Il decreto Ismea 2025 per l’agricoltura

Il Fondo per l’Innovazione in Agricoltura è stato rinnovato per un importo di 47 milioni di euro, da utilizzare per tutto il 2025.
In questo articolo vedremo di cosa si tratta, chi sono i contribuenti che possono richiedere i finanziamenti e come si articola la domanda.
Ismea 2025
Lo scorso 20 giugno il Consiglio dei Ministri si è pronunciato circa il rinnovo del Fondo per l’Innovazione in Agricoltura. Ha deciso di aggiungere ulteriori 47 milioni di euro alle casse di Ismea per l’anno in corso.
Il fondo, creato nel 2023, ha apportato notevoli vantaggi al settore agricolo. Ha permesso agli investitori di piccole, micro e medie imprese di ottenere denaro per attuare una transizione 4.0. Questo, spendendo nelle nuove tecnologie, nella costruzione di impianti più sostenibili e nella digitalizzazione dei sistemi.
Nel corso di questi due anni sono stati messi a disposizione milioni di euro affinché venisse ridotto l’impiego di sostanze chimiche e si potessero eguagliare le altre realtà europee dal punto di vista della modernità.
Fondo per l’Innovazione in Agricoltura: come funziona?
Il Fondo per l’Innovazione in Agricoltura è destinato a tutte le PMI, singole o associate, che presentano le caratteristiche elencate di seguito:
– iscrizione presso il registro delle PMI nella sezione Impresa agricola, ittica o agromeccanica;
– attività di almeno due anni dalla data di presentazione della domanda. Se si svolge più di un’attività, resta valida solo quella per la quale si richiede il beneficio, quindi inerente al settore agricolo;
– sede operativa collocata nel territorio nazionale;
– iscrizione alla categoria delle micro, piccole e medie imprese, secondo quanto previsto dall’Allegato I del regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014, del regolamento (UE) 2022/2472 della Commissione del 14 dicembre 2022 ovvero del regolamento (UE) 2022/2473 della Commissione del 14 dicembre 2022.
Di contro, non possono richiedere il beneficio tutte le imprese che versano nelle seguenti condizioni:
– PMI che presentano difficoltà ai sensi dell’articolo 2, punto 18, del Regolamento (UE) n.651/2014;
– PMI che hanno ricevuto fondi dalla Commissione Europea e non hanno rimborsato oppure depositato il denaro su un conto bloccato;
– PMI con posizioni sofferenti nei confronti di banche o istituti di credito, con segnalazione presso la Centrale Rischi di Banca d’Italia;
– PMI con protesti, procedure esecutive o iscrizioni pregiudizievoli a carico;
– PMI inadempienti nei confronti di Ismea per i fondi ricevuti o che sono destinati all’esclusione per aver violato dei criteri di accesso o partecipazione al beneficio;
– PMI soggette a liquidazione giudiziale o coatta o in corso di procedimento;
– PMI che hanno già ottenuto gli stessi benefici;
– le imprese ittiche che abbiano commesso degli illeciti nel corso della propria attività.

Quali fondi è possibile richiedere? Esistono dei limiti di spesa?
Per quanto riguarda i costi ammissibili, le spese previste per le piccole, medie e micro imprese sono comprese tra 70.000 e 500.000 euro. La cifra scende a 10.000 euro per quanto concerne le PMI ittiche.
I beni ammissibili devono essere calcolati al netto dell’IVA, risultando nuovi di fabbrica e non acquistati tramite leasing o simili forme dilazionate.
E’ necessario attestare che i fondi sono richiesti per beni utili ad uniformarsi alla normativa europea vigente.
Nel caso di veicoli nuovi che sostituiscono i modelli più datati, questi ultimi devono essere marcianti e funzionanti. Indicati con la propria targa, di proprietà da almeno 18 mesi e con immatricolazione non successiva al 2018.
Infine, deve essere dimostrata la loro rottamazione tramite apposita documentazione, allegata alla fattura di quietanza.
Quali sono i requisiti da soddisfare per ottenere i fondi Ismea 2025?
Quando si richiedono dei fondi Ismea è necessario specificarne la finalità con appositi documenti, al fine di dimostrare che gli investimenti rispettano specifici requisiti:
– Miglioramento della sostenibilità produttiva
Uno dei primi obiettivi del Governo è quello di favorire una transizione ecologica progressiva, così da rendere il settore agricolo più sostenibile.
Sono infatti ancora molte le PMI fortemente impattanti dal punto di vista ambientale. Questo a causa di stabilimenti datati, uso di sostanze nocive per il terreno, vecchi mezzi di produzione e sistemi arretrati.
L’obiettivo è quindi promuovere progetti portatori di un rinnovamento in tal senso. Prevedere macchinari meno inquinanti, mutamenti nei ciclo produttivo se questo si dimostra dannoso per il territorio e una maggiore attenzione alla salubrità degli ambienti di lavoro.
– Attenzione al benessere dell’ambiente e degli animali
Nel contesto della ricerca di maggiore sostenibilità, i fondi sono destinati a tutti coloro che si preoccupano della preservazione del territorio e del benessere degli animali.
Pertanto, tutti gli acquisti compiuti per favorire la corretta gestione degli allevamenti sono ammessi nella richiesta fondi.

