Italia più green: incentivi per il riciclo della plastica

Grazie all’attuale legge di bilancio, sono stati promossi incentivi e agevolazioni per mettere finalmente in atto il processo di raccolta differenziata. Così facendo, si potrà implementare in particolare modo il riciclo della plastica.

In un Paese sempre più attento in materia di ecologia, la plastica diventa la vera protagonista della nuova manovra finanziaria. Grazie, infatti, al recente Programma Sperimentale Mangiaplastica, anche l’Italia sta mettendo le basi per diventare un Paese sempre più green. Questo permetterà di:

  • conformarsi agli obblighi ambientali;
  • ottenere credito d’imposta per l’acquisto di imballaggi riciclati e computabili;
  • conseguire un contributo a fondo perduto per acquistare eco-compattatori;
  • agevolare le imprese in maniera diretta o indiretta;
  • contenere la produzione dei rifiuti in plastica.

Vediamo quindi nel dettaglio le agevolazioni proposte.

MASE: il fondo del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica

Operativo già dal 2021, con il nome di Programma Sperimentale Mangiaplastica, il fondo MASE è stato maggiormente incrementato dalla nuova Legge Bilancio. Il fondo del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica mira alla diffusione di specifici macchinari. Stiamo parlando degli eco-compattatori. L’obiettivo è difatti quello di conferire alla plastica un ruolo primario nelle filiere di riciclo.

Sono stati stanziati ben 4 milioni di euro per il 2023 e 2 milioni per il 2024. A questi si è deciso di aggiungere ulteriori 6 milioni per l’anno in corso e 8 per il prossimo. La concretizzazione del riciclo della plastica sembra quindi ancora più attuabile. In particolare, anche i Comuni più piccoli potranno in questo modo partecipare alla raccolta differenziata di bottiglie in PET. Grazie all’utilizzo degli eco-compattatori, si avrà la possibilità di diminuire il volume delle bottiglie. Si andrà quindi sempre più verso un’economia circolare, che punta alla riconversione del sistema produttivo.

Come ottenere gli incentivi del fondo MASE

Ogni amministrazione comunale potrà chiedere incentivi per l’acquisto di specifici macchinari. Se ne prevede uno per circa 100.000 abitanti. Suddivisi in due rate, una di anticipo e l’altra a saldo, gli incentivi saranno di 15mila euro, da utilizzare per l’acquisizione di eco-compattatori di media capacità. I Comuni più grandi potranno avvalersi di sostegni di 30mila euro per l’acquisto di macchinari di alta capacità. La differenza tra i due è che i primi hanno una capacità di mille bottiglie da un litro o 30kg; le seconde, invece, possono arrivare a fino al doppio.

In entrambi i casi, per ottenere il finanziamento, i Comuni devono presentare al Ministero, per mezzo di apposita piattaforma, i progetti ambientali ed ecologici che giustificano la necessità del macchinario. La domanda potrà essere presentata fino al 31 Marzo 2023 e, fino all’esaurimento dei fondi, le richieste saranno prese in esame seguendo l’ordine di arrivo.

Credito d’imposta e imballaggi da riciclo: come funziona?

Un altro ambito molto interessante della Legge di Bilancio 2023 è quello dei materiali per il riciclo. Seguendo totalmente la linea della Strategia Nazionale per lo Sviluppo, si mira al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030. Questi erano già stati prefissati da simili agevolazioni presenti nella Legge di Bilancio 2019. A causa del grande successo riscontrato, si è di nuovo confermato il piano di aiuti nei confronti delle imprese per l’acquisto di imballaggi riciclati.

Questo avverrà attraverso un sistema di credito d’imposta. Ciò vuol dire che oltre a minimizzare l’impatto ambientale della plastica, si favorisce l’acquisto di prodotti interamente realizzati con plastica riciclata. Per compensare i pagamenti in sede tributaria, le imprese avranno quindi la possibilità di avere accesso a nuovi fondi. Negli anni passati, il numero di domande ricevute dagli enti è stato di gran lunga superiore alle possibilità stanziate dai piani di finanziamento. Questo ha inevitabilmente creato un forte malcontento, al quale si vuole ovviare con il rinnovo del progetto anche in questo 2023 e, si spera, anche negli anni a venire.

Aliquota al 36%: tutto quello che c’è da sapere

Come si legge dai report su https://www.industrialdiscount.it/, portale specializzato nella pubblicazione di notizie sul mondo imprenditoriale, il massimale compensabile per gli acquisti è di 20mila euro. Questo è soggetto a un credito d’imposta del 36% e prevede l’acquisto di specifici materiali. Si parla infatti di prodotti realizzati esclusivamente con materiali provenienti dalla raccolta differenziata degli imballaggi biodegradabili, del vetro, della carta e dell’alluminio. Non solo, tra questi anche imballaggi in plastica e compostabili.

Ecco nel dettaglio i materiali acquistabili secondo l’agevolazione:

  • prodotti finiti realizzati con materiali provenienti dalla raccolta differenziata degli imballaggi in plastica;
  • imballaggi primari e secondari biodegradabili e compostabili secondo il Comitato Europeo di Normazione;
  • imballi in cartone e carta, a eccezione di quelli stampati con inchiostro. Sono esclusi anche quelli trattati e rivestiti con sostanze chimiche diverse da quelle normalmente utilizzate negli impasti cartacei. O ancora, imballaggi di carta combinati con altri materiali non biodegradabili e compostabili;
  • materiali realizzati in legno non impregnato;
  • imballaggi primari e secondari che derivano ​​dalla raccolta differenziata della carta;
  • imballi primari e secondari derivati​​ dalla raccolta differenziata dell’alluminio.

È fondamentale ricordare che il credito d’imposta è alternativo e quindi non cumulabile con altre agevolazioni previste dalle normative nazionali, regionali o europee. Per ottenere il credito d’imposta è necessario presentare una domanda. Essa deve anche dimostrare di aver sostenuto determinate spese per l’acquisto di imballaggi e materiali di recupero negli anni 2019 e 2020.

Le spese devono essere accompagnate da specifiche attestazioni, che possono essere state rilasciate da un revisore legale e da un commercialista. Oppure da un consulente del lavoro, un perito commerciale, dal Presidente del collegio sindacale. O ancora, dalle figure responsabili del centro di assistenza fiscale

Imballaggi e certificazioni

La natura eco sostenibile dei prodotti e degli imballaggi deve essere comprovata da certificazioni idonee, indicate dal decreto ministeriale. Il possesso dei requisiti tecnici deve quindi passare sotto l’esame di:

  1. una dichiarazione ambientale di prodotto (EPD) che sia conforme alle norme UNI EN 15804 oppure UNI EN ISO 14025;
  2. una attestazione di prodotto rilasciata previa verifica da un organismo di valutazione di conformità accreditato;
  3. una certificazione di prodotto rilasciata previa verifica da un organismo di valutazione della conformità accreditato. Esso ha lo scopo di attestare il contenuto di riciclato, dichiarato conforme alla norma UNI EN ISO 14021.

Le certificazioni relative agli imballaggi acquistati, codice fiscale e copia di un documento d’identità del richiedente, insieme alle attestazioni sull’effettività delle spese sostenute, devono essere allegati alla domanda da presentare sulla piattaforma digitale.