Cosa significa ramo d’azienda?

cosa vuol dire ramo d'azienda

Tutto quello che c’è da sapere sul trasferimento di un ramo d’azienda

Cosa vuol dire ramo d’azienda?

Con l’espressione ramo d’azienda si indica il complesso unitario di beni aziendali dotato di una propria stabile autonomia organizzativa e funzionale. A titolo esemplificativo, si consideri un’impresa calzaturiera, rispetto alla quale concretizza un ramo d’azienda il reparto che si occupa della produzione di suole. In quanto connotati dai requisiti dell’autonomia e dell’organizzazione, questi beni sono suscettibili di trasferimento, assoggettato alla disciplina dettata per la cessione di azienda. Questa articolazione funzionalmente autonoma di un’attività economica organizzata conserva, in caso di trasferimento, la sua identità. Perché si possa parlare di ramo d’azienda, occorre che il complesso dei beni aziendali sia munito di un’autonomia tale da permettere l’esercizio dell’impresa indipendentemente dall’inserimento della stessa nell’intero complesso aziendale. In secondo luogo, le attività poste in essere dai lavoratori di quella parte d’azienda presuppongono un’interazione reciproca delle rispettive funzioni.

  • La cessione di un ramo d’azienda è finalizzata a permettere la continuazione dell’impresa da parte del cessionario;
  • salvo patto contrario, il cessionario subentra nei contratti stipulati per l’esercizio dell’azienda stessa che non abbiano carattere personale;
  • i dipendenti conservano i diritti derivanti dall’anzianità raggiunta e il cessionario è obbligato in solido con l’alienante per tutti i crediti che i dipendenti vantavano al momento della cessione.

Cosa significa cessione di ramo d’azienda?

La cessione di un ramo d’azienda è il contratto in forza del quale il cedente trasferisce al cessionario la titolarità dei beni aziendali destinati funzionalmente all’esercizio di un settore di attività imprenditoriale. Il negozio giuridico in oggetto è un contratto a titolo oneroso che assume la forma dell’atto pubblico o della scrittura privata autenticata, che successivamente il notaio provvederà ad iscrivere nel Registro delle Imprese. La stipulazione del contratto comporta l’automatico subentro del cessionario nella titolarità dei rapporti contrattuali riferibili al ramo di azienda ceduto: tali rapporti contrattuali seguono le sorti del complesso organizzato cui accedono, a meno che si tratti di beni personali o salvo che le parti abbiano provveduto alla determinazione dei singoli beni o rapporti non destinati alla successione. Passando alle sorti dei lavoratori coinvolti nel trasferimento, la cessione del ramo d’azienda comporta la continuazione in capo al cessionario dei rapporti di lavoro relativi al personale che era occupato presso il cedente al momento della cessione, con la conseguente conservazione di tutti i diritti che ne derivano.

Cosa rientra nell’acquisto di ramo d’azienda?

La cessione di un ramo d’azienda comprende beni materiali (mobili ed immobili) ed immateriali, inclusi i contratti stipulati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa. Pertanto, il ramo d’azienda ceduto consiste in beni materiali destinati all’esercizio dell’impresa o comunque in strutture organizzate a tale scopo. Può consistere anche in una prevalenza di beni immateriali, ma in tal caso il personale trasferito deve possedere un know-how specifico. Affinché l’operazione di cessione di un ramo d’azienda sia valida, deve sussistere l’autonomia funzionale del ramo d’azienda ceduto, ossia la capacità di questo, già al momento dello scorporo dal complesso cedente, di provvedere ad uno scopo produttivo con i propri mezzi, funzionali ed organizzativi, restando adeguatamente conservato il complesso organizzato dei beni dell’impresa e l’oggetto di quest’ultima. L’analisi circa la validità dell’operazione deve basarsi sulla valutazione complessiva di una pluralità di elementi interdipendenti, consistenti nell’eventuale trasferimento di elementi materiali o immateriali, nell’avvenuta riassunzione della maggior parte del personale da parte della nuova impresa, nell’eventuale trasferimento della clientela collegata al ramo di azienda e nel grado di analogia tra le attività esercitate prima e dopo la cessione.

Cosa vuol dire affitto di ramo d’azienda?

Con il contratto di affitto di ramo d’azienda, il proprietario concede all’affittuario, dietro il corrispettivo di un canone periodico e per un periodo di tempo determinato, la disponibilità e il godimento di un complesso di beni di per sé idoneo a consentire lo svolgimento di una determinata attività d’impresa, sempre che quella parte di azienda si contraddistingua come un complesso unitario di beni caratterizzato da una sua autonomia organizzativa. L’affittuario è tenuto a gestire il ramo d’azienda senza modificarne la destinazione e in modo da conservare l’efficienza dell’organizzazione e degli impianti e le normali dotazioni delle scorte. Cosa rientra nell’affitto di ramo d’azienda? I beni mobili ed immobili, materiali ed immateriali (quali l’avviamento). Oggetto del contratto di affitto non sono necessariamente tutti questi beni, ben potendo alcuni di essi, soprattutto quelli immateriali, mancare purché il loro difetto non comprometta l’unità economica del ramo d’azienda affittato e la sua potenzialità produttiva. Nel contratto in esame, i beni immobili conferiti in godimento non devono essere considerati nella loro individualità giuridica, ma come uno degli elementi costitutivi del complesso di beni mobili e immobili conferiti, legati tra di loro da un vincolo di interdipendenza e complementarietà.

Come si acquisisce un ramo di azienda?

Oltre che risultare da atto notarile, la cessione di un ramo d’azienda deve essere depositata presso il Registro delle Imprese ed è soggetta a tassazione, con l’imposta di registro pari al 3% del prezzo pagato. Se il ramo d’azienda ceduto comprende beni immobili, sul loro valore si applicano le imposte previste per le compravendite immobiliari. Acquisire un ramo d’azienda partecipando ad un’asta giudiziaria si rivela una soluzione molto vantaggiosa: l’interessato può conoscere nel dettaglio i beni e le attività che compongono il ramo d’azienda, tra cui marchi e brevetti, macchinari industriali ed attrezzature, arredi e macchine da ufficio, magazzini ed altri immobili. La procedura è trasparente e i beni vengono venduti a prezzi ribassati rispetto al loro valore originario. Come si valuta un ramo di azienda? Per la determinazione del valore attribuibile ad un ramo d’azienda, i metodi attualmente più utilizzati sono quelli misti patrimoniali-reddituali, che considerano il valore sostanziale dell’aggregato patrimoniale e tengono presenti le potenzialità di reddito del ramo d’azienda.