Impresa: cosa ci aspetta per l’ultimo trimestre in Italia

Terzo trimestre interessante grazie all’aumento dei consumi ma prospettive incerte per l’inverno 2021

Fitch ha eseguito l’outlook di settembre rivedendo lo sconto in merito alle stime del PIL del 2020 di vari paesi. In questo elenco è purtroppo inclusa anche l’Italia. A seguito del fenomeno della globalizzazione non è infatti più possibile fare stime e creare aspettative sull’economia, e quindi sul futuro delle imprese di un paese, senza dare un’occhiata all’andamento generale. Cerchiamo dunque di analizzare:

  • La situazione economica europea e mondiale
  • Cosa dovrebbe succedere invece al PIL italiano?
  • La reazione delle imprese: una buona dose di ottimismo

La situazione economica europea e mondiale

Dall’analisi della zona Euro l’agenzia di rating ha previsto una flessione del 9%, aumentata quindi di 1 punto rispetto all’8% stimato in precedenza. La crescita va registrata anche in Gran Bretagna, dove si passa all’11,5% rispetto alla precedente stima del 9%. Ci si aspetta un crash sulla disoccupazione in Europa; le aziende stanno facendo tagli sugli investimenti e le distanze sociali continuano inevitabilmente a frenare i consumi privati. Questo in sintesi il commento di Brian Coulton, capo economista di Fitch, in un intervista rilasciata ad ” Acted “.

Negli Stati Uniti, invece, l’agenzia di rating prevede un calo del 4,6%, stima inferiore a quanto si temeva (ovvero – 5,6%). Riportate anche le previsioni per la Cina, che potrebbe crescere del 2,7%. La Cina, che resta l’unico escluso dalle previsioni nere sui mercati emergenti: sale dal 4,7% al 5,7%, essenzialmente a causa delle pesanti stime relative al PIL indiano. Infatti, entro il prossimo marzo 2021, Fitch stima che potrebbe passare da – 5% a – 10,5%.

Cosa dovrebbe succedere invece al PIL italiano?

Nel nostro Paese le previsioni del PIL si dimostrano in leggera flessione, passano infatti dal – 9,5% (giugno) al – 10%. “Se la ripresa negli Stati Uniti e in Europa dovesse continuare al ritmo degli ultimi due mesi, il PIL tornerebbe molto presto ai livelli pre-virus” spiega Fitch. Ciò porterebbe ad un rimbalzo della ‘V’ molto discusso come si è visto in Cina . Tuttavia, l’agenzia di rating anticipa che si tratta di una stima troppo ottimistica e che quindi la ripresa economica potrebbe probabilmente rallentare nel quarto trimestre. Il PIL nel secondo trimestre è sceso più di quanto ci si aspettasse, contraendosi del 12,8% rispetto alla precedente previsione che a giugno indicava l’8,2% .

Dopo la fine della chiusura del Paese imposta dal governo l’attività economica si è però mostrata in rapida ripresa, e questo potrebbe portare ad un forte rimbalzo nel prossimo trimestre. Tuttavia nelle ultime settimane del terzo trimestre c’è stata una certa perdita di slancio e di crescita. È importante sottolineare che le previsioni proposte dai report di Fitch non tengono ancora conto delle spese derivanti dall’approvazione del fondo di recupero UE da 750 miliardi di euro, come ben spiegato dall’agenzia stessa e come riportato da Agi. Le stime sulla crescita per il 2021, invece, sono in aumento per quanto riguarda l’Italia: Fitch calcola un + 5,4% (rispetto al precedente + 4,4%), e un + 2% per il successivo 2022. Sotto la voce consumi, a fronte di un drastico calo nell’anno in corso (-9,8%) si potrebbe raggiungere un rimbalzo che porta al + 5,6% nel 2021. La disoccupazione in aumento: dall’11,4% del 2020 all’11,7% del prossimo anno è comunque il dato che lascia più pensare.

La reazione delle imprese: una buona dose di ottimismo

Il settore privato era entrato in recessione in condizioni migliori rispetto alle precedenti flessioni perché da un lato le aziende più fragili erano già andate, mentre negli ultimi anni quelle rimaste si sono rafforzate dal punto di vista del capitale, dimostrando di avere spalle molto larghe, come ha più volte sottolineato il Prof. di Economia Schivardi.

Gli sforzi di Bruxelles sono stati decisivi nel rendere il clima economico positivo e più stabile, grazie anche alla creazione del fondo di ripresa e al meccanismo europeo di stabilità. Recenti indagini di mercato suggeriscono che i primi segnali di ripresa stanno continuando nel terzo trimestre di quest’anno. L’indice dei responsabili degli acquisti IHS Markit per la produzione italiana è salito a 51,9 a luglio, da 47,5 a giugno. Questa è infatti la prima espansione in quasi due anni, sebbene la domanda estera sia rimasta debole e ci fossero prove che suggerivano che le imprese non funzionavano a pieno regime. “Questi miglioramenti devono essere visti in una luce positiva, anche se nei mesi precedenti siamo scesi a livelli di attività così bassi che anche con piccoli aumenti della domanda, in termini percentuali questi aumenti sembrano enormi”, ha detto Massimo Rodà, senior economista di Confindustria.

La situazione sembra rosea anche considerando i vari aiuti. Fino al 31 dicembre 2020 SACE SpA rilascia fideiussioni per finanziamenti concessi ad aziende di qualsiasi dimensione (200 miliardi di euro di cui 30 miliardi di euro per le PMI). SACE garantisce tra il 90% e il 70% dell’importo dei prestiti concessi; l’importo delle garanzie dipende dal numero di dipendenti delle aziende in Italia e dal relativo fatturato annuo (meno o più di 5000 dipendenti e fino a 1,5 miliardi di €, tra 1,5 miliardi di € e 5 miliardi di € o superiore a 5 miliardi di € all’anno turnover). Dovrebbero essere soddisfatte determinate condizioni: ad esempio, le società non dovrebbero approvare la distribuzione di dividendi o il riacquisto di azioni entro il 2020 e devono utilizzarli per spese di lavoro, investimenti o attività commerciali nel nostro Paese.

Con decreto da adottare da parte del Ministro dell’Economia, le esposizioni assunte o da assumere da Cassa Depositi e Prestiti SpA, derivanti da garanzie rilasciate in relazione a prestiti concessi a favore di società italiane che hanno subito perdite di reddito per Covid- 19 emergenza, sarà garantita dallo Stato (entro il predetto limite di 200 miliardi di euro).