Presse piegatrici: macchinari in continua evoluzione per la lavorazione delle lamiere
La lavorazione della lamiera è un’attività importante per numerose industrie, tra cui quelle automobilistica, aerospaziale ed edilizia. La piegatura della lamiera consente di creare forme complesse a partire da lastre metalliche inizialmente piatte. Questa tecnica può sembrare banale, ma in realtà è un’arte che ha subito un’evoluzione straordinaria nel corso degli anni grazie alle continue ricerche e innovazioni tecnologiche.
Qui di seguito analizzeremo l’evoluzione delle presse piegatrici, macchine appositamente utilizzate per la piegatura della lamiera. Dalla prima pressa meccanica all’ultimo modello alimentato elettricamente, scopriremo come questa semplice tecnologia sia diventata fondamentale per il settore della lavorazione delle lamiere.
Le origini delle presse piegatrici
Le prime presse piegatrici risalgono al diciannovesimo secolo, quando l’industria metallurgica era in una fase di rapida crescita. Inizialmente, questi macchinari richiedevano un’attivazione manuale e di conseguenza una notevole forza fisica da parte degli operatori. Ben presto però furono sviluppate le prime presse meccaniche. Esse si servivano di un sistema di leve e ingranaggi per aumentare la potenza e la precisione del processo di piegatura.
Una delle prime imprese ad avere successo nel campo delle macchine piegatrici fu la Mariani, fondata addirittura prima dell’unità d’Italia. Questa azienda raggiunse presto importanti dimensioni e contribuì in modo significativo all’economia della sua città, Seregno. Le presse della Mariani erano conosciute per le loro ottime prestazioni, ma avevano un grave problema di sicurezza. Una volta avviate, infatti, non era semplice fermarle. Questo richiedeva una scrupolosa attenzione da parte degli operatori durante le attività mirate al blocco del macchinario. Nonostante ciò, le presse meccaniche continuarono a essere utilizzate in molte officine, in quanto rendevano possibili lavorazioni più rapide e precise.
Il periodo delle presse idrauliche
Con l’avanzare della tecnologia, le presse idrauliche furono quelle ad avere più successo e diffondersi. Questi macchinari utilizzavano un sistema idraulico per generare la forza necessaria a curvare e piegare la lamiera. Una delle caratteristiche distintive delle presse idrauliche era il loro movimento. Infatti, mentre la maggior parte delle presse si spostava verso il basso per eseguire la piegatura, le presse idrauliche alzavano il banco superiore per raggiungere lo stesso risultato.
Questo movimento contrario catturò l’attenzione dei luminari del settore risaltò nel panorama delle presse. Uno dei marchi più noti in questo settore era la ditta Schiavi, un’azienda italiana che costruì la famosa pressa modello RG, in nome di Roger Giordano che l’aveva brevettata. La Schiavi diffuse con successo la pressa RG in tutto il Paese grazie a una strategia di vendita innovativa. Utilizzò infatti un piccolo autocarro su cui si trovavano la macchina e un piccolo showroom per le trattative.
Un’altra peculiarità della pressa RG fu la creazione dello standard Promecam. La lunghezza degli utensili standard Promecam, pari a 835 mm, consentiva di attrezzare la macchina più piccola, larga 1250 mm, con un solo utensile e mezzo. Questo standard divenne ampiamente adottato nel settore delle presse piegatrici. Tuttavia, nonostante il successo iniziale, l’azienda Promecam oggi non esiste più in quanto venne assorbita da AMADA negli anni Ottanta.
Le presse idrauliche a barra di torsione
Nella fase successiva dell’evoluzione delle piegatrici seguirono le presse idrauliche a barra di torsione. Il movimento in questi macchinari era generato dalla discesa della traversa mediante una coppia di pistoni idraulici. Gli assi di movimento erano limitati a tre:
- uno per il carro posteriore (asse x);
- uno per l’altezza del carro posteriore (asse z);
- uno per la discesa della traversa (asse y).
I due pistoni idraulicierano generalmente collegati meccanicamente attraverso una barra che aveva lo scopo di accoppiare il movimento fino al punto morto inferiore. Questo era regolato tramite il movimento di due chiocciole che salivano e scendevano per regolare l’altezza del fine corsa dei cilindri e, di conseguenza, della traversa. Tali macchinari erano controllati da un posizionatore con due o tre assi, ma spesso richiedevano una programmazione manuale per pezzi con più pieghe.
Le presse idrauliche sincronizzate
Un’importante evoluzione nel mondo delle presse piegatrici è rappresentata dalle presse idrauliche sincronizzate. Queste macchine utilizzavano due cilindri idraulici indipendentiche venivano regolati da valvole proporzionali per controllare il movimento della traversa superiore. Ciò consentiva una maggiore precisione nella piegatura e una distribuzione uniforme della forza su tutta la lunghezza della lamiera.
Negli ultimi anni, le presse idrauliche sincronizzate hanno continuato a evolversi, diventando sempre più precise ed efficienti. Alcuni modelli ibridi sincronizzati combinano l’energia idraulica con soluzioni elettriche per ottenere prestazioni ottimali e un minore consumo energetico. Queste macchine rappresentano l’ultima frontiera nella tecnologia delle presse piegatrici.
Le presse piegatrici elettriche
Questa tipologia di presse utilizzano sistemi elettrici per controllare il movimento della traversa. Esse offrono una maggiore velocità ed efficienza energetica rispetto ai modelli idraulici. Tra i primi modelli della serie vi sono le versioni Elektra di Mecos, che utilizzavano viti a ricircolo al posto dei cilindri idraulici per generare il movimento, e quelle prodotte da Prima Power o Safan. Quest’ultime erano conosciute per la loro velocità estrema, bassi consumi energetici e precisione millimetrica.
Oggi, quando si tratta di scegliere una pressa piegatrice, le aziende devono prendere in considerazione una serie di fattori:
- prima di tutto, bisogna considerare il tipo di prodotto da realizzare e le specifiche esigenze di produzione;
- è essenziale valutare quanto verrà utilizzata la macchina e quale livello di affidabilità e assistenza è offerto dal produttore;
- importante anche valutare il budget disponibile, in quanto le presse possono essere molto costose.
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- visiona attentamente i documenti allegati. In particolare leggi bene il libretto visura, la perizia di stima e l’ordinanza del giudice;
- controlla il bene dal vivo. Alcune aste spesso hanno la clausola “visto e piaciuto”. Ciò significa che vengono venduti nel loro stato attuale senza garanzia di funzionamento e possibilità di recesso. Perciò vai a vedere il bene di persona e accertati delle sue condizioni.
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