Governo Draghi: nuovi sostegni per le partite IVA?

Il governo presieduto da Mario Draghi è di recente formazione, e finora sembra che il Premier stia seguendo le orme del suo predecessore Giuseppe Conte. Nel corso del 2020, il governo Conte ha elargito degli aiuti alle imprese e ai liberi professionisti, favorendo in particolar modo le partite IVA con il bonus da 600,00 EUR elargito durante il trimestre che va da marzo a maggio 2020, quando è stato deliberato e messo in atto il primo lockdown allo scopo di ridurre i contagi a causa del COVID-19 e i conseguenti ricoveri ospedalieri. Allo stato attuale, Draghi sta riprendendo molte iniziative già proposte e avviate da Conte, ma fornirà dei nuovi sostegni economici alle imprese e ai professionisti in difficoltà?

La situazione economica durante il 2020

L’economia italiana ha sofferto molto a causa degli effetti della diffusione del Coronavirus (è stata calcolata una diminuzione del Pil dell’8,9%). Tra le industrie più colpite possiamo annoverare quella della ristorazione (i bar e i ristoranti hanno accusato un calo del fatturato del 40%) e quella del turismo (74%). Le uniche attività di cui è stata consentita l’apertura durante il lockdown erano le farmacie, i supermercati, i benzinai, le edicole, le tabaccherie e le imprese per cui non è stato possibile il ricorso allo smart working, ovvero al lavoro da casa, e alle ferie (fonte: IlSole24Ore). Tra le 300.000 e le 400.000 imprese hanno chiuso i battenti (fonti: Agi e Il Messaggero).

A febbraio, la legge di Bilancio 2020 aveva mantenuto la cosiddetta flat tax al 15% per chi aveva la partita IVA e aveva emesso fatture fino a 65.000 euro, sebbene i commi 691 e 692 fossero stati modificati per cambiare il regime forfettario (fonte: la Repubblica). L’Internazionale riferisce che i lavoratori freelance, e in particolare i detentori delle partite IVA, hanno dovuto affrontare le conseguenze della pandemia: 75,9% di attese di cancellazioni e rinvii di commesse; 57,6% di commesse sospese; 47,3 % di commesse cancellate; 45,1% di incontri conoscitivi cancellati. Poiché questa specifica categoria di liberi professionisti si appoggia alle attività e alle imprese altrui, tali perdite sono state significative.

Le misure a sostegno delle partite IVA

Per il mese di marzo 2020, il governo Conte ha riconosciuto un’indennità pari a 600,00 euro per le partite IVA che fossero attive dal 23 febbraio 2020, nonché iscritte alla gestione separata INPS riservata agli artigiani e ai commercianti e a quella riservata ai professionisti senza cassa. Le domande sono state inviate a partire dal 1 aprile, e le prime richieste sono state talmente numerose da bloccare il portale dell’INPS che dal 2 aprile ha dovuto consentire l’accesso in base a delle determinate fasce orarie. Dal mese di maggio, lo stesso bonus ammontava a 1.000 euro, e tuttavia sono state applicate maggiori restrizioni che riguardavano i requisiti d’accesso (fonte: Ipsoa).

Stando a un articolo di ItaliaOggi datato il 15 dicembre 2020, il governo Conte ha dichiarato che si sarebbe fatto carico di un anno in cui erano previsti molti contributi previdenziali nei confronti dei lavoratori autonomi e delle partite IVA, o quantomeno nei confronti di chi tra di loro ha guadagnato un reddito fino a 50 mila euro e ha subito un calo del fatturato del 33% durante i periodi di lockdown che si sono succeduti tra il mese di marzo e il mese di dicembre. L’allora ministro degli esteri, Luigi di Maio, ha dichiarato che il 2021 sarebbe stato un cosiddetto “anno bianco” contributivo per queste categorie di lavoratori, ma poi il governo si è sciolto il 26 gennaio 2021.

La situazione economica nel primo trimestre del 2021

Confindustria, nel mese di gennaio 2021, prevede una ripresa dell’economia italiana solo a partire dalla metà dell’anno in corso, a patto che ci sia un abbattimento dell’emergenza sanitaria con la diffusione dei vaccini e, dal punto di vista strettamente commerciale, una ripartenza dei consumi. L’export di beni prodotti in Italia, che ha conosciuto anch’esso un periodo di crisi perché il Coronavirus si è diffuso a livello globale, sembra che conoscerà dei segnali di ripresa nel corso dei prossimi mesi. Il 13 febbraio 2021 ha visto l’inizio del governo presieduto da Mario Draghi, una figura già nota alle cronache nazionali e internazionali per il suo ruolo di Presidente della Banca centrale europea tra il 2011 e il 2019, nel corso della crisi del debito sovrano europeo.

Il background di Draghi, arricchito dalle sue esperienze come economista e banchiere, ha convinto il resto dei Paesi europei, e l’attuale presidente della Bce, Christine Lagarde, ha dichiarato che lui avrebbe favorito la ripresa dell’economia italiana, anche se ha aggiunto che è probabile che la situazione si sarà ristabilizzata solo nella prima metà del 2022. Il 16 febbraio, Prometeia afferma che le stime riguardo al Pil italiano sarebbero state decisamente in rialzo con un calo previsto del 2% contro il 3,2% stimato nel mese di gennaio. Per via della lentezza del piano vaccinale, la crescita è stimata al +4,8% (fonte: Idealista). Per tutte le imprese economiche, e non solo per le partite Iva, tutto sembra dunque promettere bene, ma sarà solo il tempo a dirlo.

L’attuale situazione delle partite IVA

Il 2020 ha registrato una diminuzione delle partite IVA del 14% rispetto al 2019. Le persone fisiche hanno costituito il 72% delle 464.700 nuove partite IVA, mentre le società di capitali ne hanno costituito il 21% e le società di persone il 3,4%. Bisogna inoltre menzionare che la quantità di soggetti non residenti che hanno aperto le partite IVA ha conosciuto un aumento del 42,9%. Tuttavia, il 2020 ha registrato ben 320.435 chiusure delle partite IVA, laddove il 2019 ne aveva registrato 427.623, il che significa che c’è stato un 25% di chiusure in meno, andando in controtendenza rispetto a quasi tutti gli altri settori colpiti dalla crisi economica (fonte: Ipsoa).

Le prospettive delle partite IVA nell’ambito dei sostegni economici

Già a febbraio, il Premier Draghi, a proposito delle partite IVA, ha dichiarato che non ci sarebbero stati più ristori a pioggia, e nel frattempo si sperava nell’emanazione del quinto decreto Ristori (fonte: InformazioneFiscale). Tuttavia, risale a solo poche ore fa la notizia che il governo ha deliberato sia un’erogazione fino a 150.000 euro per tutte le partite IVA che la cancellazione dei debiti dei detentori delle partite IVA che risultino inferiori ai 5.000 euro (fonte: Contocorrente). La spesa prevista si aggira tra i 10 e i 12 miliardi di euro, ma la Stampa ha espresso l’opinione che tale somma possa essere insufficiente per l’erogazione dei nuovi sostegni economici sia per le imprese che per i professionisti (fonte: Linkiesta e Trend online).