Novità sul superbonus per cittadini e imprese
L’Agenzia delle Entrate si occupa dei controlli e degli accertamenti fiscali per conto dello Stato. A giugno 2023 ha pubblicato una circolare contenente delle novità sul Superbonus, ovvero l’incentivo disponibile dal 2020 per le detrazioni fiscali. Infatti, recentemente il testo di legge relativo a questo tema ha subito delle modifiche.
Che cos’è il Superbonus?
Il Governo Conte aveva introdotto il Superbonus nel 2020, durante la pandemia da Covid-19. L’obiettivo era quello di favorire gli interventi edilizi negli edifici. L’agevolazione fiscale infatti consiste nella detrazione di un massimo del 110% dell’imposta lorda. In particolare, rientrano in questo incentivo gli interventi che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici. Questi interventi possono essere svolti sulle parti comuni degli edifici, sulle unità immobiliari indipendenti, con uno o più ingressi autonomi dall’esterno, oppure sulle singole unità immobiliari.
Ci sono due tipi di d’interventi previsti:
- trainanti;
- aggiuntivi o trainati.
Il primo tipo d’interventi può avere come oggetto la sostituzione degli impianti di climatizzazione, l’isolamento termico (ad esempio delle facciate), oppure gli interventi antisismici.
Quelli aggiuntivi invece includono:
- gli interventi per l’efficienza energetica;
- l’installazione d impianti solari fotovoltaici e di sistemi di accumulo;
- la realizzazione d’infrastrutture per ricaricare le auto elettriche;
- gli interventi per eliminare le barriere architettoniche.
Possono usufruire del Superbonus i condomini, le persone fisiche o le organizzazioni senza scopo di lucro che hanno utilità sociale. Tra queste rientrano anche le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale. Per esempio, le Onlus.
I vantaggi del Superbonus
Il Superbonus può dare due vantaggi principali:
- uno sconto in fattura, che i fornitori applicano direttamente;
- la cessione del credito, che viene corrisposto in base alla detrazione spettante.
Nel primo caso dunque è il fornitore stesso che indica il prezzo finale dei lavori, a cui applica uno sconto. Per esempio, può trattarsi dei lavori di restauro della facciata di un edificio svolti da un’impresa edile. Nel secondo caso invece è lo Stato, tramite l’Agenzia delle Entrate, che si occupa della restituzione della somma pagata dai contribuenti.
In particolare, la cessione può essere corrisposta a favore:
- dei fornitori dei beni e dei servizi necessari per svolgere il lavoro previsto;
- delle persone giuridiche, tra cui anche gli esercenti di lavoro autonomo o d’impresa, gli enti o le società;
- degli istituti di credito o gli intermediari finanziari, per esempio le banche.
La circolare dell’Agenzia delle Entrate
L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato a giugno 2023 una circolare. L’obiettivo era quello di chiarire alcune modifiche sulla legislazione in tema di Superbonus. Sono stati modificati:
- il Decreto Aiuti-quater, ovvero il decreto legge n. 176 del 18 novembre 2022, convertito nella legge n. 6 del 13 gennaio 2023;
- la Legge di Bilancio 2023, ovvero la legge n. 197 del 29 dicembre 2022;
- il Decreto Rilancio, ovvero il decreto legge n. 34 del 19 maggio 2020, convertito in legge n. 77 del 17 luglio 2020.
Le principali modifiche sono state:
- la proroga al 30 settembre 2023 per le unifamiliari;
- le rate per le spese che passano da 4 a 10;
- l’installazione d’impianti fotovoltaici e di accumulo.
La proroga al 30 settembre per le unifamiliari
Le unifamiliari includono tutti gli immobili di proprietà esclusiva. Questi immobili devono essere indipendenti. Inoltre devono avere uno o più accessi autonomi dall’esterno. Infine, devono essere destinati all’abitazione di un singolo nucleo familiare. Solo per questa categoria di edifici, il termine per presentare la domanda per il Superbonus è passato dal 31 marzo al 30 settembre 2023. Per ottenere il 110%, però, il 30% dei lavori complessivi deve essere stato eseguito entro il 30 settembre 2022.
Se vuoi fare domanda, accedi al sito dell’Agenzia delle Entrate. Grazie al suo servizio web, infatti, puoi velocemente presentare la richiesta nella tua area riservata.
Se invece la spesa viene sostenuta dopo questa data è possibile avvalersi di:
- Ecobonus, per gli interventi di efficienza energetica;
- Sismabonus, per gli interventi antisismici;
- Bonus casa, per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio.
L’Ecobonus prevede gli interventi per l’efficienza energetica. Questi lavori possono includere, per esempio, l’installazione di una nuova caldaia oppure degli infissi, migliorando la propria classe energetica.
Il Sismabonus riguarda gli interventi nelle zone a rischio sismico. In particolare, in base al rischio cambia la percentuale del bonus. Va dal 50% al 110%.
Il Bonus casa infine è usato per gli interventi di ristrutturazione di un immobile.
Le rate per le spese: da 4 anni a 10 anni
Un’altra modifica riguarda la ripartizione del pagamento. Inizialmente era stata prevista la possibilità del pagamento a rate, divise in quattro anni. Ora invece è possibile pagare in 10 anni. Le quote annuali saranno di pari importo, ma nei limiti di capienza annua della dichiarazione dei redditi.
Questo riguarda però solo gli interventi svolti nel 2022. Quindi, i contribuenti per l’anno d’imposta 2023 possono usufruire di questa nuova possibilità. L’obiettivo è quello di agevolare la fruizione della detrazione da parte dei contribuenti stessi.
La cifra finale dovrà essere suddivisa in dieci rate di pari importo. Queste saranno poi pagate con scadenza annuale dai contribuenti.
Le modifiche e i chiarimenti sull’installazione di impianti fotovoltaici e di accumulo
L’ultima modifica riguarda l’articolo 1, comma 10, lettera a) della Legge di Bilancio 2023. Questo articolo ha introdotto la possibilità di detrazione per l’installazione degli impianti solari fotovoltaici anche per:
- le organizzazioni non a scopo di lucro di utilità sociale;
- le associazioni di promozione sociale;
- le organizzazioni di volontariato.
Gli impianti fotovoltaici vengono generalmente installati sul tetto di un edificio. Essi permettono di produrre energia elettrica dalla luce solare. Si tratta quindi di energia pulita e rinnovabile.
Gli impianti di accumulo servono a stoccare l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici. In questo modo, se l’impianto produce più energia del necessario, è possibile conservarla all’interno di questi impianti per utilizzarla in seguito.
Nel caso in questione, gli impianti possono essere installati in aree non di pertinenza della Onlus o di un’altra associazione. Condizione necessaria è che siano situati in centri storici. Prima invece non era previsto per questo tipo di lavori.
Per maggiori informazioni, puoi visitare il sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate.