Quanto sono digital le PMI in Italia?
In base ai dati dell’ultimo Rapporto ISTAT “Imprese e ICT” pubblicato l’11 gennaio 2022, si riscontra che il 60,3% delle micro piccole e medie imprese (PMI) operanti in Italia, nel corso del 2021, hanno raggiunto un livello base d’intensità digitale. A fronte della media europea del 56%. Il target EU prefissato per il 2030 è il 90%. Pertanto, la situazione si può considerare abbastanza rosea. Non ci si ritrova tra i Paesi fanalini di coda dell’Europa centrale e meridionale. Ma la digital transformation nel Belpaese, la trasformazione tecnologica e digitale, procede più lentamente rispetto ai Paesi dell’Europa settentrionale. In questo articolo, si tratterà delle PMI, che costituiscono la gran parte del tessuto produttivo nazionale.
Statistiche sulla trasformazione digitale imprese
Le imprese digital in Italia possono essere dotate di strumenti come i software ERP in cloud, le piattaforme e i software gestionali, le stampanti 3D, i dispositivi IoT e i programmi CRM necessari al funzionamento dei dispositivi e alla condivisione dei big data e dei diritti riservati aziendali. Questi ultimi programmi e i software ERP in particolare, grazie all’intelligenza artificiale, sanno adattarsi alle esigenze di qualunque azienda. Ma trovano poco spazio nelle PMI, soprattutto quelle manifatturiere ed edili.
Le percentuali rispetto al 2017
L’adozione dei servizi cloud di livello medio o sofisticato per i processi produttivi delle micro piccole imprese hanno conosciuto un incremento del 52% rispetto alla media UE del 35%. L’utilizzo di due canali di social media è aumentato del 27% rispetto al 2017. L’adozione dei software per la condivisioni delle informazioni tra differenti funzioni aziendali ha conosciuto una fase di calo dal 37% del 2017 al 32% del 2021. La media europea si è assestata al 39%. Le PMI italiane si collocano al decimo posto della graduatoria europea relativa alla digitalizzazione “di base”.
Le vendite online
Trattasi di uno strumento ancora poco utilizzato dalle PMI italiane. Infatti, nel 2021, solo il 18,9% di esse ne hanno fatto ricorso. Eppure fare acquisti sul web risulta essere un’attività consolidata negli ultimi tempi. Tra l’altro, ha conosciuto un deciso aumento nel corso degli ultimi due a causa della pandemia Covid-19. Secondo uno studio di Nielsen Italy, solo nel marzo 2020, gli acquirenti italiani che hanno acquistato dei beni di largo consumo presso le piattaforme digitali sono stati il 79,8% rispetto al totale del campione esaminato. L’AGI – Agenzia Giornalistica Italia, nel 2020, ha riferito che gli acquirenti che preferiscono effettuare acquisti online sono triplicati rispetto al periodo pre-pandemia. Le grandi catene di supermercati e i marketplace di compravendita di prodotti alimentari hanno approfittato di questi servizi che offrono delle nuove opportunità di business.
Prospettive future per le imprese digital in Italia
Il processo di digital transformation dei processi produttivi delle micro, piccole e medie imprese italiane conosce un trend sostanzialmente positivo. Ma procede ancora in ritardo in gran parte delle PMI. Pertanto, queste dovranno accelerare il loro processo di trasformazione digitale, per poter fare breccia in una tipologia di clientela che risulta essere sempre più in crescita. L’Osservatorio di Qonto e ProntoPro fotografa una situazione confortante dal punto di vista tecnologico e digitale.
Le risorse da sfruttare
Le PMI e i singoli professionisti, attingendo alle risorse del PNRR e del Decreto Crescita, investiranno maggiormente sugli strumenti di tecnologia finanziaria e sui pagamenti digitali, per uno shopping sui siti web sempre più sostenibile. Il negozio fisico resta centrale, ma viene richiesta una maggiore flessibilità in ambito digitale, dai touchpoint fisici ai chatbot (fonte: digital4.biz). Che sono sempre più vitali per promuoversi sui canali social e sui motori di ricerca tramite le campagne di advertising digitale. Si stima un’80% sul totale del campione preso in esame. In questo modo, le PMI potranno adottare una strategia di lungo periodo. E guadagneranno milioni di euro grazie alla ripresa economica in corso, con le restrizioni sanitarie di carattere sanitario dovute a questa nuova normalità che si allentano.