– Miglioramento delle infrastrutture
Uno dei principali problemi del settore primario italiano è proprio quello delle infrastrutture, soprattutto in alcune aree più arretrate del Paese.
Tutti gli interventi volti a migliorare questo aspetto sono considerati ammissibili. Come la sistemazione dei terreni, la scelta di energia pulita, mezzi che favoriscono il risparmio idrico ed energetico e sviluppo fondiario.
– Mitigazione dei cambiamenti climatici
Il cambiamento climatico si sta facendo sempre più evidente. Non solo con le temperature che ogni anno si alzano di diversi gradi, ma anche con fenomeni violenti come temporali e inondazioni.
Come i cittadini, anche e soprattutto le aziende sono chiamate a contribuire nella limitazione di questo fenomeno. Controllando le proprie emissioni nocive ed eliminando tutti quei macchinari che producono gas a effetto serra.
Come accennato, si cercano di promuovere energie sostenibili come quella eolica e solare, limitando l’uso del gas e migliorando il sequestro del carbonio.
– Promozione di una bioeconomia circolare
Nell’ottica della crescita e dell’innovazione agricola, lo scopo dei fondi Ismea è anche quello di favorire un’economia circolare che prevede il riciclo e una conseguente diminuzione dello sfruttamento delle risorse naturali in via di esaurimento.
Si cerca quindi di diminuire la dipendenza chimica, nel rispetto della biodiversità e dei cicli della natura, rendendo la produzione meno intensiva seppur mantenendo l’efficienza.
Questo è possibile revisionando gli stabilimenti e aggiungendo macchinari di ultima generazione, a favore di un produzione più sostenibile e allo stesso tempo dalla resa ottimale.
– Miglioramento del settore ittico tramite apparecchi e strumenti sostenibili
Per quanto riguarda il settore ittico, il bonus Ismea segue dei criteri specifici per quanto concerne gli obiettivi e le spese ammissibili.
In linea generale, sono approvati quei progetti che limitano l’emissione delle sostanze nocive da parte dei pescherecci. Sia in fase di navigazione che di pesca, rendendo il mezzo più sostenibile dal punto di vista dell’impatto ambientale.
Inoltre, è previsto l’acquisto di tutti quegli strumenti da pesca che rendono il lavoro più agevole. Questo, sempre in un contesto di salvaguardia della biodiversità marina e degli ecosistemi.
Infine sono ammessi i macchinari che producono minore inquinamento per le acque e impiegano una quantità di risorse non rinnovabili inferiore rispetto agli apparecchi di vecchia data.

Come sono erogati i fondi Ismea 2025 alle PMI?
Il fondo Ismea prevede un’erogazione a fondo perduto, calcolato in modo proporzionale senza superare il massimo previsto, così come citato in precedenza.
Per ottenere il denaro, è necessario accreditarsi presso il portale del fondo Ismea e precompilare la domanda.
Nel periodo previsto per la presentazione questa può essere validata e inviata. Con l’accortezza di muoversi per tempo in quanto i fondi sono disponibili fino a esaurimento.
Inoltre, bisogna fare attenzione a compilare la domanda in ogni sua parte e soprattutto allegare tutti i documenti richiesti, pena l’esclusione dal beneficio.
Inoltre, il beneficiario deve essere titolare di un conto corrente dal quale eseguire pagamenti e ricevere i fondi di Ismea.
L’analisi delle domande avviene in ordine cronologico, con l’esito che viene inviato all’interessato entro 30 giorni dalla presentazione.
Nel caso non venisse richiesto un beneficio a fondo perduto ma solo una garanzia Ismea, si dovrà utilizzare la piattaforma telematica specifica G-spot e attendere 15 giorni per conoscere l’esito della domanda.
La garanzia è emessa nei successivi 5 giorni, contattando l’istituto di credito indicato dal beneficiario a mezzo posta certificata o lettera raccomandata.
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