ora la situazione è sotto controllo, ma alcuni indicatori segnalano – purtroppo – una preoccupante diffusione del virus. Il team governativo ha già dichiarato in maniera più o meno compatta che non è contemplato un nuovo lockdown nazionale, almeno per ora; eppure, la scarsa fiducia degli italiani persiste, così come la paura di perdere il lavoro nel caso di un nuovo blocco. Questi fattori hanno determinato un notevole calo dei consumi, e un aumento dei risparmi: un bene per l’economia del nucleo familiare, che però si ripercuote direttamente sulle possibilità di produzione delle aziende e, dunque, sul lavoro.

In estrema sintesi: il panorama dell’economia italiana, oggi, è tanto complesso – e influenzato da fattori rapidamente variabili, come l’andamento della crisi sanitaria sia interna che estera – che determinare il reale impatto del Covid-19 è ancora molto complesso. Per avere un’idea più chiara e a fuoco della perdita complessiva sull’anno 2020, dovremo attendere la fine dell’anno, e non basarci unicamente sulle proiezioni, oggi caratterizzate da un basso margine d’affidabilità.

Dopo il coronavirus: quale ripresa potremo aspettarci?

Il tema della relativa inaffidabilità previsionale vale anche per le proiezioni riguardanti la ripresa economica dell’Italia. Secondo le previsioni più aggiornate, per il 2021 potremo ragionevolmente aspettarci un aumento del PIL compreso tra il + 4% e il + 6,7%: anche in questo caso si nota una forbice percentuale piuttosto ampia, proprio perché l’attuale panorama (sia nazionale che internazionale) è estremamente precario. Ciò nonostante, devono essere considerati gli aiuti di Stato alle imprese e, soprattutto, l’imminente arrivo dei fondi europei per la ripartenza. La combinazione di questi due strumenti economici potrebbe garantire più margine alle imprese, aiutandole nel difficile processo di ritorno alla normalità dopo il coronavirus.

Secondo le ultime dichiarazioni del team di Governo, per questa prima fase di aiuti strutturali potremo aspettarci:

  • Un incremento del sostegno alle attività agricole, e incentivi per l’apertura di nuove imprese nel settore. La domanda interna di prodotti alimentari tutti italiani è aumentata durante il lockdown, anche per ragioni di sicurezza percepita: questo trend non sembra essersi ancora invertito. Secondo delle recenti dichiarazioni del Governo, il sostegno all’agricoltura – e l’erogazione di ulteriori incentivi economici – potrà aiutare anche a migliorare il desolante panorama dell’occupazione giovanile.
  • Grandi opere. Le grandi opere in piano – ormai congelate da anni – potrebbero presto tornare a nuova vita. Gli effetti positivi sull’economia sarebbero numerosi, da un incremento della domanda di prodotti industriali fino ad un aumento dell’occupazione di manodopera, ingegneri, ecc.
  • Conversione green e digitale. Negli ultimi giorni è sulla bocca di tutti: l’Italia investirà con decisione sull’economia verde, e nel contempo si occuperà di banda larga. Secondo i piani, tutti i cittadini italiani dovranno essere raggiunti da internet ad alta velocità. Il progetto è attualmente in fase di studio in collaborazione con TIM. Per quel che riguarda la conversione green, alcuni aiuti notevoli sono già in corso d’opera: l’ecobonus 110% sta dando respiro alle imprese che si occupano di edilizia verde, permettendo loro di lavorare senza gravare (almeno non direttamente) sulle tasche degli italiani.

Il panorama finora delineato, e gli interventi ad oggi messi in atto dal Governo, prospettano una tendenza molto chiara: l’operato finora messo in campo mira a sviluppare in maniera decisa il mercato interno, puntando anche ad aumentare la fiducia dei consumatori. È una scelta inevitabile, in uno scenario internazionale così complesso, fragile e caratterizzato da una scarsissima stabilità.

Nei prossimi mesi e anni potremo dunque aspettarci ulteriori interventi a sostegno del mercato interno, e probabilmente degli incentivi dedicati all’apertura di nuove aziende, soprattutto se in settori green o agricolturali. Sono interventi necessari per tamponare la perdita di posti di lavoro causata dalla chiusura di migliaia di piccole imprese durante la prima ondata pandemica. Ma è importante sottolinearlo: per poter valutare in maniera chiara l’entità dell’impatto del coronavirus e l’efficacia delle misure messe in atto per la ripresa economica dell’Italia, sarà fondamentale avere pazienza. Questo periodo così incerto non permette – almeno per ora – la creazione di prospetti economici davvero affidabili, considerando anche il rischio reale di una seconda ondata (e di un secondo lockdown) a inverno inoltrato, e la precaria situazione internazionale.

Per gli imprenditori non resta che un’unica via percorribile: quella di mantenersi informati su tutti gli ultimi aiuti messi a disposizione dallo Stato italiano, cogliendo con puntualità ogni occasione disponibile.