Liberi professionisti e Decreto Rilancio
Il Decreto Rilancio apporta una serie di novità rispetto alle misure previste dal DL n. 18/2020 per agevolare i liberi professionisti danneggiati dal lockdown. Tra conferme e innovazioni cerchiamo di capire richiedere i bonus per i mesi di aprile e maggio.
Le misure adottate dal Governo per agevolare artigiani, commercianti, liberi professionisti e lavoratori autonomi, impossibilitati nello svolgere la propria attività a seguito della pandemia di Covid 19, hanno suscitato non poche polemiche sia per i provvedimenti emanati con decreto legge 18/2020 che con il decreto legge 23/2020. Con il Decreto Rilancio il legislatore ha voluto fornire una chiarezza maggiore, reclamata a gran voce da questa categoria di lavoratori, permettendo di accedere all’indennità in modo più agevole e veloce. Dall’altra parte però ha introdotto nuovo strumento di sostegno, denominato contributo a fondo perduto, che ha ingarbugliato la matassa delle varie misure previste per i sussidi relativi ai mesi di marzo, aprile e maggio. Cerchiamo di fare chiarezza e districarci in questa normativa focalizzandoci su:
- L’abolizione dei cumuli , o meglio di alcuni
- Le conferme rispetto ai sussidi già erogati
- Le inclusioni: tutte le nuove categorie alle quali è permesso l’appannaggio del bonus
- Le novità relative ai professionisti con cassa
L’abolizione dei cumuli , o meglio di alcuni
A differenza delle emanazioni legislative precedenti, il nuovo decreto rilancio permette ai soggetti percettori di determinate tipologie di ausilio statale di poter beneficiare ugualmente del bonus. L’articolo 75 prevede espressamente il cumulo tra l’assegno ordinario di invalidità e alcune indennità quali quelle riservate a: lavoratori e professionisti con contratti CO.CO.CO; lavoratori stagionali nel settore turistico e termale; lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali ago; lavoratori nel campo dello spettacolo; percettori del reddito di ultima istanza ( dedicato ai professionisti). Resta però vietato il cumulo tra tutte le indennità presenti nel decreto e per i percettori del reddito di cittadinanza.
Le conferme rispetto ai sussidi già erogati
Benché non siano ancora chiare le modalità per il rinnovo della pratica, il Governo ha reso noto, tramite l’art. 84, che coloro che hanno beneficiato per il mese di marzo del bonus di 600 euro potranno ottenere la stessa indennità, quindi di pari valore, per il mese di aprile 2020. Inoltre, il legislatore si è premurato di rassicurare i contribuenti in merito alla creazione di un iter più snello e agevole sia per quanto riguarda la richiesta che per l’erogazione. In un periodo di incertezza come quello che stiamo vivendo, a fronte di un danno economico mondiale davvero importante, questa conferma offre un senso di sicurezza concreta nel sostegno alla categoria dei lavoratori autonomi. Lo stesso articolo dichiara anche che, per quanto riguarda il mese di maggio 2020, l’indennità avrà un importo di 1000 euro per tutti i titolari di partita IVA che possono dimostrare di aver subito un calo del fatturato del 33% nel secondo bimestre 2020, utilizzando come metro di paragone i redditi dichiarati per il secondo bimestre dell’anno scorso. Il meccanismo utilizzato per rilevare la riduzione del reddito è quella del principio di cassa che si ottiene dalla differenza tra i ricavi e i compensi guadagnati ed i costi sostenuti nell’esercizio dell’attività nel periodo interessato . In questo calcolo si andranno a implementare ovviamente le quote di ammortamento di ogni tipo di strumentazione necessaria. Spetterà all’Agenzia delle Entrate la verifica reale della riduzione del reddito. I controlli infatti non saranno a campione, ma l’Imps passerà al fisco ogni domanda pervenuta. L’aumento del bonus fino a 1000 euro per il mese di maggio spetterà anche ai titolari di contratto CO.CO.CO che hanno cessato il contratto di lavoro al momento dell’entrata in vigore di tale decreto, sempre a patto che non siano titolari di pensione o iscritti ad altre forme di previdenza obbligatoria.
Le inclusioni: tutte le nuove categorie alle quali è permesso l’appannaggio del bonus
Un’altra rilevante novità è quella che concede ai lavoratori dipendenti la possibilità di ottenere il bonus di 600 euro per i mesi di aprile e maggio. Il comma 8 specifica infatti che l’indennità è riservata ai lavoratori dipendenti e autonomi che a causa della epidemia hanno sospeso, cessato o ridotto la propria attività o il proprio rapporto di lavoro. La norma si concentra inoltre su alcune casistiche che hanno maggiormente accusato l’impatto dirompente della pandemia:
- i lavoratori dipendenti stagionali in settori diversi dal turistico o termale e che hanno svolto almeno 30 giorni lavorati nei mesi che vanno dal 1 gennaio 2019 al 31 gennaio 2020;
- i lavoratori intermittenti con almeno 30 giorni lavorati sempre nel periodo dal 1 gennaio 2019 al 31 gennaio 2020;
- i lavoratori autonomi che non possiedono partita IVA e non sono iscritti ad alcuna forma previdenziale obbligatoria e che nel periodo dal 1 gennaio 2019 al 23 febbraio 2020 abbiano avuto un contratto autonomo occasionale, come disposto dall’art 2222 del cc, e che non dispongano di un contratto attivo in data 23 febbraio 2020;
- gli incaricati delle vendite domiciliari con un reddito annuo superiore a 5000 euro e aventi partita IVA;
- i lavoratori iscritti al fondo pensioni dello spettacolo con i requisiti già detti nei precedenti decreti relativi all’emergenza coronavirus .
Il bonus però non viene concesso ai soggetti che sono titolari di un ulteriore contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato o soggetti che percepiscono una pensione.
Le novità relative ai professionisti con cassa
Il Decreto Rilancio fa tirare un sospiro di sollievo a tutti i professionisti con cassa che, a causa della dicitura “in via esclusiva”, avevano lasciato la domanda per il bonus di marzo in sospeso. L’art . 78 aumenta le risorse a favore del fondo per il reddito di ultima istanza e chiarisce ogni dubbio abrogando interamente l’articolo 34 del decreto-legge 8 aprile 2020 numero 23. I professionisti con cassa possono quindi richiedere il bonus di 600 per i mesi di aprile e maggio ma ci si chiede se la norma possa avere effetto retroattivo.