Contributi a fondo perduto per l’imprenditoria femminile

Sono stati attesi per tanto tempo, le imprenditrici o le aspiranti tali hanno in poco tempo prosciugato le risorse disponibili grazie alle numerose domande giunte. Ma come attingere ai fondi e chi potrà essere escluso?

Un rapido riepilogo del Fondo Impresa Femminile

Tra gli incentivi più importanti che interessano l’Italia c’è sicuramente il Fondo di Impresa Femminile ovvero un sostegno composto da un 50/50 di contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati che interessano tutte le donne che desiderano aprire una propria impresa o svilupparla. Stanziato il 30 settembre 2021, il fondo prevedeva 200 milioni di euro di incentivi volti a spronare le donne a mettere in piedi una propria impresa con lo scopo di seguire la scia europea e non essere più nel fanalino di coda. L’Italia è, infatti, uno dei Paesi con meno lavoratrici donne, in special modo nel settore imprenditoriale, ragion per cui i fondi femminili sono praticamente erogati in modo da aiutare coloro che hanno un progetto interessante ma necessitano di liquidità. Durante questa prima fase il governo ha aperto diversi sportelli online e attivato anche consulenze con dei tutor con lo scopo di informare e accompagnare le donne in questa nuova avventura. Le agevolazioni riuscivano a ricoprire diverse realtà tra cui i settori industriali, artigianali, agricoli, turistici, commerciali e settori di servizi. In più il Fondo aggiunge un bonus per tutte quelle che trattano l’alta tecnologia o vogliono migliorare sotto questo aspetto.

A chi è rivolto il Fondo

La platea di utenti interessate era vasta in quanto il fondo va a sostenere le imprese di qualsiasi dimensione e in tutta Italia per cui anche società, cooperative, società di capitale con un organigramma composto da due terzi di donne, imprese individuali e lavoratrici autonome dotate di partita IVA. L’aspetto ancora più interessante è che il finanziamento era rivolto sia alle nuove imprese ma anche alle imprese costituite da più di 12 mesi. Se parliamo della donna che vuole iniziare un progetto da zero o è proprietaria di un’impresa costituita da meno di un anno i progetti possono coprire fino € 100.000 di cui, in caso di donne disoccupate, il fondo va a ricoprire il 90% delle spese o l’80% per donne occupate con un totale di spese fino a € 50.000. Se invece il progetto chiede un finanziamento di € 250.000 allora le spese coperte rappresentano il 50% con un massimo di € 125.000. C’è spazio anche per le imprese attive da più di 12 mesi, in questo caso i progetti possono essere presentati per un valore fino a € 400.000 con lo scopo di sviluppare una nuova attività inerente alla propria o ampliare un’attività esistente.

Perché le domande sono state chiuse?

In pochissimi giorni sono arrivate per le sole nuove imprese quasi 5000 domande che hanno esaurito i fondi e ciò ha indotto il governo a pensare di rifinanziarlo in modo da puntare tutto sull’ imprenditoria femminile italiana per il prossimo futuro. Le regioni che si sono dimostrate più interessate sono state Lombardia, Lazio e Campania con 1176 domande inviate dalle imprenditrici lombarde, 978 per quelle laziali e 831 per quelle campane. Gli sportelli per le domande sono stati chiusi il 19 maggio per le nuove imprese e quelle attive da meno di 12 mesi e l’8 giugno per quelle attive da più di un anno. Per attingere ai fondi, una volta che le domande saranno state controllate e accolte, è necessario che l’impresa abbia una sede legale o una sede operativa in Italia. Non c’è un valore minimo per cui un’impresa può anche richiedere una cifra irrisoria che gli consenta di acquistare un macchinario. Per le imprese invece aperte da più di 36 mesi il contributo è interamente a fondo perduto. In ogni caso c’è un mix di contributo a fondo perduto e finanziamento a tasso zero fino all’80% delle spese e fino a € 320.000 da restituire in 8 anni.

Il processo di valutazione della domanda

Nel processo di valutazione della domanda ci sarà una prima fase in cui verranno analizzate tutte le informazioni contenute all’interno di documenti e degli allegati e poi, in seguito, verrà stipulato un colloquio di valutazione con il soggetto che richiede l’incentivo. Ogni domanda avrà dei punteggi che saranno influenzati da 4 specifiche: il team imprenditoriale, il presidio, l’analisi di mercato e la fattibilità economica. Per ognuno di questi aspetti verrà dato un punteggio il cui valore minimo è pari a 21 mentre il massimo è di 41. Qualora i criteri non riuscissero a raggiungere il punteggio minimo per essere ammessi verranno automaticamente esclusi. La tempistica con cui avverranno le valutazioni delle domande è di circa 60 giorni dall’invio, non ci sarà nessuna graduatoria e verranno considerate ammesse tutte le domande che rientrano nel punteggio. Potrebbero esserci dei ritardi causati dalla mancanza di alcune informazioni. Nell’eventualità mancassero alcuni documenti e Invitalia chiedesse rettifiche o chiarimenti, la proponente avrà 10 giorni per completare la domanda altrimenti incorrerà in un esito negativo.

Come attingere ai fondi

Una volta ottemperati tutti questi passaggi, Invitalia procederà all’erogazione dopo la firma del provvedimento di concessione. Ciò avviene dopo 30 giorni dalla data di accettazione, un dato importante è che l’impresa può chiedere un anticipo del 20% del totale che sarà erogato nel giro di 20 giorni. Queste servono a scopo di fideiussione bancaria o assicurativa o per iniziare alcune preparazioni iniziali come un eventuale contratto d’affitto però è importante che la richiedente invii una domanda di anticipazione, quest’ultima è disponibile sul sito di Invitalia. In caso contrario, i pagamenti avverranno in questa maniera: l’interessata provvederà ad anticipare il denaro che verrà poi rimborsato. I pagamenti delle spese devono avvenire sempre attraverso movimenti tracciabili quindi assegni nominativi, bonifici, carte di credito o di debito, ricevute bancarie, ecc. Tutti i pagamenti devono avvenire e devono essere intestati all’impresa che beneficerà del fondo. Sono accettate anche le spese per macchinari acquistati all’asta purché avvenute dopo l’accettazione della domanda e comunque sempre rispettando le linee guida del Fondo Imprenditoria Femminile.