Compravendita e affitti di terreni, scopri le tendenze

Nonostante una breve battuta d’arresto dovuta a Covid e inflazione, il mercato dei terreni mostra oggi segnali incoraggianti. È infatti evidentemente un sempre più crescente interesse verso la terra, sia in compravendita che in affitto. Si tratta di due modalità differenti, ma che si adattano perfettamente alle esigenze di diversi tipi di acquirenti. Chi lavora nel settore agricolo sa perfettamente che investire in un buon terreno è fondamentale per il successo della propria attività. Stai pensando anche tu d’investire su un terreno agricolo? Continua a leggere per saperne di più sulle nuove tendenze di compravendita e affitti di terreni. Nello specifico si parlerà di:

  • cosa mostrano i dati;
  • differenze tra nord e sud;
  • boom degli affitti;
  • variabili sullo sfondo.

Cosa mostrano i dati

Il rapporto annuale redatto da Crea, con supporto del Conaf, mostra una nuova crescita del mercato fondiario dopo il rallentamento subito per via di Covid e inflazione. La crescita è evidente sia in termini di valore dei terreni, sia di numero di compravendite. Al momento, il numero di vendite si colloca stabilmente sopra le 150 mila all’anno. Momento di grande fioritura anche per gli affitti, che coprono circa il 50% dei terreni sul suolo nazionale e sono molto in voga tra i giovani imprenditori alle prime armi.

Purtroppo però non è tutto oro quel che luccica. Il rapporto di Crea mostra infatti anche tendenze meno positive. L’inflazione ha giocato un ruolo non indifferente su questo settore, riducendo notevolmente il valore del patrimonio fondiario e facendolo precipitare dell’80% rispetto al livello dei primi anni 2000. Nonostante il prezzo della terra sia uno dei valori meno soggetti a variazioni, negli ultimi dieci anni si è lentamente, ma costantemente, ridotto. Inoltre, secondo le stime della Banca d’Italia, le erogazioni per la compravendita sono diminuite del 6% nel 2022 rispetto all’anno precedente.

Ma quali terreni sono quelli più in voga tra acquirenti e affittuari? La ricerca da parte degli imprenditori si concentra principalmente su appezzamenti con buona infrastrutturazione e fertilità, situati in zone adatte a colture di pregio. Soprattutto per quanto riguarda i vigneti, gli imprenditori sembrano più orientati sull’acquisto piuttosto che sull’affitto. Per quanto riguarda i terreni destinati ai vigneti, le zone più richieste risultano essere il Piemonte e l’Alto Adige.

Differenze tra nord e sud

L’Italia si attesta al momento come il paese con i terreni più costosi d’Europa. Il prezzo medio per un terreno agricolo nella penisola è di circa 21 mila euro all’ettaro, ma vi sono evidenti differenze tra regioni. La zona in cui i terreni costano di più è il Nord-Est (circa 42.300 euro), seguito dal Nord-Ovest (circa 29.1000 euro). Nel resto d’Italia i prezzi mediamente non superano i 15.000 euro.

Al Nord-Est e Nord-Ovest il valore della terra è aumentato rispettivamente del 3,2% e del 1,2%, mentre al Centro-Sud l’aumento si attesta tra lo 0,5% e lo 0,8%. Una novità rispetto agli anni precedenti è che per la prima volta nessuna regione registra un arretramento del livello dei prezzi. Ciò che cambia però è la disparità tra Nord e Sud che allarga la forbice dei prezzi, già rilevante. Le zone ad aver avuto la peggio sono le pianure, mentre zone collinari e montane hanno invece riportato qualche aumentato.

Il divario tra Nord e Sud in merito al mercato dei terreni non è valutabile solo sulla base degli ultimi uno o due anni, è necessaria un’analisi più approfondita. Dai dati Crea relativi negli ultimi vent’anni emergono crescite a doppia cifra al Nord (+39% nel Nord-Ovest e +28% nel Nord-Est), mentre il Mezzogiorno raggiunge appena il +6%. A livello regionale, la crescita più rilevante è quella della Liguria con un aumento del 62% dal 2000 al 2019.


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Boom degli affitti

Una vera svolta l’ha ottenuta il mercato degli affitti. Sembra infatti che questo contratto di locazione sia sempre più diffuso, soprattutto tra i giovani imprenditori e coloro che hanno timore di restare schiacciati tra mutui e spese. La metà dei terreni in Italia è gestito proprio da un contratto d’affitto, soprattutto nelle regioni settentrionali dove la domanda dei terreni supera l’offerta.

Per quanto riguarda i canoni, i dati mostrano un incremento generalizzato dovuto all’inflazione. Tale aumento riguarda sia i nuovi contratti che i rinnovi legati agli adeguamenti ISTAT. Guardando con un più ampio raggio, è possibile notare che rispetto al 2010 la percentuale di terreni agricoli coperti da affitto è notevolmente aumentata (+27%). L’incremento più consistente si registra al Sud con +37%. In totale a livello nazionale si tratta di 6,2 milioni di ettari, ossia il 50% della superficie agricola utilizzata.

Una delle ragioni alla base di questo boom degli affitti di terreni nel nostro paese riguarda le banche. Il gravoso aumento dei tassi d’interesse, deciso dalla Banca Centrale Europea, ha infatti portato le aziende agricole a ridurre gli investimenti. Per questo motivo quindi l’affitto ha scavalcato la compravendita divenendo la modalità preferita da giovani imprenditori e non solo.

Variabili sullo sfondo

Variabili sullo sfondo

In attesa dei dati pubblicati da Crea, erano diverse le variabili che si pensava avrebbero influito sull’attuale mercato fondiario. Solo alcune di esse però hanno giocato un ruolo nel modificarsi di questo settore, mentre altre sono rimaste silenti. In particolare, il cambiamento climatico è quello che ha pesato di più sulla compravendita e sugli affitti di terreni. Questo perché l’instabile situazione climatica obbliga gli imprenditori agricoli a una maggiore prudenza. La tropicalizzazione del clima infatti aumenta il rischio di perdite colturali e l’aumento dei costi assicurativi e per questo molti imprenditori preferiscono orientarsi sull’affitto piuttosto che sulla compravendita.

Le energie rinnovabili sono invece una variabile su cui c’erano aspettative negative e che invece sembra non aver influito sull’aumento dei prezzi dei terreni. Grazie anche al sostentamento pubblico, l’avvento dell’agri voltaico non ha impattato negativamente sul mercato fondiario e vi è quindi un cauto ottimismo sul suo futuro. Un altro fattore su cui vi era incertezza è la riforma della Pac (Politica Agricola Comune) entrata in vigore a gennaio scorso. Essa prevede la riduzione dei pagamenti diretti e maggiori vincoli ambientali. Anch’essa in realtà sembra non aver avuto alcun ruolo nell’andamento del mercato fondiario italiano.

Ora che sei un esperto delle attuali tendenze di compravendita e affitti, è il momento perfetto per investire su un pezzo di terra. Dopo un investimento impegnativo come questo, risparmiare è d’obbligo. Perché non provare a farlo sui tuoi mezzi aziendali? Sul sito di Industrial Discount puoi trovare centinai di mezzi acquistabili all’asta. In questo modo potrai spendere cifre accessibili e vantaggiose senza dover rinunciare alla qualità.