Bonus internet: voucher per PMI e professionisti

Dopo il grande successo del bonus Internet per famiglie, il Governo lo ha esteso anche per l’ampia platea di professionisti e PMI italiane. Ma in cosa consiste e come funziona?

Che cos’è il bonus internet?

Il bonus internet è un’agevolazione per incrementare la connettività e consentire a imprese e professionisti di migliorare il proprio lavoro digitale. Questo fa parte del Piano Voucher, un sistema decretato dal Mise lo scorso 27 aprile e indirizzato alle piccole e medie imprese, oltre che ai professionisti che esercitano una professione intellettuale. Questa misura prevede un importo da 300 € a 2.500 € ma solo in determinati casi. Cercheremo di capire, quindi, in quali situazione è possibile beneficiare del bonus e perché ci siano ancora tanti fondi inutilizzati. Facendo una rapida revisione delle statistiche, risulta che solo un quarto dei fondi siano stati elargiti, con netta prevalenza nelle regioni del Lazio, della Lombardia e del Veneto. Chi, invece, potrebbe approfittare ma non ha dato molti cenni di adesione è il Mezzogiorno.

I fondi stanziati per il bonus hanno un totale complessivo di 608.238.104,00 €, una cifra di tutto rispetto e che intercorre nell’adesione a un piano di connessione con velocità di download superiore a 30 mbit/s, con un contratto di 18 o 24 mesi.

Come fare la domanda?

Il termine per richiedere l’agevolazione è il 15 dicembre 2022, oltre il quale non sarà più disponibile. I titolari di partita IVA e le PMI potranno contattare direttamente gli operatori e richiedere il voucher internet, sottoscrivendo l’offerta più consona per le proprie esigenze. Gli enti preposti vigileranno affinché i vari step siano ottemperati nel migliore dei modi, parliamo della Direzione Generale per i Servizi di Comunicazione Elettronica, di Radiodiffusione e Postali del governo e di Infratel. In base alla tipologia di contratto ci sarà un incentivo proporzionato, fermo restando che il voucher è una tantum per cui non è possibile attivarne due o più per impresa, anche nel caso di più sedi.

Qual è il funzionamento che stabilisce la cifra spettante?

Abbiamo un voucher A, B e C. Il voucher A si divide ulteriormente in voucher A1 e A2, con un contributo pari a 300 €, senza alcun supplemento economico per il rilegamento. La connessione internet ha una velocità di download superiore ai 30 mbit/s ma inferiore ai 300 mbit/s. La durata del bonus è per 18 mesi. Questa soluzione è ideale per le micro imprese o i professionisti che non hanno mai avuto una connessione a proprio nome nel loro ufficio.

Il voucher A2 ha sempre un budget di 300 € ma contempla i costi legati al rilegamento fino a un massimo di 500 €, sarà l’operatore a valutare questi ultimi e a inserire la quota nel rimborso del bonus. La velocità è superiore ai 30 mbit/s e inferiore a 1 gbit/s. Soluzione ottimale per chi vuole riallacciare una linea internet senza sborsare i costi dell’operazione e con il vantaggio di una velocità maggiore. Saranno gli operatori a individuare la soluzione più adatta all’utente, in virtù della presenza di alcuni requisiti. In entrambi i casi non c’è nessuna banda minima garantita.

Il voucher B ha un valore di 500 €, un plus fino a 500 € per le spese di rilegamento e una durata di 18 mesi. Il vantaggio maggiore è nella velocità di download che è maggiore a 300 mbit/s e inferiore a 1 gbit/s. In questo caso non è garantita nessuna banda minima superiore a 30 mbit/s..

Il voucher C è il contributo più sostanzioso, ben 2.000 € di incentivo, un supplemento fino a 500 € per il rilegamento, una velocità di connessione sempre superiore a 1 gbit/s e una banda minima garantita superiore a 100 mbit/s. Questo è l’unica tipologia di voucher riconosciuta per 24 mesi, ideale per i professionisti e le imprese che lavorano nel campo del digitale e necessitano di un piano capace di aderire ad alti standard di performance.

Perché il bonus è rivolto a PMI e professionisti?

Il voucher internet è stato elargito alle famiglie fino a pochi mesi fa; la necessità di digitalizzare una platea più ampia ha reso quindi inderogabile implementare alcune figure come le piccole e medie imprese e i professionisti che operano nel campo intellettuale. Le prime rappresentano quasi la totalità delle imprese attuali italiane, toccando una percentuale pari al 99,8%. Queste 1,5 milioni di realtà lavorative rappresentano il 55% del PIL perciò meritano i giusti incentivi per crescere e prosperare. I titolari di partita IVA sono invece 20 milioni, una grande fetta di soggetti che pagano ingenti tasse e meritano di essere annoverati nei beneficiari di un bonus pensato per migliorare la pratica lavorativa. Anche se il bonus ha il termine del 15 dicembre 2022, ci sono buone possibilità che la Commissione Europea proroghi nuovamente l’incentivo dopo una revisione delle statistiche e un’attenta valutazione.