Decreto ristoro: che cos’è e come funzionerà
Più di 5 miliardi di aiuti, in parte a fondo perduto, per tutte le imprese e le categorie di lavoratori direttamente compromessi e penalizzati dal D.P.C.M. del 24 ottobre 2020
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Ristoro, che indennizza le categorie interessate dalle chiusure determinate dall’ultimo D.P.C.M. Tra le misure contenute nel provvedimento spiccano i prestiti a fondo perduto e l’estensione della cassa integrazione prorogata fino al prossimo 31 gennaio per altre 6 settimane. Il testo riprende in gran parte le bozze già circolate nei giorni precedenti all’approvazione.
Tra le altre misure previste c’è anche il nuovo contributo che andrà “a tutti gli operatori dei settori economici interessati dalle misure restrittive” senza più il limite di fatturato previsto dalle disposizioni precedenti. Saranno indennizzate, quindi, anche le attività con fatturato superiore ai 5 milioni, ma all’aiuto è stato dato un tetto massimo di 150 mila euro. Tra le categorie che potranno beneficiare del risarcimento ci sono anche i tassisti e gli NCC.
Facciamo chiarezza sull’argomento schematizzando in breve quali sono le misure varate dal Governo per fronteggiare le perdite economiche causate dalla pandemia di Covid-19 analizzando:
- Come funziona il decreto Ristoro
- L’aiuto a fondo perduto
- Cancellata la seconda rata IMU
- Le estensioni: dalla cassa integrazione al credito di imposta sulla locazione
- I settori sportivo, turistico e dello spettacolo
- l versamento dei contributi previdenziali
- Agricoltura, pesca e acquacoltura
Come funziona il Decreto Ristoro
Il 29 ottobre, a seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il giorno precedente, il DL 137/2020 ha preso vita, cercando di dare un sospiro di sollievo a tutte le categorie danneggiate dai nuovi provvedimenti emanati per fronteggiare il dilagare della seconda ondata di epidemia di Coronavirus.
Bonus, indennizzi e aiuti verranno erogati in modo diretto sui conti correnti dei beneficiari a partire dal 15 novembre. A gestire il calcolo dell’importo del contributo a fondo perduto sarà l’Agenzia delle Entrate, che utilizzerà il codice Ateco attribuito alle attività esercitate come riportato nella tabella allegata al Decreto, sulla base di quattro diversi coefficienti. Potrà raggiungere un massimo di 150.000 euro e sarà riconosciuto a coloro che sono titolari di una partita IVA.
L’erogazione automatica del bonus sul conto corrente avverrà per tutte le partite IVA che hanno già usufruito del diritto concesso dal decreto rilancio. Per i nuovi beneficiari è invece prevista una domanda da inviare anche in via telematica. Sono esclusi dalla possibilità di ricevere il contributo tutte le partite IVA aperte dal 25 ottobre e quelle che nella stessa data erano in cessazione. Per rendere più agevole i pagamenti economici, è stata riconosciuta la possibilità di cedere il proprio bonus al proprietario degli immobili commerciali come saldo del canone dovuto.
L’aiuto a fondo perduto
Come già previsto nel decreto rilancio, sono stati stanziati degli aiuti a fondo perduto, circa 2,4 miliardi di euro, destinati a tutte quelle attività chiuse o al quale è stato ridotto l’orario di apertura dalle norme vigenti dal 24 ottobre. Stiamo parlando principalmente di bar, ristoranti, ambito sportivo ecc. I requisiti base per ottenere questo beneficio sono:
- essere titolari di una partita IVA attiva il giorno 25 ottobre 2020
- esercitare un’attività menzionata nei codici Ateco inseriti in una tabella allegata al Decreto
- aver fatturato nel mese di aprile 2020 i due terzi in meno rispetto all’ Aprile 2019. Per coloro che hanno avviato l’attività dal primo gennaio 2019 quest’ultimo requisito non è richiesto e la loro spettanza sarà nella misura minima prevista.
Cancellata la seconda rata IMU
Il 16 dicembre 2020 era prevista la scadenza della seconda rata IMU che viene completamente cancellata per tutti i titolari di partita IVA interessati dalle attuali restrizioni. Il decreto specifica che tale agevolazione spetta solo quando il proprietario dell’immobile coincide con il gestore dell’attività. Non saranno solo gli esercenti di cinema, palestre, ristoratori o altre categorie totalmente chiuse ad ottenere lo sgravio, ma anche quelle attività alle quali è stata imposta la chiusura entro le 18.
Le estensioni: dalla cassa integrazione al credito di imposta sulla locazione
Per altre sei settimane sarà possibile richiedere la cassa integrazione, il fondamentale ammortizzatore sociale che ha permesso ai lavoratori lasciati a casa o messi in part-time, di percepire lo stipendio. Fino al 31 gennaio 2021 Sara quindi possibile richiedere e utilizzare le sei settimane in questione.
È stato esteso per i mesi di ottobre, novembre e dicembre il credito di imposta sul pagamento del canone . L’estensione non riguarda solo la tempistica ma anche i fruitori, poiché potranno beneficiarne anche le aziende che presentano fatturati superiori ai 5 milioni di euro, purché abbiano subito un decremento di almeno il 50% dei ricavi rispetto all’anno precedente.
I settori sportivo, turistico e dello spettacolo
Non vengono dimenticati anche lavoratori impiegati nel settore sportivo, dello spettacolo e del turismo. Per questi ultimi due è previsto un’indennità di €1000 nonché una serie di sostegni , di circa un miliardo così suddivisi:
- 100 milioni per l’editoria, i convegni e le fiere;
- 400 milioni per i tour operator e le agenzie di viaggio;
- 100 milioni per il settore termale e alberghiero;
- 400 milioni per le fiere internazionali è l’export.
Per i lavoratori del settore sportivo l’indennità passa da 600 a 800 euro. 50 milioni di euro finanziano invece, tramite l’Assessorato allo Sport, le società dilettantistiche e le associazioni.
Il versamento dei contributi previdenziali
Ai soggetti danneggiati dal dpcm del 24 ottobre vengono sospesi i termini dei versamenti dei contributi assistenziali e previdenziali, oltre che dei premi assicurativi obbligatori, di novembre 2020. Il termine slitta al 16 marzo 2021 e il dovuto potrà essere sanato in un’unica soluzione o suddivisa in 4 rate.
Agricoltura, pesca e acquacoltura
Il Decreto Ristoro non dimentica neanche questi settori, stanziando un finanziamento a fondo perduto di circa 100 milioni per aiutare le imprese che rientrano sempre nei sopra menzionati requisiti.